venerdì 15 maggio 2015

Parole al vento

Infographic pubblicata oggi da Collective Evolution su Facebook:


"Siamo studenti di parole: veniamo chiusi nelle scuole e nei colleges e negli auditori, per dieci o quindici anni, e alla fine ne veniamo fuori con un sacco di vento, il ricordo di parole, e non sappiamo niente." (R.W. Emerson)

Veniamo chiusi nelle scuole, per quasi tutte le mattine della nostra vita di bambini e di adolescenti, quando il nostro corpo sta ancora crescendo, quando le nostre ossa si stanno allungando, e lo sappiamo, la cosa più importante per un corretto sviluppo dell'organismo umano è la luce del Sole; e il movimento;
infatti veniamo chiusi SEDUTI nelle aule di scuola, e non soltanto siamo rinchiusi nell'OMBRA -perché abbiamo visto che il vetro non lascia passare le frequenze vitali della luce solare, come fa il cristallo- ma gli ambienti sono illuminati dalle tremende lampade al neon, che producono la luce più fastidiosa e più innaturale che si possa temere di vedere; dalle elementari, alle medie, dal liceo all'università, per decenni questo trattamento è stato riservato a tutti gli studenti del Belpaese (tra gli altri, meno belli=) e al di là delle più ovvie conclusioni, che ci fanno rimpiangere l'epoca fascista con le sue aule a cielo aperto --questo tipo di sperimentazione massiva è più decisamente "nazista"-- non posso fare a meno di stupirmi di fronte all'estrema ironia del gioco-di-parole, che in questo caso riguarda la nostra così detta istruzione, o educazione; qualsiasi cosa si insegni negli istituti scolastici la "luce" del sapere che raggiunge le nostre menti non è meno artificiale di quella prodotta dalla corrente elettrica che attraversa un tubo di vetro  pieno di un gas raro;  la nostra "cultura" come assieme di tutto il sapere ottenuto con un simile indottrinamento equivale all' assieme delle più svariate nozioni, accettate come dogmi e obbedite come leggi, oppure discusse e controverse, poco importa; la percentuale dei dissidenti e dei contestatori  è sempre risibile confronto a quella dei conformisti, o dei conformati. Per questo esistono le scuole; per questo il pensiero indipendente viene escluso da subito, l'apprendimento diviene una questione di buona memoria, di ricordi con cui ingorgare i meccanismi pensatori fino al collasso; come diceva Emerson, "un sacco di vento", che descrive perfettamente la situazione e non di meno è la descrizione dell'essere umano, riempito dell'"alito divino" (o pneuma) che è la sua "anima", una parola derivata dal Greco ἄνεμος, (ànemos) che significa "vento"...
Ci meritiamo altro, che non l'essere ammaestrati ad una forma di civiltà incivile, educati alla maleducazione più essenziale, più profonda, a partire dalla cima della Piramide Alimentare fino agli abissi delle gerarchie esopolitiche? Per quanto ne so chi non lo merita è chi re-agisce, e si dedica alla sua propria educazione non appena ha capito che aria tira; conoscere sé stessi è l'unica conoscenza possibile, e chi riscopre la magia della fiamma, della luce naturale, a illuminare il proprio cammino, potrà vedere un orizzonte rischiarato dall'Astro Padre. Proseguire, o meno, è sempre una questione personale...

(Quarto post di fila con un titolo che inizia con la lettera 'P'; è un segno?)

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