domenica 31 maggio 2015

FIVE YEARS BITCH (THE)

"I'm so happier now that I'm dead." (Amy Dunne, the Gone Girl)

La musica FA 

Gone Girl di D. Fincher (2014) 

che è uno dei migliori titoli della scorsa stagione, ed è particolarmente encomiabile la simbiosi audio-visiva, con alcuni istanti prossimi al sublime; era da parecchio tempo che il merito di un musichiere -o due- non si rivelava tanto prepotentemente, e con tanta originalità rispetto allo standard di Hollywood;
Trent Reznor e Atticus Ross sono gli autori della superlativa colonna sonora, mentre il DoP Jeff Cronenweth  (Fight Club) è figlio del leggendario Jordan (Blade Runner); è una famiglia con la pellicola nel sangue


la prova di Rosamund Pike nel ruolo del titolo è stata evidentemente molto apprezzata dalla critica, come dimostra la sfilza di premi che probabilmente adesso adornano la sua sala del biliardo ; 

bellezza & bravura in una sola ... cosa 

Ben Affleck è all'altezza della situazione, e in generale cast & crew non lasciano nulla a desiderare, con l'abile direzione del regista di Seven e Fight Club

"Ragazza scomparsa?" Ci pensa lui...

Tratto dall'omonimo best seller,


Gone Girl è un buon giallo "psicologico" che si tinge delle tinte assai più cupe e preoccupanti della satira sociale e di costume, e delle scienze comportamentali, in linea con il famoso esempio di doppelganger filmico con Brad Pitt, menandoci ad una catastrofe finale apocalittica dove ritroviamo un'altra ESPRESSIONE di rassegnazione, che infine vediamo dipinta sul volto del bravo Affleck, è in fondo la maschera dell'uomo comune, o everyday man;

"Eh"

quello che separa le peripezie meta-letterarie (con 2 scrittori protagonisti) vissute dalla coppia del film da quelle "reali" della possibile coppia di spettatori è ciò che richiede un TRUCCO cinematografico, cioè il sangue, che certamente qui non difetta; ma è il dettaglio di una narrazione parallela, frammentata, di un flashback sottinteso che permane nel territorio delle possibilità letterarie; così come nelle visioni minacciose del canadese Enemy il ragno simboleggiava l'inestricabilità del fato, nell'Americano Gone Girl è ancora come sempre il fattaccio di sangue, la minaccia fisica e palpabile e circense dello jugula; e funziona ancora, malgrado tutto; anche grazie alle suadenti dissonanze di Mr. Reznor & Mr. Ross.

Cucina perfetta, mogliettina perfetta... con tanto di gatto rosso; è lo scenario perfetto dell'Inferno sulla terra (credetemi)
Ci sono altre note oblique in questo film, dove ancora il product placement non è soltanto quello pagato dalla marca particolare, ma da un intero settore, che io chiamerei il settore industriale dell'intossicazione e dell'ingozzamento, una minaccia molto più prossima, verosimile e pertanto più temibile dello sgozzamento, soprattutto per i tanti spettatori "americani" che dopo il cinema (in America si va ancora al cinema) trovano il fastfood aperto sulla strada di casa, e ricordano certi fotogrammi, non proprio subliminali come questi


il solito secchio di caffè per la poliziotta in gamba


hamburger e patate fritte per la cattiva ragazza 


hamburger e patate fritte per la brava ragazza ... tutte le ragazze vogliono un po' di cancro


ma quella cattiva merita anche il dessert; è grazie ai cattivi che il pubblico affluisce in sala


e questo è product placement di tipo tradizionale


e anche questo


e questo


e anche questo!


Immagini che potrebbero condizionare la scelta degli spettatori-consumatori, anche se in favore di qualcosa che è stato più volte elencato ai vertici della classifica dei cibi più cancerogeni al mondo; senza contare i vizi


come sempre assieme al tabacco c'è l'alcool a rinfrancare i personaggi perseguitati dalla malasorte, e questo trucco non necessita effetti speciali (se non del nel bicchiere a sostituire il whisky) ma funziona sempre, la sua semplicità è impeccabile perché non è nemmeno una istigazione al consumo, ma una semplice descrizione di fatti e situazioni e personaggi verosimili, per cui durante una situazione delicata e drammatica -e anche piuttosto desueta- come un possibile rapimento un bourbon è il minimo indispensabile, e certo il bourbon da noi si trova in vendita legalmente in qualsiasi supermercato (come le sigarette negli USA), è difficile anche solo dubitare di questo fatto; 










dunque sono persone "normali" che fanno cose "normali", nel contesto più o meno "anomalo" proposto dalla narrazione. Sono cose che fanno tutti; il fatto che non siano cose buone da farsi, o siano il contrario di ciò che è buono, non è degno di menzione altrove. Per questo ci sono "thriller psicologici" di grande impatto emotivo e profonde implicazioni filosofiche, capaci di intrattenere la mente dell'utenza mentre il loro corpo asseconda i voleri del sistema. Mangia le patatine, e beve una birra, all'insaputa del suo ospite distratto... Finché tutta la sua attenzione sarà rivolta a qualche referto clinico infausto; allora si potrà dedicare intensamente alla terapia, anziché alla salute... 

Con un'apparizione del sempre simpatico, scompigliato Scoot McNairy

che ricordo sempre volentieri come il protagonista di Monsters
E Lui:


in quella che si può considerare una citazione occulta

il gatto rosso stroboscopico, che tutti noi ricordiamo in Alien (1979)

E con questa canzone dei Blue Oyster Cult che non avrei mai e poi mai saputo rintracciare nelle mie memorie, semmai; "Don't feel the reaper", cioè "Non temere il mietitore"; un ottimo consiglio per tutti.



A proposito di bitches, il blogger cine-cinofilo ieri ha avuta la fortunata occasione di conoscere questa splendida femmina di Weimaraner, una razza piuttosto inconsueta dalle nostre parti, con il suo magnifico pelo grigio cangiante che ricorda il velluto


con il suo affabile sorriso


il suo sguardo fiero, ma dolce


e la sua giocosità travolgente (letteralmente), è uno dei cani con la più forte "personalità" che abbia mai avuto il piacere di conoscere; soltanto oggi su Wikipedia ho scoperti quei retroscena che un animalista non vorrebbe mai scoprire,  e che determinano le caratteristiche comportamentali e fisiche di questa simpaticissima belva sanguinaria le cui qualità negative potevano derivare soltanto dall'imposizione della più letale belva sanguinaria al mondo, la quale per sua sfortuna è anche il suo unico possibile padrone
  A cos'altro poteva mirare l'ammaestramento del maestro di morte... 
Occasione più unica che rara, per me, di vedere l'esemplare di una razza eccessivamente costosa, un altro paradosso che si perpetua nel tempo malgrado l'abbondanza di "randagi" che affollano i canili del mondo;
le mie amicizie nel circondario si moltiplicano, secondo le mie scelte "speciste" (tutti tranne gli homo) e con la mia antica preferenza per i felidi, e felidi che non hanno lentiggini; lei è la mia ultima conquista:


(cioè, la conquista del mio cuore)


i suoi capelli sono straordinari



Grazie, amicia mia

giovedì 28 maggio 2015

Il lato oscuro della focaccia


Ho letto un libro molto interessante, qualche anno fa, "Il secondo cervello" , dove constatare l'esattezza del titolo costa al lettore un certo numero di pagine ricche di gergo scientifico alla scoperta dei grandi misteri delle "grandi viscere" del corpo umano, paragonabili in quanto tali solo alle "piccole viscere" che costituiscono il nostro apparato pensatorio, il cervello. Il nostro intestino contiene molte più terminazioni nervose del cervello, ed è un sistema autonomo, in grado di vivere separato dal resto del corpo, se il paragone tra un intestino umano e quello di una cavia può reggere; il cervello al contrario dev'essere collegato a tutto ciò che interagisce con esso, quindi necessita di un intero corpo per funzionare correttamente; ma la sola idea del paragone tra questi due tipi di visceri può risultare repellente, malgrado le loro evidenti affinità biologiche formali; è una reazione istintiva, perché questo è un argomento che ci tocca nel profondo, visceralmente.

Non è strano che una semplice "idea", ovvero il frutto di una "visione", ci possa "stringere la bocca dello stomaco"? Una descrizione cruenta e grossolana di certi dettagli può provocare la nausea o addirittura dei conati di vomito, e la classica avvertenza per il pubblico recita "non per i deboli di stomaco"; vedi o leggi qualcosa che dovrebbe rovesciarti il cervello, come reazione estrema ad una informazione indesiderata, ed ecco che ti si rovesciano le budella. 
Cervella e budella sono ovviamente interconnesse in qualche modo. 
Me ne sono fatta un'idea in proposito, leggendo della tossicità della "colla alimentare", il glutine, e in part. il rapporto dell' Ontario ministry of Agriculture food & Rural affairs secondo il quale, trattando dell'alimentazione dei bovini:

"Nutrire con il grano (wheat, frumento) i ruminanti richiede cautela da che esso tende a provocare più indigestioni acute degli altri grani negli animali che non vi sono adattati. Il problema principale sembra essere l'alto contenuto di glutine che può risultare nel rumine di una consistenza "pastosa" nel contenuto del rumine e ridurre la motilità del rumine." (SIC)

Non ci chiediamo cosa stesse ruminando l'autore durante la compilazione del rapporto, ma prendiamo per buone le informazioni che riguardano il bestiame bovino, il pio bove alla cui salute gli allevatori tengono molto fino al momento di scannarlo. Se si tratta di bestiame umano, ormai lo abbiamo visto ripetuto in troppi settori per poterne dubitare, c'è sempre da ricavarci molto di più fintanto che il bestiame è malato; non soltanto a livello politico (perché una bestia malata è insicura, teme per il suo futuro, è remissiva e tende a seguire l'andazzo generale per avere un qualche senso di sicurezza), ma anche a livello pratico e commerciale, perché il bestiame umano tende a "curarsi" con i farmaci di sintesi, anziché quelli naturali (quelli che utilizzano i bovini al pascolo, per intenderci) e pertanto questa tendenza risulta estremamente, enormemente proficua per qualcuno. 
Questo vale dunque per gli umani, ma se si tratta di bestiame BOVINO, cioè dei futuri cadaveri le cui parti andranno a intossicare gravemente quello umano, tutto dipende dalla salute dei capi e dalla possibilità che giungano a pezzi e bocconi, ma tutti perfettamente sani, puliti, intatti e certificati, sulla tavola del consumatore; che provvederà a ingerirli con ogni conseguenza più o meno nota del divorare parti di una carcassa animale. Le agenzie governative preposte non hanno il benché minimo interesse nel mentire agli allevatori, quando scrivono "date pure questa schifezza da mangiare alle vostre bestie, perché costa poco e riempie tanto, però noi vi abbiamo avvertito"... questo è il succo (digestivo) della faccenda.
E del resto noialtri non siamo ruminanti, abbiamo un solo stomaco, e per questo io non ho privato del grano i miei capi bovini, ma la mia persona.
 Il glutine deve il suo nome al termine latino che designava la COLLA ("glue" in Inglese, dove glutine è scritto come nella forma latina, gluten) e come tale viene ancora utilizzato nelle lavorazioni industriali, come ad es. nella legatoria; unendo grano macinato ("farina") e acqua si forma questa colla, e cuocendola in forno oppure essiccandola si ottiene un "pane" o una "pasta secca", che la gente si ostina a mangiare "in ogni salsa".
La mia sperimentazione in VIVO non mi ha lasciato alcun dubbio in proposito, ma temo che quella praticata su sè stessi sia l'unico tipo di sperimentazione valida per poterne apprezzare gli esiti, in questo come in ogni altro caso possibile; con la mia prolungata astinenza-da-glutine ho provato a me stesso - e solo per me stesso- la realtà delle gliadine come "narcoproteine" che al pari delle "droghe pesanti" causano dipendenza, assuefazione e astinenza; ho vissuti in prima persona gli effetti di una "fame eterna" e insaziabile che è di fatto un sintomo dell'astinenza da gliadina; qualunque altro cibo, anche in grandi quantità, non ne contiene, e quel particolare, inesorabile "appetito" non diminuisce MAI.

Il reinserimento di glutine nella dieta scongiura l'ossessione della "fame eterna", al costo di intossicarsi quotidianamente; infine  l'impressione intensa di una visione "più vivida" delle cose ("alertness") che sottintende una deficienza a livello neuro-cerebrale causata dal glutine, è stata come si è visto la proverbiale goccia, per cui se è possibile vivere in questo mondo di gliadinomani inconsapevoli è inevitabile farsi qualche dose di glutine di tanto in tanto... Mi azzardo a concludere così il discorso in quanto "vegano-quasi-crudista" e ormai quasi totalmente astemio, che si astiene anche da zucchero e caffé (!) ormai da anni; ma non oserei dire altrettanto al saprofita umano, perché aggiungere a una dieta di cadaveri e disparati veleni della colla potrebbe essere davvero troppo; come di fatto è, per la maggior parte dei pazienti multi-nazionali e clienti di big pharma e del sistema (anti) sanitario globale.

Tornando al discorso viscerale, può essere il momento di fare 2+2; abbiamo un sistema neuro-gastro-enterico che è autonomo, indefinitamente più sviluppato -anche in lunghezza- delle viscere cerebrali, e che reagisce istintivamente e in modo spesso incontrollabile agli stimoli esterni, dalle poetiche "farfalle nello stomaco" degli innamorati allo "stomaco chiuso" per la tensione emotiva alle estreme conseguenze di uno spavento che -almeno per modo di dire- lasciano il segno; e i modi di dire, e le allusioni correlate sono infiniti, per i ragazzi sboccati ci sono cose che "fanno vomitare" oppure anche "cacare", meno volgarmente certe altre cose "non si digeriscono" o non "si mandano giù", o "ti restano sullo stomaco"... perché le affinità tra ciò che assimila la mente e ciò che assorbe il corpo non si contengono nei ristretti, inestimabili confini della logosfera; esiste un rapporto diretto tra grandi e piccoli visceri, e come si è visto quelli piccoli non vivrebbero senza quelli grandi, mentre è più che verosimile il contrario.
Per quale motivo un organismo simbiontico mutante come il corpo umano dovrebbe sviluppare simili paradossi per me è un vero mistero, ma tutti noi ne incarniamo uno, non ci resta che accettarlo; nel microcosmo neuro-gastroenterologico, ci limitiamo ad osservare questi fatti espressi nelle fatidiche PAROLE-CHIAVE ("keywords") che nella nostra infinita odissea su Google corrispondono al numero imprecisato (N) di informazioni che determinano infine la nostra incognita (X); in realtà, dietro la facciata di "Matrix" sono soltanto "1" e "0", unità simboliche di energia.
Se nel cervello l'energia è trasmessa sotto forma di segnali elettromagnetici, i quali si manifestano in impulsi elettrici che si dipartono in tutto il corpo e ne determinano in qualche grado l'attività, nel sistema digestivo l'energia stessa che l'organismo -cervello compreso- utilizza per il proprio funzionamento viene CREATA assorbendo ed elaborando tutti gli elementi chimici necessari.
Un cervello può tenere in vita una piccola impresa, una libera professione, una famiglia, una nobile causa, una missione, un "sogno", o anche un impero; ma solo un intestino tiene in vita un  cervello; e come lo fa, e a quale costo, è tutto da stabilire; a completa discrezione dell'utente cerebro-intestinale.

Il saprofita umano medio utilizza gran parte dell'energia ottenuta dal cibo per digerire e metabolizzare il cibo; non bastassero i cadaveri, e i TESSUTI animali come il latte e le uova, al bestiame umano si è sempre rifilata la colla da mangiare; mi rendo conto che non siamo ruminanti, ma il mio dubbio riguardo gli effetti di queste abitudini sul nostro "rumine" (il bolo e il chilo) e ciò che ne consegue, mi pare più che lecito; non esiste però un ente preposto che ci avverta della "tendenza" del grano a mantenerci in uno stato di perenne in-digestione più o meno acuta, e la cui causa (narco-proteica) tende a riprodurre tutti gli effetti di una droga "pesante"; cioè, impossibile da digerire. Il "pane" fatto con la colla di frumento è divenuto sinonimo di nutrimento per un motivo preciso, ovvio, e scientificamente provato, malgrado la sua estrema impopolarità tra gli stessi consumatori abituali. E' una vera e propria dipendenza causata da una sostanza di origine vegetale, così come per le più "tradizionali" droghe pesanti, estratte dalle piante del papaverum e della coca; siamo tutti letteralmente drogati dal nostro stesso cibo, in vario grado, e per quanto ne so -in questo caso ne so più di tanti- siamo davvero PESANTEMENTE drogati da questo "cibo" particolare, uno pseudo-oppiaceo colloso che è nel contempo il cibo per antonomasia e la droga d'elezione dei popoli Occidentali. Ne ho dedotto che: "L'oppio è il pane dei popoli più fortunati".

Per concludere, una ennesima informazione indesiderata dagli U.S.



"Gli ammorbidenti per tessuti sono la causa primaria di inquinamento aereo domestico. Ogni volta che senti quel "profumo di lavanderia", stai inalando composti organici volatili (VOC) tossici"

Che non sia desiderata non significa che non sia vera.

mercoledì 27 maggio 2015

Grazia di Baal


"In ogni luogo del Mondo riviene à meglio pertanto di essere felice più tosto, che savio; e saper guadagnare senza saper giucare; che di perdere con istima, e pregio di valente giuocatore. Vorrei anzi essere Timoteo, di cui dicevasi, che dormendo la fortuna li gettava in grembo le corone, e le palme di vittorie, e conquiste, che Annibale famato per il terzo Capitano dell'Universo, che perdette la battaglia di Adrumetto, e con essa rimase la sua patria soggiogata, e distrutta."

Il Mercurio overo historia de Correnti tempi di Vittorio Siri ( (1635-1655) - Tomo Undecimo p.4 







"MARCO AURELIO, OVERO GEMINO, E TITO CLAUDIO, OVERO NERONE.

Questo anno fu nobilitato da un grande incendio, dalla moltitudine dell'acque, da una non picciola carestia, e dalla morte di Quinto Fabio Massimo, i quale fu Augure lo spatio di quarantadue anni: huomo d'una intera e piena età, e degno di tanto cognome, havendo col tenere il nimico a bada restituita la patria, e prima che la guerra fosse finita, fu sovrapreso da malattia,e si morì. La cui vita diligentissimamente scrisse Plutarco. Havendo inteso i Romani, che Annibale era andato in Africa, furono molestati da diversi pensieri: dandosi a credere, che Annibale dovesse esser più terribile nella sua terra, di quello che era stato nell'altrui, come haveva predetto Fabio. Era alhora Annibale in Adrumeto. Ma andando alla volta di Zama, le spie, che egli haveva mandato inanzi, havendo prese, volle, che fossero menate per il campo, accioche elle vedessero il tutto.
Dipoi le rimandò libere ad Annibale. Per lequai cose Annibale non divenuto più allegro, s'abboccò con Scipione: ma non havendo potuto far cosa veruna, dimandando egli la pace, e Scipione ricusandola, si dipartirono.
Vedi lettore presso a Livio le loro ingeniosissime orationi. Appresso havendo deliberato di far giornata, come vennero al fatto d'arme, i Romani vincitori tagliarono a pezzi trenta mila Africani: et ugual numero fu preso, insieme con le insegne de' Capitani. Annibale salvatosi con la fuga, si ricoverò in Adrumeto. Dal quale chiamato, andò a Carthagine: che fu trentasei anni dopo, che fanciullo si era partito: e persuase i Carthaginesi a dimandar del tutto la pace. A cui contrariando Giscone, essendo commossa contra di lui la turba, egli si fuggì al Re Antioco. Alhora Vermina figliulo del Re Siface, con ugual danno fu rotto da' Romani. Per questo i Carthaginesi si affaticarono di chieder le conditioni della pace da Scipione. Lequali essendo apportate a Roma da gli Ambasciadori de' Romani, e de' Carthaginesi, la città tutta ripiena di allegrezza, ordinò, che per tre giorni si facessero preghi a gl'iddii."



Le dignità de' consoli, e de gl'imperadori, e i fatti de' romani, e dell'accrescimento dell'imperio, ridotti in compendio da Sesto Ruffo (Rufius Festus) e similmente da Cassiodoro  (Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus) e da M. Lodovico Dolce, CON PRIVILEGIO (1561)

martedì 26 maggio 2015

Luce eterna

E' sicuramente uno dei titoli recenti da vedere, questo


Mr. Turner di M. Leigh (2014)

dove gli ultimi anni di vita del famoso pittore Inglese Joseph Mallord William "J. M. W." Turner sono dipinti con bravura dal DoP Dick Pope; riguardo il sentire, l'incessante grugnire dell'ottimo protagonista e vincitore a Cannes Timothy Spall, assieme alla colonna sonora quasi-cacofonica di Gary Yershon, è un contrasto che certamente dà una vivida impressione di quello vissuto dall'artista, conteso tra la propria carnalità mortale e la gloria dell'arte. Per me è stato necessario (ahimé) trovare dei sottotitoli. Resta il fatto che Mr. Turner è un film da vedere. Queste sono alcune delle prove raccolte durante la visione:











In conclusione, per l'eliolatra corsivo che sono, merita una nota il fatto che le ultime parole di quello che è considerato il "pittore della luce" (e titolo di un serial biografico del 1974) furono


ovvero "Il Sole è dio"; erroneamente riportate altrove come "The sun is God" ("Il sole è Dio).
Per me si trattò di una Illuminazione finale e definitiva, la mera conclusione che egli ne trasse dopo una vita trascorsa a contemplare e riprodurre sulla tela le emanazioni viventi dell'Astro Padre sul fondo dei cieli.
Ma questa è soltanto la mia impressione. O Impressione.