venerdì 29 novembre 2013

Vivere e zappare a Los Angeles

Oggi I want to be 100% Organic pubblica questo su Facebook:


Ron Finley, stilista sportivo, collezionista di poster "antropologici" e guerrigliero verde, è un uomo straordinario a cui Wikipedia ascrive la massima

"Se i bambini coltivano il cavolo, i bambini mangiano il cavolo. Se coltivano i pomodori, mangiano i pomodori" (R. Finley)

E' un uomo straordinario perché ha associata la qualità unica di L.A., che ha resa questa città la Location cinematografica per antonomasia, ovvero la luce solare, con l'idea di sfruttarla in termini più pratici e più universalmente apprezzabili, coltivando l'orto. Il suo sito è completamente dedicato a questa idea geniale, dove il consiglio è di "trasformare il tappeto erboso" di casa in un "giardino edibile";
non ho parole a sufficienza per elogiare questa iniziativa, poiché per quanto mi riguarda equivale a ri-trasformare il pianeta nel "paradiso" che era in origine, e non malgrado i miliardi di "adami" ed "eve" in circolazione oggi, ma grazie a loro; se questa "moda" ecologica prendesse piede ovunque, i nostri pranzi e le nostre cene crescerebbero ad ogni angolo di strada, senza pericoli di contaminazioni chimiche e modificazioni genetiche; il mondo intero ritornebbe -se mai lo è stato prima- in piena salute, una buona metà dei grandi problemi che assillano i popoli occidentali sarebbero risolti, e grazie a una simile terapia infallibile sarebbe molto più semplice risolvere i rimanenti.... Utopia, è il nome di quest'uomo illuminato, e per questo ritengo che la sua frase riportata su FB sia soltanto un suo modo di rivolgersi ad un popolo ormai condizionato dal pensiero del denaro al punto di non poter nemmeno comprendere una questione essenziale come il valore del cibo, al di là delle sue qualità particolari, senza doverlo paragonare ai soldi... Che non mi risultano essere commestibili in nessuna forma, e in nessun paese del mondo.

Quello che ho imparato da vegano, è che non esiste niente di paragonabile a ciò che raccoglie il "piccolo coltivatore", ogni frutto della terra ha un sapore proprio che non può essere riprodotto in un tipo di coltivazione industriale, destinato al largo consumo; quindi non soltanto l'orto di casa sarebbe un "risparmio", possibilmente totale, ma la qualità di ogni "prodotto" sarebbe indefinitamente superiore, e questo lo può constatare chiunque, carnivoro o meno, riguardo il sapore e la consistenza di ogni minestra o contorno.

Infine, anche se la mia intenzione iniziale era di criticare chiunque avesse scritta una simile corbelleria, non posso che inchinarmi di fronte alla immensa saggezza di Mr. Ron_Finley, e l'unica speranza ora è di non ritrovarmi a vedere dei "giardini edibili" soltanto nei film ambientati a Los Angeles.

Curiosamente, è Aliens Ovni (di Milano) che condivide la notizia del Centro Meteo ItalianoStanno eruttando contemporaneamente 35 vulcani in tutto il mondo! 
Il che ci ricorda appunto il nostro grado di alienità rispetto al pianeta, evidentemente molto vitale malgrado la nostra ignoranza. 

sabato 23 novembre 2013

Cavolologia Comparata

Nel mio blog condivido con tutto il mio mondo virtuale ciò che su Facebook condivido con poche centinaia di individui; e oggi condivido il post di Sustainable Man, una piccola, immensa lezione riassunta in poche parole con grande saggezza:

una frase da tradure in maiuscolo:
"CHI MUORE CON MENO GIOCATTOLI VINCE. PERCHE' PIU' COSE SAI, E DI MENO COSE HAI BISOGNO"
Questo è più o meno tutto quello che c'è da sapere del Grande Gioco, e il fatto che abbia usato il termine "cose" -che non appare nella frase originale- per tradurre questo pensiero, è sintomatico; che COSA vogliamo? E di COSA invece abbiamo davvero bisogno? Il fatto che in questa falsa-civiltà si possa ottenere tutto ciò che desideriamo usando dei biglietti di carta  non permette a nessuno di contemplare ragionevolmente questi interrogativi che sono essenziali per tutti noi; possiamo davvero volere qualcosa a tal punto da pagarla con la cosa più preziosa e inestimabile in assoluto, che è il tempo della nostra vita? Il tempo, si sa, è un'invenzione dell'uomo (o degli dèi, se può essere di consolazione) ma nondimeno è l'unica invenzione umana che non dovrebbe avere nessun genere di "costo" o di "prezzo"; la vita quotidiana di qualunque lavoratore dimostra l'esatto opposto, le vite di miliardi di persone sono vendute e comprate ad un costo che è sempre e comunque irrisorio, anzi risibile, perché la vita del  peggiore essere umano al mondo vale molto più di tutti i biglietti di banca e di tutti i gettoni metallici che sono stati coniati dall'avvento del sistema monetario  a oggi; i Beatles cantavano "Can't buy me love", e non si può comprare uno stornello purpureo, come quello pubblicato da Paradise of Birds oggi:

anzi, peggio: SI PUO'
ma invece della pura bellezza di cui soltanto una immagine fotografica può restituirci l'illusione avremo un'altra povera creatura innocente prigioniera a vita; quello è il genere di "giocattolo" che gli umanoidi dovrebbero scordarsi una volta per tutte, questa è la realtà cosmica che annichilisce ogni falso concetto sul valore di ogni cosa, all'interno del nostro Sistema di Falsificazione Sistematica; nel negozio di Anne a Central City (CO) uno dei due stati degli USA  in cui ciò è legale, si vende "marijuana" a "scopo ricreativo", uno dei moderni paradossi che denunciano la condizione FUBAR della logosfera globale, così come il più tristemente famoso "cibo biologico", ovvero frutta e verdura, che gli inglesi chiamano "organic", senza nemmeno aver inventata una molecola di cibo inorganico per giustificare l'aggettivo; dal canto nostro, dovremmo sforzarci di creare del cibo non-biologico, da opporre a quello "biologico", anche se per il blogger vegano una dieta "saprofita" come quella dei carnivori umani è abbastanza anti-vitale (anti-biotica!) da sostenere il confronto; in effetti lo stesso termine "biologia", che è ovviamente composto da due delle parole greche più abusate nella nostra lingua, corrisponde letteralmente a "studio della vita", e per esperienza personale so che nessun esperimento in vivo può essere ritenuto valido senza alcuna riserva, se non che l'autore dell' esperimento sia anche la propria cavia; non solo la "sperimentazione animale" è una inutile crudeltà, ma anche la sperimentazione su un individuo della medesima specie (umana, o quasi, per quanto riguarda il settore farmacologico) si può facilmente rivelare del tutto inaffidabile, perché non esiste un individuo umano uguale all'altro, e non si potrà mai ottenere nemmeno per clonazione; il DNA (associato allo mtDNA) è qualcosa di unico e irripetibile per ogni singola forma di vita, dal virus alla balenottera, e questo vale anche per tutti i singoli abitanti antropomorfi del pianeta, o grandi primati, uomini compresi;
se poi si vuole credere alle castronerie accademico-giornalistiche, al varietà scientifico che viene proposto giornalmente all'utenza alfabetica con ogni mezzo, non ho argomenti altrettanto invalidi e invincibili da contrapporre, ma posso sempre ricordare che le funzioni di quello che fu frettolosamente, ma facilmente -all'americana- battezzato come "junk" DNA è di fatto un enorme mistero in cui giace il segreto dell'umanità -qualcosa la cui conoscenza si tenderebbe "ufficialmente" a dilazionare nel tempo- e la cui soluzione da qui mi appare comunque molto remota, senza almeno un aiutino della Squadra Emergenza Intergalattica di Salvataggio Trogloditi;
sappiamo poco, niente; anzi, meno di niente; questo è l'unico possibile punto di partenza in ogni caso, per chiunque, sempre; questo è anche quello che siamo, alla fine, niente; polvere; di "stelle", o di un "corpo astrale", un pianeta particolare, ad es. "Terra"; abbiamo tutti questa consapevolezza profonda, nascosta da qualche parte; siamo tutti protagonisti unici e assoluti della nostra manifestazione atomica; che come ogni manifestazione popolare si tiene per le vie, sulle piazze delle città di tutto il mondo; sempre, e da sempre; è un grande gioco di parole, quello che giochiamo in fondo ai cieli, in cui la forma delle cose che vediamo cogli occhi della mente diviene quella della illusione materiale, e soltanto un uomo illuminato può discernere il velo di maya che offusca il proprio sguardo; sapere di essere giocati da sé stessi in ogni istante della nostra esistenza terrena, è il primo passo; il Blogger a questo punto prosegue il suo cammino solitario, verso la cucina.
e in effetti, per molto tempo ho pensato che la canzone dicesse "All we are is dust", prima di leggere la versione corretta: "All we are is stars":


quando tutti gli abitanti del mondo ascolteranno i Gorillaz, tutto andrà molto meglio.
-- L'evento epocale di oggi è la riscoperta del cavolo (nero - Brassica Oleracea); non "una" riscoperta del cavolo , ma LA riscoperta di un aroma unico, un gusto inconfondibile che solo oggi dopo -temo- decenni ho ri-scoperto essere legato a tanti momenti dell'infanzia; e, scritto questo non posso non condividere anche la mia foto "bucolica" digitalizzata e postata su Facebool qualche tempo fa:


così finalmente ho "assaggiato" quello che oggi tanti seri nutrizionisti (il popolo vegano, ovvero chi, come il blogger, esperimenta su di sé il benessere cosmico di una alimentazione corretta)  su internet definiscono il migliore tra i vegetali, con il nome generico, quanto anglosassone, di kale; e ho scoperto che proprio quello era l'ingrediente segreto, o meglio perduto, che quand'ero piccolo rendeva la minestra della nonna e della mensa scolastica il mio piatto preferito (un bambino che ama le verdure... c'era qualcosa di sospetto già allora, in me...)  Un vero tuffo nel passato; non solo di verdure. Ho celebrato questo evento nell'unico modo adeguato, con un pranzo e una cena a base di cavolo nero; dal momento che nella mia evoluzione verso l'autotrofia sono per ora saldamente ancorato al fascino esotico e implacabile della wok e alla "mezza misura" verso il crudismo, che ho conosciuta con il nome di sauté, nella mia insalata scottata ho aggiunto peperoncino, zucca, cipolla rossa di Tropea, carota, e quello che fino a ieri ritenevo IL cibo per antonomasia, il germoglio (di fagioli mung); per colmo della misura, a cena ho aggiunta della catalogna, un altro miracolo vegetale già de-cantato da Elio, che nella sua opera descrive una donna ideale:


ovvero, inesistente

venerdì 22 novembre 2013

Riflessi-One

Oggi il gruppo Fractal Enlightenment ha pubblicata su Facebook questa frase di G.B. Shaw che non avevo mai letta prima:


"Attento alla falsa conoscenza, è più pericolosa dell'ignoranza";

che era vero all'epoca di Shaw, come lo è sempre stato, ma lo è particolarmente oggi, quando un numero sempre maggiore di utenti alfabetici sta prendendo coscienza della falsità assoluta della propria conoscenza, quella scolastica, accademica e sistematica che gli è stata imposta (e non certo concessa, a partire dalle famigerate scuole dell'obbligo) con l'unico fine di farne un utente globale, ovvero un consumatore e un elemento funzionale del sistema in cui è programmata da principio la sua reclusione a vita; la novità, dall'avvento della "new age", del (falso) movimento  hippie e dalla diffusione di simili "idee alternative" al di fuori della logosfera letteraria e giornalistica, è che oggi ogni informazione possibile, ovvero ogni tipo di conoscenza che eluda in vario grado la "falsa conoscenza", il fondamento dello status quo, può essere condivisa direttamente attraverso la rete, senza quelle mediazioni che sono sempre servite da "filtro culturale" nella storia dei mass media, e una delle nozioni più importanti che si sono diffuse proprio grazie a questo nuovo rivoluzionario strumento di informazione in tempi recenti è il fatto che i mass-media stessi siano di proprietà più o meno esclusiva di ebrei ashkenaziti, ovvero perlopiù organi di radice sionista;

questa vignetta pubblicata da Knowledge of Today propone in chiave ironica un altro pensiero inquietante, che si ricollega alla frase di Shaw:

"Chi non studia la storia è destinato a ripeterla. Ma chi invece studia la storia
è destinato ad aspettare inerte mentre tutti gli altri la ripetono."

Evidentemente (a giudicare dalla libreria) il signore è uno studioso, e sa che la "storia" è ogni "materia scientifica" che interessi il sapere dell'umanità, vista dalla prospettiva di ogni "futuro" possibile; "errori storici" furono commessi ugualmente da filosofi e chimici, zoologi e medici, fisici e matematici, senza distinzione di sorta al di là della loro specializzazione in un determinato settore della conoscenza. Poiché errare è umano, ed è l'unico modo effettivo per imparare qualsiasi cosa, una volta accettata questa triste ma innegabile realtà solo la reiterazione dell'errore è qualcosa di abbastanza "diabolico", cioè di una stupidità apparentemente sovrannaturale, da esser degno di una nostra riflessione qui e ora. 

Contempliamo l'immagine postata da Truth to be Known (verità da conoscere):


"17 anni fa questo era inquietante. Oggi applaudiremmo."

Il che la dice lunga sulla consapevolezza che nel frattempo si è sviluppata nel pubblico statunitense, sul giudizio che riguarda i loro governatori al soldo di preti guerrafondai e sceicchi del petrolio, e soprattutto sulla totale assurdità di ciò che viene definito il "tempo": non c'è verso che siano passati 17 anni da quando ho visto Indipendence Day!!

E' una buona occasione per ripetere ancora il mio grande dubbio, riguardo i governatori "alieni", i "rettiliani" di cui parla e scrive David Icke, che si nasconderebbero sotto la pelle di re, presidenti e premier di tutto il mondo; senza nulla togliere al fascino di questa possibilità, che anni prima di Indipendence Day fu all'origine di un serial TV di grande successo (Visitors) né al suo possibile valore simbolico che riguarda la con-fusione tra "lucertole" ed "ebrei" (ulteriormente aggravata -e nient'altro- dal documentario di D. Icke intitolato perlappunto Lizards and Jews) ancora mi chiedo se questa distinzione formale che riguarda gli aguzzini del pianeta sia poi davvero tanto importante per tutti coloro i quali vi sono sottomessi, se l'identità di chi beve il sangue dei neonati sacrificati ritualmente, di chi manovra i fili dei burattini politici, di chi manipola ogni organo di informazione, e rende l'umanità intera schiava di sé stessa, solo grazie al vecchio ma infallibile "trucco" del sistema finanziario/monetario, sia davvero ciò che interessa tutti noi, e se la rivelazione di un volto umanoide dietro tutti i crimini perpetrari quotidianamente e da secoli contro tutti noi potrebbe essere più o meno confortante, più o meno orripilante, di quella di un lucertolone antropoide, di un piccolo inespressivo "grigio", o di una gigantesca mantide... Religiosa, certo. Su questo non ho dubbi.

Infine, è necessario per ognuno di noi innanzitutto disimparare la maggior parte di ciò che siamo stati ammaestrati ad accettare definitivamente come una "realtà"; nulla è "reale" in assoluto, al di là della impressione momentanea che tutto e ogni cosa imprimono in chiunque di noi; questo è l'unico genere di "realtà" che ci sia dato di esperire in fondo ai cieli, con le dovute virgolette poste a contenerla nel mondo-di-parole; e anche questa riflessione è di fatto solo un riflesso dell'unica regola valida per ognuno, quel "conosci te stesso" che fu nell'antichità il motto dei misteri; la nostra è una realtà virtuale, che in ogni caso è sottomessa a questa unica regola dal momento che conoscendo qualsiasi particolare, qualsiasi stato differenziato della materia fisica, intellettuale, morale, spirituale, conosciamo un dettaglio di noi stessi, e del nostro essere umani. Chiunque è un adepto del mysteryon, ciò che lo differenzia dallo studioso in toga (oltre una solida cultura esoterica=) è la mera consapevolezza della propria realtà al di fuori della cattività psico-sociale che è quella dogmatica di tutte le religioni e quella paradigmatica di tutte le scienze; la realtà "prefabbricata", coercitiva, sistematica e disarmonica, che può esistere soltanto in virtù non dell'ignoranza, o non-conoscenza, ma al contrario di una falsa conoscenza, di una falsa cultura, che è l'unico fondamento reale dell'Impero del Falso in cui viviamo.

mercoledì 20 novembre 2013

L'abitudine fa il monaco

Come ho già scritto spesso altrove, l'antica piramide alimentare sembra destinata a permanere, per un periodo pari a quello che ci separa dall'antico Egitto, nell' immaginario collettivo di tanti utenti alfabetici ammaestrati dalla più tenera infanzia ad accettare la fede come unico fondamento della propria conoscenza; la piramide alimentare è un monumento alla malattia e alla morte, ogni serio nutrizionista lo potrà confermare (prima o poi)


la versione rimodernata nel 2005 ha il grandissimo pregio di avere delle fasce verticali, e colorate:

ma come possiamo vedere gli orrori, o errori che dir si voglia, sono gli stessi; io ho ottenuta l'unica prova valida che possa confutare questo diagramma criminale (aggravato dall'omino disegnato coi piedi) eliminando dalla mia dieta tutto ciò che non è vegetale, e riducendo per quanto possibile quei vegetali che qui sopra sono separati da "vegetables" e "fruits", per quanto i "grani", ovvero i cereali, e i fagioli non appartengano al regno animale; si tratta comunque di alimenti il cui alto contenuto proteico, la lavorazione, o alcuni componenti "sospetti" ne fanno dei "contorni" occasionali, in una dieta che tende all'ideale supremo del crudismo; l'unica prova valida per qualsiasi cosa, per chiunque, è sempre e soltanto quella che riguarda direttamente l'individuo, e nel caso dell'alimentazione questa mia prova si traduce in uno stato di salute che soltanto oggi sono cosciente di non avere mai ottenuta prima;
soltanto ieri facevo presente al mio amico MF le differenze fra il lemma di Wikipedia dedicato alla lectina, nella versione Inglese e in quella Italiana; come spesso accade quello Italiano è un decimo dell'altro, ma notiamo in part. l'assenza di un cenno alla tossicità di queste proteine (la cui funzione nel mondo vegetale è "ancora incerta e non ben definita") che troviamo in "fagioli, cereali, semi, frutta secca e patate"; fra i cereali, il frumento è il fondamento della "piramide Italiana", con la sua particolare "dieta mediterranea" basata sulla farina di semola; ora, non bastasse il fatto che i carboidrati sono degli zuccheri che aspettano solo di entrare nelle nostre vene per rivelarci quanto dannosi siano, vista la potenziale tossicità della lectina mi guarderei bene dall' abusarne, ma sappiamo anche che non c'è abuso peggiore di quella che viene assunta come norma, o abitudine; osserviamo allora i fatti: pasta e pane sono una abitudine Italiana; non una tradizione, o un retaggio, o niente altro che una abitudine;
qui c'è un articolo della CBS News dell'anno scorso, in cui il cardiologo Dr. William Davis definisce il "frumento moderno" (creato negli anni '60-'70) un "perfetto veleno cronico", particolarmente pericoloso per la presenza di un oppiaceo, la gliadina, che a suo dire stimola l'appetito al punto che consumiamo una media di 440 calorie giornaliere di troppo, per 365 giorni l'anno (tenendo conto, appunto, della abitudine che è l'unico elemento a rendere ogni cosa potenzialmente dannosa);
questo è il video con l'intervista a Davis:


oltre alla abitudine piramidale dell'Italiano medio, ora dobbiamo contemplare anche questo secondo fatto certo, che la gliadina, come la lectina, si trovano entrambe nel triticum, il cui nome comune è grano, o frumento, di cui in Italia si consuma soprattutto -quasi esclusivamente- la sottospecie durum ("grano duro"); ora, esistono circa 350.000 specie diverse di vegetali, e nessuno ha mai trovata un'alternativa valida?
E chi l'ha cercata, soprattutto?

Wikipedia (en) qui elenca i tipi di gliadine (α, β, e γ) che formano il glutine, e per le quali l'uomo può sviluppare una enteropatia chiamata celiachia, una reazione infiammatoria che tronca i villi intestinali provocando l'impossibilità di assorbire regolarmente i nutrienti durante la digestione; riguardo questa misteriosa malattia, è possibile che chiunque si nutra quotidianamente di qualcosa che contiene un oppiaceo ne soffra in qualche grado, tanto che uno dei sintomi più frequenti sembra essere una stanchezza cronica che molti "individui sani" non saprebbero spiegare altrimenti...

Questo mio breve excursus tra i misteri del nostro "pane quotidiano" (un rimando alla logosfera sacra che non ho mancato di segnalare al Sig. Biglino su Facebook) dovrebbe se non altro invitare il consumatore alla riflessione, in un'epoca in cui si parla e si sparla di "OGM" e del "cibo biologico" che un tempo si chiamava frutta e verdura; mentre incombe la minaccia della Monsanto, e di tutti i possibili veleni che possono contaminarci attraverso quelli che credevamo genuini doni della terra, ci rendiamo conto che -proprio come per la nostra educazione scolastica, con le sue piramidi-killer- si tratta sempre e soltanto di credere o non credere in qualcosa, in questo si risolve la nostra intera "conoscenza", ovvero in tutto ciò di cui abbiamo notizia e che per qualche motivo -per qualsiasi motivo- decidiamo di ritenere degno di considerazione e di fede nell'unico modo possibile, mettendolo in pratica personalmente. 

Quando dico che non sapevo cosa volesse dire "star bene", prima della mia conversione al veganismo, non dico niente che il lettore onnivoro e inconsapevole potrebbe mai nemmeno immaginare, così come non lo potevo fare io prima d'allora; solo attraverso la mia esperienza personale oggi posso affermare con certezza assoluta che la "piramide alimentare è un monumento alla malattia e alla morte", e che al di là degli eccessi a cui sembra si stiano abituando anche gli Italiani e gli Europei in generale, grazie alla pessima influenza multi-mediale degli Americani, il modello di dieta alimentare più diffuso, non troppo distante da quello piramidale, è più o meno all'opposto di una dieta corretta; 

per il lettore scettico, che esita anche quando le informazioni presentate non sono state comprate o vendute da nessuno, e quando l'intento dell'informatore in questione è esclusivamente quello di condividere un genere di informazione sempre più rara, quella ottenuta interrogando sé stessi riguardo sé stessi, provvedo una evidenza di tipo fotografico, la testimonianza diretta del mio caso personale, raccolta sulla mia spiaggia di cemento la scorsa estate (giugno-agosto 2013):


il modello è il blogger, un individuo che ha frequentata una palestra per due stagioni distinte all'inizio degli anni '90, e di questo remoto episodio consiste più o meno tutta la sua carriera atletica; quello che si vede qui, ritratto con le modalità popolari del selfie, è un individuo che da oltre due anni (dopo un decennio di vegetarianismo) si nutre esclusivamente di frutti della terra (e non del mare), che trascorre la maggior parte del suo tempo in posizione discubita su un letto --con il computer acceso davanti-- e che solo l'inverno scorso ha deciso di coltivare i propri muscoli pettorali, per motivi ancora ignoti, utilizzando la sbarra per i sollevamenti che non aveva mai degnata di uno sguardo prima; questo sottintende il fatto che da quest'estate, con l'esercizio cotidiano, la situazione è ulteriormente migliorata. Non da ultimo, questo è un individuo che raggiungerà presto il suo quarantasettesimo anno di vita, e se al lettore cinico questa "forma" appare come quella tipica dell'uomo medio di mezza età, evidentemente viviamo in due mondi diversi;

questo è il tipo di "verità" che mi propongo di diffondere attraverso il mio blog; quella che corrisponde alla mia intima "realtà", esperita in prima persona; per colmo della vanità a conclusione di questo post devo ricordare ancora una volta il mio pensiero sul nutrimento del nostro corpo, e su tutti i danni che prima o poi si manifestano ugualmente attraverso il corpo: che questo corpo comprende un sistema nervoso centrale a cui fa capo il prosencefalo, o cervello, l'organo che accidentalmente usiamo anche per pensare; io non posso credere che alimentando il nostro corpo con dei pezzi di cadaveri, con lo zucchero, il caffé, e tutte le altre porcherie infami che la maggioranza dei consumatori insiste a ingurgitare ogni giorno, per mera abitudine, si possa produrre una attività cerebrale armonica e in qualche modo utile all'umanità, se non che uno si chiami David Lynch e di professione faccia il pittore e il film-maker post-surrealista. Se il risultato finale è (qualcosa come) Eraserhead, The Elephant Man o Dune (i film a cui ha lavorato nel suo "periodo Big Boy"), allora puoi ingozzarti di hamburger e patatine e milk-shakes e caffé molto zuccherato tutti i giorni, anche per otto anni di seguito. Ma per quanto ne so io, Lynch è un caso unico nel mondo e nella storia dell'uomo; tutti gli altri dovrebbero pensarci sopra un istante.

sabato 9 novembre 2013

Post interruptus

L'idea di condividere le informazioni condivise su Facebook con degli utenti estranei alle agenzie governative preposte a questa attività non è certamente la migliore per un utente esperto e un blogger ormai navigato come il Vs., ma non c'è davvero altro modo per me di rendere più immediatamente la realtà che vivo Qui e Ora, utilizzando il verbo "rendere" come gli anglofoni usano "to render", in un contenitore verbale che riproduce attraverso il foglio ipertestuale il flusso costante di parole e immagini in cui ci immergiamo online; l'idea stessa della condivisione, o sharing, come si usa dire nel caso di file musicali e multimediali nella rete P2P, che ha creato un fenomeno di massa e un problema di natura squisitamente economica all'industria dell'intrattenimento, è l'idea che ci rende il reale valore di qualsiasi tipo di informazione che decidiamo di ottenere, una esperienza sensoriale di qualche tipo (possiamo escludere olfatto, tatto e gusto) e in cui inevitabilmente -nel mondo-di-parole- prevale quella letteraria, malgrado la nostra più grande simpatia per tutto ciò che è animato (compresi i .gif) sappiamo che nel migliore dei casi il film sarà paragonabile al libro ma non sarà mai la stessa cosa, non prevederà mai una interpretazione attiva, che rende un soggetto in qualche modo "nostro", e certamente nel caso della letteratura "seria", della saggistica, della pura informazione , non esistono alternative valide alla lettura...  è sempre e soltanto la parola a definire la nostra realtà in una forma che ci appare sempre definitiva e valida ("logica") Qui e Ora, malgrado la nostra consapevolezza della illusione che comprende lo spazio e il tempo non-virtuali in cui ci troviamo davanti a un monitor accesso, e passiamo intere giornate leggendo, osservando, lavorando, giocando... 
Oggi ho condiviso il link al sito dello ITCSS (International Tribunal into Crimes of Church and State) in cui si annuncia che una nuova testimonianza, riguardante l'uccisione rituale di una bambina, avvalora il precedente resoconto di una donna Olandese, certa Toos Nijenhuis, che aveva riportato la marachella di Ratzinger e dei suoi amichetti Illuminati alla stampa, lo scorso 8 maggio; avevo intenzione di rifarmi del tempo perduto con questo post, ma non credo proprio di poterlo fare adesso. Ho bisogno di un tonico.