domenica 9 febbraio 2014

Intrattenimentologia

Oggi Alternative World News pubblica questa immagine su Facebook:


Trad.: "La politica è la divisione dell'intrattenimento del complesso militar-industriale"

Il fatto che l'abbia detto un artista famoso (soprattutto per le sue balzanerie) non rende questa frase più o meno credibile ai miei occhi; è la verità, tutti gli uomini politici sono marionette molto costose, così come la maggioranza di chi li vota e partecipa in qualche grado alla "vita politica" è composta di marionette più o meno economiche di quelle. E' la sintesi di un pensiero che alloggia nella mia mente da decenni, e di nuovo vedo la mia consapevolezza riflessa addirittura nei posts degli Americani, compressa nel canonico formato jpg di internet, postata su Facebook tra un cuteness overload e un avvistamento UFO; ma al di fuori della virtualità globale di Facebook, dove posso vedere riflessa questa "coscienza popolare", così popolare da essere associata ad una icona della musica pop, che tra l'altro è quella di un personaggio scomparso decenni fa, e quindi non è nemmeno troppo fresca

Ma anche il blogger consapevole e politicamente agnostico da sempre, si lascia distrarre spesso e volentieri dall'industria dell'intrattenimento multinazionale, e come il mio lettore sa bene lo fa soprattutto grazie alla sua abilità di navigante tra le acque impetuose del torrent, popolate dei files più abbondanti e più freschi in circolazione; dopo decenni di cinefilia a pagamento, oggi non regalerei più un solo euro alle majors ashkenaziste di Hollywood, e tanto più disprezzo il monopolio artistico multinazionale tanto più posso apprezzare la mia attività di osservatore applicata alla moderna arte cinematografica, la punta di diamante, la testa di ponte della contaminazione culturale e del controllo mentale occulto; sto scherzando ma, ovviamente, nei termini dello scherzo generale;
di recente mi sono rifiutato di guardare ben due film; ovvero, ho cercato seriamente di guardarli -come sempre- ma la mia mente si è presto rifiutata di farsi torturare oltre, e ha imposta la sua censura inesorabile attraverso la mia azione fisica, la volizione dello spegnimento. Il primo era


I used to be darker di M. Porterfield (2013)

di cui potrebbe bastare la pubblicazione di questa immagine come deterrente per il lettore savio;
Il secondo caso è stato


Upstream Color di S. Carruth (2013)

ovviamente il mio giudizio di "inclassificabili" è relativo alla mia nota ignoranza in materia di cinema; un critico serio come il Sig. Scaruffi li ha elencati tra i migliori films del 2013 e quindi non posso che piangere me stesso, conoscendo la causa del mio male. Sicuramente, non darei un solo "smiley" all'insieme dei due titoli, nemmeno dietro lauto compenso da parte della produzione.
Un film che invece sono riuscito a vedere tutto, dall'inizio alla fine, è


Fruitvale Station di R. Coogler (2013)
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una storia terribile estratta dalla cronaca nera -- in ogni senso -- dove il protagonista Oscar Grant ci ha rimesso de facto le penne a causa della momentanea, comprensibile distrazione dell'agente di polizia che gli sparò nella schiena mentre era ammanettato e sdraiato a terra; del resto, taser e pistola si assomigliano non poco... Temo di avere rovinata la sorpresa ancora una volta al mio lettore, perché oltre questa -che dovrebbe essere una premessa per lo spettatore- nel film di Coogler non c'è nulla che si possa dire tale.
Il film si lascia vedere, ma non si sforza molto in questo senso. Al di là del valore cinematografico, questo ci ricorda che c'è gente in circolazione che ha l'autorità legale di ammanettarti e di farti sdraiare a terra a suon di pugni, per poi spararti distrattamente nella schiena.
Che è sempre un pensiero confortante.


Un film "di formazione", il cui tema al primo momento può far accapponare la pelle agli odiatori dei recenti teen vampires - come il sottoscritto- ma la cui brillantezza fuga rapidamente ogni paura del contagio filmico:


Beautiful Creatures  di R. LaGravenese (2013)
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che è tratto da un bestseller ed è incentrato sul tema della stregoneria coatta, o magia coercitiva, al contrario è una fiaba cinematica molto riuscita, che evoca aggettivi raramente utilizzati nei miei posts di cinema, come "intelligente" e "garbato", avvincente e coinvolgente, e finanche emozionante in qualche passaggio; bravo tutto il cast, dal giovane protagonista


Alden Ehrenreich -- a destra

(che ha un nome estremamente Anglosassone) all'impeccabile, azzimato e altisonante Jeremy Irons, che recita in un carezzevole, affascinante accento mid-atlantico


alla pestifera Emma Thompson, che qui sfoggia uno strano accento da "profondo Sud" degli USA

(purtroppo)

fino al tocco di colore locale, la bravissima Viola Davis, che con un solo sguardo fa tutto il film

(questo sguardo)

anche se la vera primadonna è ovviamente la giovane Alice Englert, che scopro su IMDB figlia di Jane Campion


Un altro aggettivo che uso di rado nel blog è: convincente.
E non è proprio possibile non menzionare il ruolo essenziale della musica in questo film, a cura dei Thenewno2; un assaggio da Youtube:



E' un film con un messaggio fondamentale per tutti, ma soprattutto per chi viene avvisato per tempo, che


(NON E' MAI TROPPO TARDI)
(!)

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