C'è una nota che devo appuntare, dopo un esperimento con la solita cavia che sono; ne scrivo dopo aver letto il titolo di questo video
(Il glutine crea dipendenza, come una droga!)
il quale ci ricorda la minaccia della gliadina, una proteina pseudo-oppiacea contenuta nel glutine che rende i prodotti con farina di grano duro (Triticum durum) delle vere e proprie droghe pesanti, che creano cioè dipendenza fisica; in presenza di gliadina l'organismo produce anticorpi anti-gliadina (questo lemma NON esiste nell'edizione Italiana di Wikipedia), che in alcuni soggetti causano i sintomi della celiachia.
Nella maggioranza dei casi producono sintomi svariati, più o meno gravi, di cui è arduo e più spesso impossibile identificare la causa.
Nella maggioranza dei casi producono sintomi svariati, più o meno gravi, di cui è arduo e più spesso impossibile identificare la causa.
La mia domanda iniziale era: per quale motivo dovrei mangiare qualcosa per cui il mio corpo produce degli anticorpi? Non avendo trovata una risposta, valida o meno, ho smesso di farlo per un paio di mesi; ed è stato un periodo di vera e propria astinenza anche se me ne rendo conto solo ora, quando ho reinserito il pane nella mia dieta, anche se in dosi meno sconsiderate.
Questo non prova nulla riguardo gli effetti a lungo termine della gliadina o del glutine o delle farine di grani in genere; di fatto non prova nulla per nessuno oltre me (questa è la mia teoria sulla sperimentazione in vivo, e il motivo per cui non uso altre cavie oltre me stesso=) ma per quanto mi riguarda è anche la prova definitiva di come l'assenza di questa sostanza porti ad una grave forma di astinenza, che modifica le facoltà mentali e il comportamento del soggetto; se è vero che chi consuma abitualmente glutine non vuole altro che glutine, e di fatto il pane è divenuto il cibo per antonomasia e sinonimo di nutrimento nel nostro Paese, è altresì vero che la fame perenne dell'astinente non dà pace, il cibo diventa un'ossessione e si mangerebbe ad ogni ora del giorno e della notte, ma senza soddisfazione.
Questo appetito implacabile non riguarda quindi la quantità del cibo ma la sua qualità, come ho avuto modo di constatare di persona; quello che il nostro organismo desidera e infine esige è quel particolare nutrimento, che contiene quella particolare sostanza; dopo quasi mezzo secolo passato a drogarmi inconsapevolmente di gliadina, posso assicurare che è quantomeno arduo farne a meno, ma perlomeno adesso conosco il potere di questa 'narcoproteina' avendolo sperimentato di persona. Nello stesso periodo ho constatato che non esistono alternative economiche al pane, per quanto il mercato del "gluten free" sia in piena espansione io non mi posso permettere pane o pasta che costano tre o quattro volte tanto quelli prodotti con il grano, il veleno d'elezione del popolo italiano --e non solo.
Il nostro 'pane quotidiano', che è sicuramente intossicante come dimostra la mera esistenza degli anticorpi anti-gliadina, è il simbolo del commercio, l'icona dell'industria alimentare e del suo approccio alle masse consumatrici, che accettano di nutrirsi con i peggiori frutti della terra non per una scelta ragionata ma come semplice abitudine, tramandata di generazione in generazione. E certo, anche i peggiori frutti della terra, e anche ridotti in semola, sono meglio dei cadaveri che per la maggioranza continuano a rappresentare la portata principale dei pasti... Ma questo è un altro discorso.
Valeva almeno la pena di un post questa nota, sull'ennesimo esperimento del blogger salutista; invito il mio lettore a fare altrettanto, privandosi per qualche settimana di questa droga quotidiana che abbiamo sempre consumata ignorandone del tutto l'esistenza; soltanto in questo modo potrà constatare l'esattezza del titolo del video, e delle mie conclusioni a riguardo. Oppure confutarle. Soltanto quando una droga viene a mancare ci si può rendere conto di essere drogati, e di quanto lo siamo.
Credo infine che l'effetto più notevole durante questo periodo sia stato quello della "mobilità", o "lucidità mentale", che gli anglofoni definiscono efficacemente con il termine di "alertness"; è questo che assieme alla fame continua ha resa l'astinenza intollerabile. Per me è stato come vivere in un mondo al rallentatore, dove tutti sembravano affetti dalla medesima sindrome di abulia e lentezza mentale; non che la cosa mi sorprenda --dal momento che il glutine sembra inibire il flusso sanguigno alla corteccia frontale-- ma non c'è altro modo di adattarsi a questa condizione generale che tornare a condividerla, rientrando nella grande famiglia dei glutinomani che è composta dalla stragrande maggioranza degli Europei. Questa è letteralmente la colla della nostra società, sostenuta simbolicamente dal sistema religioso con la preghiera del 'pane quotidiano', assieme alla sua propaganda pro-etilica che per tradizione associa il mortale vino -e non la vitale acqua- al nutrimento del gregge.
Mai come in questo periodo, malgrado la mia natura solitaria e la mia vita sociale sempre ai minimi termini, mi sono sentito altrettanto 'alieno'. E' stata una prova dura, non tanto per il periodo di stress psicologico ma per la dolorosa, triste conclusione che posso riportare solo qui, in un post sul mio blog. Purtroppo.
Confermo quindi la conclusione della giuliva Sig.ra JJ Virgin, e sono pronto a rincarare la dose, forte della mia recente esperienza: il glutine non è COME una droga, ma di fatto E' una droga, e di tipo "pesante" perché crea dipendenza e astinenza; chiunque se ne può accertare in ogni momento, semplicemente smettendo di usarla. Non ho mai nemmeno sentito dire di qualcun altro che l'abbia fatto, se non in un episodio di "South Park".
Confermo quindi la conclusione della giuliva Sig.ra JJ Virgin, e sono pronto a rincarare la dose, forte della mia recente esperienza: il glutine non è COME una droga, ma di fatto E' una droga, e di tipo "pesante" perché crea dipendenza e astinenza; chiunque se ne può accertare in ogni momento, semplicemente smettendo di usarla. Non ho mai nemmeno sentito dire di qualcun altro che l'abbia fatto, se non in un episodio di "South Park".
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