mercoledì 29 aprile 2015

Bob messo a nudo

Altman di R. Mann (2014)

Nel 1967 Robert Altman (1925–2006) fu licenziato da Jacob "Jack" Warner in persona, dopo che questi aveva visto i giornalieri di Countdown e la motivazione, per come ce la racconta lui stesso, fu che "Quello stupido -che ero io- fa parlare gli attori nello stesso momento".
Lo 'overlapping' divenne poi una delle caratteristiche distintive dei films di Altman negli anni '70 e '80, opere "corali" anche nel senso più tradizionale del termine; con questa tecnica Altman voleva ricreare la 'vita reale', in cui le persone si parlano addosso e raramente stanno ad ascoltare, e dove ognuno deve dire la sua anche se sarà fiato sprecato; 


nessun altro ha saputo raccontare l'America come Altman, e questa realtà meta-filmica rimane una particolarità altmaniana inconfondibile quanto rara nel mondo del cinema; perché intanto la gente continua a parlarsi addosso e spesso non si ascolta veramente, improvvisando dialoghi che non varrebbero la carta di un copione; il che si può dire anche di tanti dialoghi recitati da tanti attori...


Il documentario è ricco di materiale inedito compresi dei super8 di famiglia, interviste, conferenze stampa, apparizioni TV, fotografie e aneddoti, in un mosaico multimediale che può rendere la statura dell'iconico iconoclasta autore di films come M*A*S*H, McCabe & Mrs. Miller, Buffalo Bill and the Indians e Short Cuts, sempre che questi titoli appartengano alla memoria dello spettatore.


Altman riduceva il suo amato, Grande Paese in un microcosmo talvolta grottesco, a tratti surreale ma invariabilmente e inevitabilmente frammentario, orchestrandolo in una sorta di 'caos controllato' che gravitava -come vediamo qui- all'interno di una "famiglia" cinematografica creata sul set, una piccola comunità indipendente simile al paesino di frontiera de 'I compari'.


In generale, Altman non piaceva agli Americani perché rendeva la loro immagine grottescamente reale, e il resto del mondo non lo amava molto perché i suoi film non erano dei 'classici' films americani; per un cinefilo sono già due ottimi motivi per amarlo, ma a parte il fenomeno di M*A*S*H, di cui tutti ricordano soprattutto la con/seguente serie TV, e i due vincitori a Cannes, Nashville e The Player, i suoi films non hanno fatti incassi strepitosi, e spesso sono stati sottovalutati anche dalla critica. Dal canto suo Altman ha proseguito imperterrito per la sua strada, malgrado i fallimenti, le vacche magre e i traslochi oltreoceano, e non soltanto non ha mai pensato di lasciare il set, se non per la durata del suo "intermezzo teatrale" ma non ha mai nemmeno variato il suo registro, mantenendo un suo personalissimo modo di fare cinema che tutt'ora ci rende un'idea meno 'fiabesca' degli USA di quella riprodotta in serie dal cinema Americano, ma profondamente e onestamente Americana, e attraverso il senso di estraneazione reso dal set sempre affollato e dal suo quasi-esclusivo overlapping, ovvero la sovrapposizione dei dialoghi, esprime ancora perfettamente il male che è nor-male ormai in ogni paese industrializzato, di una incomunicabilità che nel frattempo si è aggravata esponenzialmente attraverso la tecnologia digitale, quando ormai chiunque comunica con chiunque altro con ogni mezzo possibile, e nessuno ci capisce più niente. 

Una nota finale riguarda la salute di Altman, che gli diede parecchi problemi e lo portò infine ad un trapianto cardiaco; in questo documentario non se ne parla molto, ma tra uno spezzone e l'altro della sua intera vita riassunta in 96' possiamo trovare qualche indizio valido, tanto per il suo caso che per l'America intera:




lunedì 27 aprile 2015

Adulti e avvelenati

Ieri ho scritto questo, che merita di essere postato, con una massima introduttiva fresca di giornata, reperita su Wikiquote:

"Nonostante il sistema biomedico meccanicistico sia messo in crisi e minacciato dall'immenso potere dell'effetto placebo e lo consideri negativamente, dobbiamo renderci conto che non è affatto negativo, bensì straordinariamente positivo. Comprendere l'unità di mente e corpo ci permette potenzialmente di provocare guarigioni complete e di liberare immense forze vitali attraverso pensieri, sentimenti, idee e intuizioni. (Will Tuttle)"

-- 

Il potere della mente è supremo, e l'unico limite certo è la nostra incoscienza, o ignoranza fondamentale di tale potere; questa non è retorica, le mie affermazioni si basano sui fatti dimostrati attraverso l'effetto placebo, ovvero: somministrando acqua distillata a un malato di cancro che CREDE sia un farmaco, quella stessa acqua teoricamente "inerte" lo guarisce; se il paziente CREDE che sia un farmaco "chemioterapeutico" si avranno anche effetti collaterali tipici quali nausea, vomito, anoressia, perdita dei capelli; se invece si interrompe una simile "cura" (se non altro meno dannosa della chemio) le cellule cancerogene ricominceranno a svilupparsi così come erano regredite grazie all'acqua. Questi sono fatti reali, documentati, e anche in questo caso non si tratta di conoscenza ma di ignoranza, unita alla "fede"; il paziente IGNORA il fatto che la sua presunta cura sia basata sull'acqua distillata, mentre CREDE che sia un farmaco efficace, e questo ne determina di fatto il potere terapeutico sul suo organismo, a livello cellulare. O atomico.
Questi fatti sono perlopiù ignoti per molti di coloro i quali non di meno credono alle guarigioni miracolose menzionate nei testi sacri; sono "miracoli" reali, che al contrario di quelli letterali hanno avuti testimoni affidabili e imparziali, ma il loro valore è relativo a chi li ha operati, soggetti altrettanto inconsapevoli che hanno esercitato un potere mentale straordinario su loro stessi soltanto attraverso la propria inconsapevolezza; gente qualunque, e non santoni dell'antichità di cui è rimasta soltanto la memoria scritta.
Ricordiamo sempre quello che viene stampato sulle banconote americane, "In Dio Abbiamo Fiducia" (In God We Trust); in questo modo un semplice biglietto di carta stampata vale 1,10,100, o 1000 dollari, e tutti gli americani saranno lieti di averlo in cambio di beni e/o servizi. E' sempre una questione di fede; se possono credere che YHWH, il dio israelita di Abramo e Isacco, sia il dio unico, creatore dei cieli e della terra, così come hanno letto sulle pagine della bibbia, possono benissimo credere che un foglietto qualunque abbia un certo "valore", quello stampato sul foglietto stesso. L'unica differenza per noi italiani è la nostra divisa, perché da noi non è necessario stampare lo slogan divino sui biglietti di banca; questo è il paese di "dio", dove sorge la "santa sede" e dove alloggia il "vicario" (cioè il supplente) di dio, il "pontefice"...

In quanto "vegano" conosco intimamente, visceralmente, la bontà di una dieta basata sui vegetali, e avendo scoperto questo tipo di benessere metabolico ad un'età relativamente tarda (ma non è mai troppo tarda) mi sono chiesto spesso come può tanta gente -in effetti, la maggioranza- essere sopravvissuta ad un regime alimentare praticamente fatale, basato perlopiù sui "prodotti animali" e i grani, con l'aggiunta di zuccheri raffinati, alcoolici e caffeina, per lunghissimo tempo, per una vita intera; ma a questo punto la risposta è ovvia, è la stessa questione di prima; l'ignoranza e la fede sono parte della medesima mentalità, ammaestrata ad accettare regole, leggi, dogmi e preconcetti, finanche basati sulla superstizione.
Un uomo può accettare che un certo alimento sia 'buono' per lui, e quell'alimento sarà 'buono', nel senso che non lo ucciderà come invece farebbe se l'uomo avesse notizia della sua effettiva tossicità provata in ambito sperimentale; nella gran parte dei casi, ciò produce una qualche patologia più o meno cronica, grave, invalidante, da cui paradossalmente trae grande giovamento l'industria farmaceutica.

 Tutti noi cre(D)iamo il nostro mondo a partire da una manciata di nozioni elementari che nel tempo, attraverso la così detta educazione, divengono sistemi mentali e psichici strutturati, organismi intellettuali ramificati e sofisticati, efficienti e quasi-autarchici, per quanto siano tutti limitati da una 'specializzazione', una differenziazione che per molti versi determina anche la nostra cosiddetta personalità; la nostra logosfera personale, ovvero l'insieme delle nostre conoscenze derivate dalla cultura essoterica, e quindi essenzialmente dagli studi, dalle letture e dalle loro MEMORIE, partecipa di una logosfera sociale di qualunque ordine e classe, nel quale ogni singolo individuo viene integrato in un sistema logosferico maggiore in cui il meno adattabile si può sempre classificare come inclassificabile, e il meno desiderato come indesiderabile.

-- Fine della nota; si potrebbe continuare all'infinito, ma non qui.

Oggi sono scivolato nel campo delle vaccinazioni, perché ho sempre una benché minima speranza di identificare almeno una parte del mio personale calvario psico-patologico in qualche agente esterno, e tutte le nozioni "alternative", non-censurate su questo argomento indicano i metalli pesanti presenti nei vaccini come causa di infinite patologie. Come sempre, in ogni caso, conosciamo quei casi-limite che creano il polverone mediatico, pronto a svanire nell'arco di mesi, o settimane, prima che le cose ritornino alla loro condizione originale di indifferenza assoluta; così come per i danni da glutine, che sono ovvi nei celiachi e corrodono lentamente la salute di chi non reagisce -suo malgrado- altrettanto violentemente all'intossicazione, la questione dei vaccini è altrettanto complessa, non meno oscura, e finanche più preoccupante.
Ho avuta una pubertà difficile anche grazie alla mia cagionevolezza cronica, sono sempre stato malaticcio, astenico, facile preda di ogni malanno stagionale, anche se ritengo che l'aspetto più preoccupante del mio personaggio sia sempre stato quello psicologico; non ero esattamente autistico, ma un ragazzino che passa gran parte del suo tempo chiuso in camera ha sicuramente qualche problema, e simili abitudini possono soltanto aggravare quel problema oltre misura, tanto per suo il fisico quanto per la mente.
Ho vissuta un'adolescenza infernale, peggiorando la situazione anche grazie alla mia simpatia per l'alcool e il tabacco; Venere avrebbe dato il colpo di grazia alla mia vita sociale, ma questo ovviamente sarebbe accaduto molto, molto tempo dopo...
Mi sono chiesto spesso se la mia inguaribile acne fosse causata esclusivamente dalla mia alimentazione debosciata e dall'alcool che tranguigiavo in quantità durante le mie profonde crisi depressive, fumando carriolate di sigarette che -ahimé- erano perlopiù "normali" sigarette... Mi sono interrogato sull'origine della mia asma bronchiale (ufficialmente causata dagli acari della polvere) che ha sicuramente ostacolato in maniera sensibile il regolare sviluppo del mio intero organismo, in un momento in cui avrei dovuto essere al massimo delle mie forze, nel pieno della mia gioventù... 
Sono divenuto vittima della "Malattia del Secolo", la depressione, che è sicuramente stata la più grave sotto ogni aspetto e per la quale non c'è rimedio, oltre al momentaneo SOL-lievo -- compreso quello che è tutt'ora illegale nel Belpaese... E anche la depressione (o la sindrome bipolare) è uno dei possibili 'effetti collaterali' elencati tra quelli delle vaccinazioni; alcuni articoli interessanti in Italiano fra quelli trovati sono su Mednat.org: Polio e vaccini, tutte le falsità degli enti vaccinatoriVaccinazioni pediatriche e Danni biologici da vaccino, consigliati a chi si vuole fare un'idea del problema al di là delle proprie esperienze personali; il sito offre diversi articoli interessanti sull'argomento oltre i suddetti.
Non avrò mai delle risposte certe e definitive ai miei dilemmi, ma esistono prove e testimonianze attendibili che indicano i vaccini come i più probabili colpevoli di tanto malessere, esperito durante un periodo che oggi dovrei rimpiangere  e che invece ricordo come un momento di crisi continua e incessante,  e infine come una lunga, triste anamnesi che prosegue Qui e Ora; ciò che può causare una sindrome autistica in qualcuno ed è riconosciuto come "causa di danni mentali" potrebbe avere innescate diverse "reazioni" in qualcun altro... In effetti, nessuno di noi avrà mai una risposta certa a certe domande, ma la semplice nozione che riguarda la dannosità delle vaccinazioni pediatriche obbligatorie è qualcosa che fa riflettere; e se non lo fa, è verosimile che gli effetti a lungo termine di questi veleni sullo sviluppo psico-fisico abbiano avuto un ruolo determinante nell'accettazione di una tale mostruosità.

Game Over-Loaded


Il mio libro ("File Omega", del 1991) partiva dall'idea di un videogame di genere adventure, o "d'avventura", che Wikipedia Italia definisce "caratterizzato dall'esplorazione, risoluzione di enigmi, interazione con personaggi di gioco ed è incentrato sulla narrazione piuttosto che sulle sfide basate sulla prontezza di riflessi."
Il che corrisponde alla mia "realtà" di allora come a quella attuale; c'è ancora molto, o tutto da esplorare, e infiniti enigmi da risolvere,  e l'interazione con altri personaggi (che sono ugualmente da esplorare e corrispondono tutti a veri e propri enigmi) è sempre minima; certo è che l'unica prontezza di riflessi in questa particolare realtà è quella richiesta dai videogiochi. Semmai.
La (mia) narrazione è ancora l'elemento predominante in questa avventura non-avventurosa, che è la nostra recita quotidiana; quando la realtà che siamo tutti pronti ad accettare di buon grado come ordinaria si è rivelata tanto straordinaria da risultare del tutto incredibile, e spesso incomprensibile per la maggioranza, per quelle che infine sono destinate ad essere contemplate in un quadro storico come masse consumatrici; l'ignoranza che è Buddha per gli orientali per l'occidentale è all'origine del mezzo gaudio che è sempre affiancato da un proverbiale Male comune.


E' un adventure game terribilmente statico; lungo, intricato, noioso, ripetitivo, ossessivo, per molti versi spaventoso, dove le scoperte portano sempre a nuove cose da scoprire, e tutte le risposte si rivelano poi essere nuove domande; è un gioco potenzialmente infinito in cui non abbiamo nemmeno indicazioni valide riguardo il giocatore, o la partita; a che punto siamo arrivati, dove possiamo arrivare, quanto e cosa ci resta da fare, cosa dobbiamo fare per vincere; sono tutte questioni relative all'assenza di un manuale di gioco, che nessun giocatore ha mai posseduto; conosciamo solo le limitazioni imposte direttamente dal gioco stesso, e come nelle immagini qui sopra quello che sappiamo ciò che vediamo, e leggiamo, quello che impariamo giocando; sarà perché la non-tradizione essoterica oppone la sua misteriosa apocalisse (rivelazione) a quella che per gli Indiani è la "relazione tra Purusa e Prakrti—la forza rivelatrice della natura"; possiamo soltanto accettare questa condizione , e con essa la sottomissione al dogma religioso, oppure rin/negarla malgrado essa corrisponda alla nostra condizione reale, ovvero alla realtà (per quanto artificiale) della nostra condizione, quale che sia la nostra posizione o classe sociale. E' un paradosso al quale tutti noi battezzati nel nome di Cristo -e non di KRST- siamo assoggettati dal principio; per questo è bene contemplare la vera natura del mito cristiano al di là delle sue radici storiche ufficiali, scavando nella Terra Nera che da millenni nasconde e rivela l'essenza del Mistero.


Soltanto la natura ludica di questa esperienza (V. post prec.) può permettere ad una mente sana di proseguire il gioco, perché nessuno vorrebbe mai partecipare di un gioco di cui non conosce le regole, le modalità e lo scopo finale; ma del resto, lo sappiamo bene, tutti i giochi iniziati con queste premesse, con basi fisse e invariabili, e le cui "sorprese" sono limitate al gioco stesso e non al gioca(to)re, non potrebbero intrattenerci così a lungo, e l'istinto di abbandonarlo sarebbe predominante per una percentuale di giocatori ben più alta di quella attuale... Ogni bel gioco dura poco, questa l'unica regola che appartiene al sapere popolare, e che si potrebbe facilmente applicare ad ogni gioco per poterlo considerare "bello"; purtroppo abbiamo infinite misure anche per ciò che è bello, e anche questo è parte del gioco.

Infine, devo ricordarlo ancora, il verbo inglese 'to play' vale  tanto per giocare quanto per recitare: e non è una delle possibili opzioni che troviamo disponibili all'interno dei videogames d'avventura, quando siamo immedesimati nel ruolo di un personaggio, e semplicemente ci giochiamo.

giovedì 23 aprile 2015

Den vita stenen

Per la seconda volta, nello stesso angolino della città, al termine di un viottolo ombroso che pullula di botteghe e caffè, ho sentito un bambino dietro di me dire qualcosa di curioso alla sua mamma;
 il primo, vedendo un dalmata legato sull'entrata del ferramenta in attesa del padrone ha esclamato:  "Mamma guarda, una mucca!" -- La mamma ha risposto che non era una mucca, ma un cane.
Il secondo, verosimilmente un altro bambino, l'ho sentito oggi, sempre alla fine di quella viuzza dove si immette in un budello ancora più stretto e più ombroso, rinchiuso fra le mura delle vecchie case; compiendo questo  passaggio cruciale il bambino ha chiesta un' informazione: "Mamma, ma questo è un altro paese, vero?"
La mamma ha risposto semplicemente no, ma era un "No" prolungato, autorevole, e tutto sommato convincente. Non ho avuto modo di sentire il resto della conversazione.

La cosa, oltre che divertirmi, mi ha rimandato a quella sorta di adagio popolare moderno che dice "I figli ti cambiano la vita"; per chi non ha esperienza diretta, ma è pronto ad apprendere dall'osservazione come spesso i genitori non fanno, è chiaro che i "figli" cioè tutti i bambini, di fatto cambiano il mondo stesso in cui vivono i genitori, semplicemente vedendolo -e nemmeno guardandolo- da un altro punto di vista, unico e personale, per cui un cane bianco a macchie nere non può  che essere una mucca pezzata -come quelle viste probabilmente su un libro, e non dal vero, il che rende la mucca non meno fantastica dei protagonisti de La carica dei 101 - così come una stradina che sembra portare dall'ombra verso il nulla è una parte assestante nello stradario urbano, o un "altro paese"...

Un'altra osservazione degna di postaggio, corredata di immagini, è ancora una volta quella che riguarda la natura, e prima ancora di far muovere qualche ingranaggio neurale e poi digitale implica l'uso diretto dei sensi, risvegliati dalla stagione che fiorisce; oggi ho vista, annusata e inevitabilmente catturata con il telefonino la prima rosa:


dal colore entusiasmante; senza parlare del profumo; per l'osservatore casuale, dirò soltanto che questa "macchina fotografica" dalla risoluzione minima in genere non riesce a catturare nemmeno il più vivace rosa di un tramonto, il che può bastare se non altro a comprendere tutto quello che non è visibile in questa immagine;
sempre a questa mattina, poco prima di questa gradita sorpresa, risale il mio secondo incontro con lo stupefacente albero di lillà, che dispensa uno dei profumi più fragranti, delicati e squisiti che abbia mai esperiti durante la mia annosa carriera di annusatore di fiori, piante & erbe:


In attesa che l'odorama venga integrato nell'internet, sappiate che tra i fiori di lillà (Syringa vulgaris) abitano le fate, il che rende magico questo luogo come risulta ovvio dalla sublime fragranza dell'aria che si respira nei pressi. E non cipressi.

Il glicine è ovunque, il suo profumo è sempre inebriante, ed è sempre un gran bello spettacolo, anche in una pessima foto digitale:


il mondo sta sbocciando di nuovo attorno alle mura cittadine



ad ogni angolo di strada, su ogni albero


in ogni giardino


e benché non sia un fenomeno esattamente moderno, ogni volta è facile dimenticare l'estrema brevità di queste esplosioni di vita; ieri mattina gli alberi erano ricoperti di fiori rosa, e oggi tutti i fiori sono a terra morti; i cespugli che un attimo fa erano carichi di piccoli perfetti capolavori colorati adesso portano dei fiorellini spiegazzati e cadenti, che domani non potrò o vorrò nemmeno fotografare...



Su un altro angolo di un'altra strada (o un altro paese?) nel corso degli anni ho rinvenute due pietre; la prima bianca, quarzifera, liscia e levigata come quelle che si trovano sugli argini dei fiumi; la seconda, altrettanto candida, e apparentemente con stessa composizione, è al contrario estremamente spigolosa, un frammento appuntito simile a un dente (di qualche mostro di pietra, suppongo):


la caratteristica precipua di queste pietre, di cui ho avuta notizia soltanto ieri, è la loro compatibilità, o dovrei dire componibilità geometrica; infatti la linea parabolica dell'unico lato curvo del "dente" corrisponde alle curve dell'altra pietra da ognuno dei suoi lati;





Si direbbe quasi che l'una sia stata utilizzata come matrice per la forma dell'altra, ma in quale ordine non saprei dire. E quale che sia il motivo per cui alcuni bambini, più o meno cresciuti, ricercano e infine trovano una o più pietre bianche sul loro cammino, come facevano i protagonisti di certi sceneggiati svedesi degli anni '70 (da cui il titolo del post odierno)


il trovarne due così perfettamente compatibili tra loro e a distanza di anni una dall'altra, nello stesso punto della città -che è letteralmente l'angolo di una strada molto trafficata- mi rende un'idea di continuità, di frattalità uni-versale, che  per qualche motivo suggerisce un qualcosa a proposito dell'eternità. A questo punto, secondo il cliché cine-televisivo ormai abusato oltre misura, qualcuno direbbe che "le cose cominciano a prendere forma" o "i tasselli del mosaico combaciano"; ma quello che ognuno conosce a proposito dell'eternità, espressa nel genoma umano, ci rimanda all'inizio del post, con i bambini che su un altro angolo di strada, e apparentemente nello stesso paese, ri-formano il mondo ogni volta, e i piccoli boccioli rendono immediatamente vecchi e cadenti i fiori maturi da cui sono discesi, pronti a cadere e a dissolversi nell'arco di una sola stagione...

Per noi robot organici non c'è più alcun dubbio, nature's corrupted in factories far away




and future pixels on the same corner of the same street

mercoledì 22 aprile 2015

Chi controlla gli adolescenti?


Inherent Vice di P. T. Anderson (2014)

Da uno degli autori americani più pomposi e pretenziosi dell'ultimo secolo, uno dei migliori film della stagione; delle ultime stagioni; delle stagioni, in generale; forse dell'ultimo secolo;
dal pedante, estenuante regista di There Will Be Blood e The Master (2012) un gioiello cinematografico che brilla di luce propria e ci immerge in una atmosfera filmica di rara densità in cui è bello affondare malgrado l'ameri-californismo linguisticamente criminoso del cast, che deturpa alcune battute fino ai limiti della comprensibilità.


Il merito è in gran parte della materia prima con una amichevole voce narrante e un copione che si dice essere nato da una ri-battitura completa del romanzo omonimo, opera del misterioso T.Pynchon;



il detestabile interprete di I'm Still Here (2010) poi riabilitato in un film che era quasi esclusivamente "basato sulla efficace prova dei due protagonisti" con P.S. Hoffmann) The Master, appunto -- qui compare nel ruolo di un detective assolutamente inconsueto, uno dei personaggi più originali e intriganti del millennio; 


con Benicio del Toro, Josh Brolin, Martin Short, Owen Wilson, e con LA location, cioè L.A. di sfondo;


un film che -con i suoi 148'- non ha un solo minuto sprecato, e vale tutta la pena di essere visto fino alla fine;
Inherent Vice è il Lebowski del nuovo millennio, ma è molto, molto più elegante, molto più originale e molto meno chutzpa di quello. Con almeno due sequenze esilaranti.

Addendum:
il film di Anderson meritava una seconda visione con sottotitoli, anche per comprendere almeno una parte dell'intreccio narrativo E letterario E linguistico, a proposito della "eccessiva fedeltà" del regista a Pynchon che RollingStone.com descrive come un "genio nodoso" [gnarly] "il cui linguaggio quasi-Joyceano rifugge la traduzione in altre forme"; assieme ai due sfondamenti della quarta parete, incollo la mia raccomandazione al lettore, laddove sia possibile, di visionare questo titolo in lingua originale; ne vale la pena.

Sfondamento uno: Katherine Waterston as Shasta Fay Hepworth


Sforndamento due: Benicio del Toro as Sauncho Smilax, Esq


E uno snapshot del film con sottotitolo che sintetizza l'intera vicenda con grande puntiglio:


Raramente guardo un film due volte, di questi tempi mi accontento di vederlo una volta per intero, cosa che accade sempre più raramente; questo se non altro può dare un'idea concreta dell'interesse per l'opera in questione, tra le prime nella mia Top Ten personale del 2014. 
Che non ho mai compilata, ma potrei anche farlo.

domenica 19 aprile 2015

Filmsenzastelle

Malgrado Jackie Chan sia il mio ultimo eroe rimasto, non potrei giudicare questo

Gorgeous di V.Kok (1999)

come uno dei suoi migliori films; condivido il giudizio complessivo di IMDB, dove raggiunge le fatidiche sei stelline su 10 che ne decretano la mediocrità ma anche la sufficienza, avendo le giuste, o piuttosto 'solite' dosi di azione e umorismo ben distribuite, misurate e condite con un pizzico di romanticismo à l'orientale, secondo la ricetta classica del vecchio Jackie; Gorgeous, noto da noi come "In fuga per Hong Kong" (ovviamente) contiene anche una graziosa cinesina

Qi Shu, tenuta in fresco per l'occasione

ma l'aspetto più interessante, e veramente innovativo del film di Kok si basa sul personaggio di Jackie, che non per caso si chiama ("C.N.") Chan, ed è un ex-artista marziale che si dedica interamente alla finanza, uno dei ruoli più improbabili nella lunga filmografia dell'artista marziale (ancora molto attivo), e sicuramente il meno simpatico:


nella prima parte del film infatti Mr. Chan appare come uno di quei personaggi che oggi presumo abbondino dalle sue parti, ovvero un parvenu cinese che passa le serate in videoconferenza con gli azionisti e si limita ad utilizzare le donne per le proprie necessità momentanee;

(ad es. una cena)

l'imprevisto, che compare simbolicamente nella forma di un messaggio in bottiglia, e porta all'inevitabile sequenza di scontri meta-circensi organizzati dall'eterno rivale

(dove tra l'altro il Ns. ne prende un sacco e una sporta)

lo porta a ri-considerare il suo approccio con l'altra metà del cielo, in tempo per un happy ending (Spoiler Alert!). Ma è quando, messo alle strette durante il suo secondo scontro il temibile Alan (Bradley James Allan, che ha imparato il wushu dai maestri di Jet Lee) ricorda le parole della donzella, soltanto allora scopriamo quello che mancava al film, e mancava più di ogni altra cosa al di là delle qualità di Jackie come scenggiatore e regista; era proprio il suo sorriso



ed è ormai troppo tardi per salvare un film che per tre quarti è interpretato da un personaggio 'serio' e anche piuttosto qualunque, al di là delle sue famose doti acrobatiche... Ma non è troppo tardi per ricevere lo stesso messaggio-fuori-dalla-bottiglia, così come lo legge accidentalmente Chan su un poster pubblicitario:


("SMILE" :-)

per quanto riguarda il blogger, essendo la mia personale preferenza basata sulla mera simpatia del personaggio di Jackie Chan, non potrei essere più convinto della efficacia di questo messaggio perché non soltanto il grande Jackie qui è quasi (sempre) irriconoscibile, interpretando il "serio", ma soprattutto questo quasi-irriconoscibile Jackie non mi piace affatto, ed è interessante notare come la questione non implichi nessuno dei tanti muscoli che lo scattante Jackie coltiva con passione dalla nascita -e l'hanno certamente aiutato nella scalata al suo successo- tranne quei pochi del volto, almeno una dozzina secondo Focusutilizzati per sorridere


Un Jackie Chan Movie deludente anche per gli abituali fuori scena finali, molto limitati, ma decisamente molto più interessante del solito Jackie Chan Movie, perché è la dimostrazione pratica e incontrovertibile che il semplice sorriso di qualcuno può davvero fare la differenza; e temo che questo valga per ogni qualcuno...

Prendiamo un buon esempio da LUI



Vedo solo adesso su IMDB che nel cast compare anche Stephen Chow (autore del memorabile Kung Fu Hustler) nel ruolo dell'agente di polizia.

Vorrei scrivere qualcosa anche di


dove c'è tutto quello che occorre per concludere la sotto-saga "Hobbit", ma sopra tutto -e tutti- c'è Smaug


che purtroppo per noi è il più grande personaggio cinematografico del 2014 e finora anche del '15, e devo ammettere, dopo avere confrontata la traccia audio originale con quella doppiata in Italiano, che Luca Ward sarà pure bravo, o bravissimo, ma il suo drago non è letteralmente paragonabile a quello impersonato con ogni muscolo --compresi i buccinatori e i levator, ma anche con braccia e gambe e tutto il resto, come abbiamo visto nell'ep. precedente ed è sempre bello rivedere 



-- da Benedict Cumberbatch; in tema di 'simbologie del potere' e complottismo, che il miglior personaggio del cinema 2014/15 sia un drago potrebbe insospettire i teorici che vogliono dei rettili(ani) a tramare nell' ombra del Palazzo? Per fortuna che queste idee non sfiorano nemmeno le nostri testoline di bloggers... Vorrei scrivere qualcosa di questo film ma l'ho già fatto, e in fondo ormai mi basta anche solo postarne il titolo, in questo frangente; ma ecco un'altra immagine gratuita:


L'altro titolo da annotare è quello di 

The Boxtrolls di G. Annable & A. Stacchi (2014)

della cui interpretazione vocale o canora non posso dire nulla, avendone visionata una versione (Blue Ray Rip) doppiata in italiano, ma che merita sicuramente un post-icino nel mio blogghettino, perché la bravura di piccoli e grandi ruoli, dei tanti personaggi senza volto dietro un'opera come un film in stop-motion animation, restituisce sempre un certo significato al cinema come professione d'arte, e lo fa anche quando una fiaba infantile sfuora nell'horror, con un film ambientato in un mondo grottesco e stravagante, e che infine è soltanto una puerile riduzione della "realtà"... Come sempre, ma leggermente diverso da sempre..


Riguardo l'ambiguo ruolo del formaggio, sul quale ci siamo interrogati vanamente la sera della visione, può apparire strano -almeno quanto il complotto rettiliano- che questa forma di simbologia riguardi proprio un alimento la cui tossicità è -a mio parere- incomparabile, una informazione vitale di cui nondimeno, apparentemente, pochi individui al mondo sono a conoscenza... Certo, è strano, ma cos'altro potremmo dire a questo proposito; è solo una fiaba per bambini, e soprattutto è solo un film.


a tutti piace il formaggio, no?

lunedì 13 aprile 2015

Altri 10

Collective Evolution condivide su Facebook il link a questo articolo:

http://www.collective-evolution.com/2014/08/25/10-shocking-facts-about-society-that-we-absurdly-accept-as-normal/

ovvero "10 fatti sconvolgenti sulla società che assurdamente accettiamo come normali"

Come abbiamo già avuto modo di vedere, in geometria è 'normale' quella linea o figura che si pone ortogonalmente rispetto alla linea di base; per questo qualunque cosa che "sta in piedi" si può dire normale in termini geometrici, ma spesso non è così al di fuori del contesto matematico-figurativo, e sicuramente l'essere umano, in tutta la sua normalità di bipede è una tra le meno normali delle cose conosciute; probabilmente la meno normale in assoluto, se si esclude l'orbita della Luna;
l'elenco (numerato) di Collective Evolution è questo:
  1. Diamo la priorità al denaro e all'economia rispetto ai bisogni primari come aria, acqua, qualità del cibo, il nostro ambiente e la nostra comunità.
  2. Utilizziamo un sistema commerciale che causa la morte di milioni di persone ogni anno.
  3. Dividiamo le terre del mondo in sezioni e poi combattiamo per il possesso di queste sezioni.
  4. Chiamiamo certe persone "soldati" il che rende legittimo il fatto che uccidano altre persone.
  5. Torturiamo e uccidiamo milioni di animali ogni giorno senza bisogno di farlo, per cibo, vestiario ed esperimenti.
  6. Mandiamo i bambini a scuola per tutta la loro infanzia per memorizzare fatti e tecniche che raramente saranno utili.
  7. Imponiamo una pressione finanziaria ai genitori, tenendoli lontani dai figli durante le fasi vitali del loro sviluppo.
  8. Abbiamo migliaia di religioni, ognuna delle quali crede che il loro dio e la sua storia siano gli unici veri e gli unici in assoluto.
  9. Amore e compassione, che promuovono la vita, vengono denigrati come 'facili'. Mentre la guerra, che distrugge la vita, è ritenuta onorevole.
  10. Chiunque abbia inventato qualcosa di veramente utile può impedire agli altri di usarla o modificarla.
Non vogliamo tacciare di 'facilità' la lista intera; conosciamo, almeno in parte, gli 'Americani' moderni, e bisogna ammettere che il solo sforzo di mettere insieme questi 'fatti sconvolgenti' è essenzialmente lodevole, tanto più che tutte queste cose sono vere anche dalle nostre parti; ma questo  non è un elenco completo dei "mali del mondo"; queste sono in effetti le conseguenze più evidenti, tangibili e intollerabili di tutto ciò che si potrebbe dire 'male', che è in fondo tutto ciò che l'utenza accetta come NOR-male; ma sono soltanto conseguenze di una certa mentalità, di quella stessa gente che ha memorizzati fatti e tecniche inutili con cui si è guadagnata da vivere per una vita, perlopiù all'oscuro di ogni realtà 'alternativa' e apparentemente estranea al proprio piccolo mondo-dei-balocchi virtuali, quello in cui tutti quanti giocano a Monopoly dalla nascita alla morte... Oggi, come vedo ogni giorno su Facebook, abbiamo milioni o forse centinaia di milioni o miliardi di giocatori di Monopoly scontenti, annoiati, scocciati, arrabbiati, esasperati, stressati, esacerbati, disillusi ed alienati, è chiaro che nessuno vuole più giocare con i biglietti di banca senza tutte le probabilità e tutti gli imprevisti che si merita una 'vita vera'... Ma nessuno di noi ha mai giocato ad altro, in effetti; siamo nati da giocatori di Monopoly, molti hanno generati dei nuovi giocatori di Monopoly, e tra un elenco delle 10 cose peggiori e uno delle 10 migliori, siamo ancora tutti soltanto giocatori di Monopoly, ad ogni latitudine e in ogni continente.

Non sarebbe tempo di sgommare?

domenica 12 aprile 2015

Activity Log

Da qualche tempo non posto qualcosa; è talmente facile condividere (share) su Facebook...
Queste sono le cose che condivido come JackDaw oggi su FB, e anche sul mio blog:




OPERAZIONE PAPERCLIP
I "nazisti" non hanno perso... hanno traslocato in America

Dal 1945 al 1955 l'Operazione Paperclip ha fornita la cittadinanza Americana a quasi 1000 scienziati Tedeschi. Molti di loro erano membri del partito Nazi(onalsocialista) e della Gestapo e avevano condotti esperimenti su umani nei campi di concentramento e commessi altri crimini di guerra. Gli scienziati divennero parte del complesso militare-industriale, entrando a far parte della CIA, della NASA e di altre agenzie. Uno degli esperimenti nazisti che continuò in America era il controllo mentale... Conosciuto come il progetto della CIA MK-ULTRA


Informazioni: 


Trad.: "Prima di lamentarti perché ti dò fastidio, ricordati che hai distrutto il mio habitat per costruire il tuo"


 "Siamo qui per cambiare il mondo. Non soltanto per seguire le regole, guadagnare soldi e morire."

Chiudo lo sharing domenicale con questo articolo su reset.me condiviso da The Mind Unleashed:


IL GOVERNO USA AMMETTE CHE GLI ESTRATTI DI "MARIJUANA" UCCIDONO LE CELLULE CANCEROSE

e dove il paragrafo pubblicato dal sito governativo DrugAbuse  http://www.drugabuse.gov/publications/drugfacts/marijuana-medicine
recita:

"Recenti sperimentazioni sugli animali hanno dimostrato che gli estratti di "marijuana" [infiorescenze della canapa, n.d.t.] possono uccidere certe cellule cancerogene e ridurre le dimensioni di altre. Gli esiti dello studio di una cultura cellulare suggeriscono che gli estratti purificati della pianta intera di "marijuana" possono ridurre la crescita di uno dei più gravi tipi di cancro al cervello. La ricerca sui topi ha dimostrato che il trattamento con estratti purificati di tetra-idrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD) usati assieme alle radiazioni, aumenta gli effetti delle radiazioni che uccidono il cancro."

Sono soltanto parole, certo, e vengono condivise tra gente che non ha alcuna autorità, potere decisionale o esecutivo di alcun tipo... Ma se certe parole, come certe immagini di cui questi sono gli esempi di un singolo giorno, raggiungessero la maggioranza degli utenti alfabetici e telematici di questo mondo... Probabilmente le cose andrebbero diversamente.

P.S.: devo incollare qui questo banner pubblicitario Americano, di un sito che NON tratta di cibo, ma di connessioni di rete:


"Assistenza Telefonica Gratuita -- Ricette con il bacon gratuite"

Sicuramente molti Americani lo troveranno divertente... in particolare quelli che mangiano normalmente la pancetta tutte le mattine, magari  assieme alle uova. Il bacon è una sorta di fissazione, a quanto pare, per molti Americani così come è un ingrediente fisso del loro breakfast, ereditato dallo English breakfast
Perlomeno in quello Inglese ci sono le prugne cotte....
Ma per me c'è una sola parola per definire la situazione di entrambi, senza offesa per nessuno: "Poveretti".