martedì 19 maggio 2015

La testa tra le nuvole

A volte mi chiedo cosa sappiamo veramente; anche nel campo della nuvologia, la mia scienza preferita
e a volte sono portato a pensare che anche in questo campo non ne sappiamo niente.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/02/Agobard.jpg

Il vescovo Agobardo di Lione nell'815 menzionava un popolo di pirati che all'epoca rubavano i raccolti dei campi attraverso le tempeste, fors'anche in accordo con i tempestarii (maghi delle tempeste); costoro sarebbero vissuti nel regno di Magonia, i cui abitanti viaggiavano su "navi-nuvola" che hanno ispirati i moderni ufologi, i quali "hanno voluto vedere nel racconto di Agobardo un resoconto di antichi avvistamenti di velivoli alieni" (Wikipedia).
"Alieno" significa sempre 'estraneo' e 'sconosciuto', ma non necessariamente "extraterrestre"; anzi.
Come pure il 99% degli UFO visti e ripresi nell'ultimo secolo, anche i Magonesi e le loro navi erano visti dal fondo dei cieli, nell'atmosfera terrestre; come quella dei piloti di UFO, la loro alienità è quindi relativa alla nostra suprema ignoranza, tipicamente terricola. Pressappoco tutto è "mistero" per noi tutti. Ma il racconto folkloristico di Agobardo ci ricorda pure le antiche illustrazioni delle divinità classiche, anch'esse poste al di sopra delle nubi secoli prima che altre figure -ben più astratte- fossero sostituite a quelle del pantheon Argivo; queste credenze di dèi e pirati sono decadute con l'avvento di una  tecnologia che non lascia dubbi al pubblico sulla composizione dei corpi nuvolosi, la loro origine e il loro fine secondo la scienza meteorologica; rimane però l'idea comune all'ufologia -una nuova forma di folk-lore- e alla religione -la super-stizione istituita- di un "regno celeste" che tanto materialismo non è riuscito a far cadere al nostro livello; è lo stesso "regno dei cieli" che i preti promettono ai fedeli, e lo stesso "spazio aereo" in cui oggi più che mai si avvistano oggetti e/o fenomeni essenzialmente sconosciuti, al di là della nostra effettiva capacità di "identificarli".
Stranamente, non esiste una rappresentazione -nemmeno moderna, di cui sappia- di una divinità assisa nello "spazio esterno", in cui l'alto dei cieli corrisponda a quella massa oscura punteggiata di lumi a cui oggi i mass-media ci hanno abituati, e che da questo punto di vista (dal basso) corrisponde a una visione notturna dei cieli; se il dio-Sole Atum-Ra degli Egizi era assimilato ad un "corpo astrale" che dispensava vita attraverso le sue e/man/azioni, gli dèi più recenti non si sono mai spinti oltre i confini dell'atmosfera artistica, comparendo talvolta al di sopra di Tutto, ma non all'esterno:

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7c/Cima_da_Conegliano%2C_God_the_Father.jpg

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d0/Creation_of_the_Sun_and_Moon_face_detail.jpg

http://en.wikipedia.org/wiki/God#/media/File:Ludovico_Mazzolino_-_God_the_Father.jpg

http://www.supernaturalwiki.com/images/7/7c/God-02.jpg


http://www.collinpiprell.com/wp-content/uploads/2012/10/god-creates-the-world-virgil-solis-1514-62.jpg

Questa visione senz'altro artistica ma alquanto terragna del Creatore è vieppiù la stessa di Zeus, che di fatto si distingue dal Deus latino per una sola lettera, nel mondo-di-parole; in questo caso è interessante notare che la versione più famosa di Zeus tra le nubi è qualcosa di estremamente moderno, perché gli antichi non hanno mai rappresentato il padre degli dèi in un contesto pittorico di natura celeste, nemmeno se stava scagliando saette dall'alto:

(qui curiosamente le "stelle" sono state aggiunte da Kronos in persona)

forse secondo Evemero queste sarebbero fanfaluche moderne, ma è comunque interessante notarlo, cose come il famoso Jupiter et Téthis di Ingres


e ogni raffigurazione neo-classica più o meno conosciuta, sono conseguenze di una con/fusione religiosa che si è inevitabilmente estesa anche alle arti visive, per cui gli esempi "antichi" che oggi puoi incollare nel tuo post sono cose del 1800 "d.C." e non "a.C."...
E' degno di nota il fatto che Dyauṣ Pitrā, da cui derivarono lo Zeus Greco e il Deus (Pater) latino significa in Sanscrito "Padre Cielo" (द्यौष्पितृ) e pertanto è inutile cercarne una immagine su Google Image; Egli è di fatto lo scenario su cui sono state poste le deità Occidentali, l'essenza stessa della divinità vista dal terricolo, che secondo il blogger revisionista fu derivata dal concetto estremo-orientale del Dao (o "Tao"), seguendo la linea discendente della Cosa Sacra nell'evoluzione dell'umanità, da Est ad Ovest;
questo ovviamente non è un discorso che si esaurisce in un post; il cielo è l'unico limite della ricerca, e per un individuo attero come il blogger non è impresa da poco.

Anche in Inglese si usa l'espressione "avere la testa tra le nuvole" -to have the head in the clouds-  per definire la distrazione; noi italiani però non abbiamo niente di simile ad un Godhead che Wikipedia ci dice esser derivato dall'Inglese Medio "godhede", e quindi non è correlato al moderno termine Inglese "head" (testa), ma non di meno viviamo nello stesso mondo-di-parole, in cui malgrado la sua completa alienità con la "testa" degli Inglesi moderni la Divinità viene comunque chiamata God/head, proprio come se avesse qualcosa a che fare con la testa... di qualcuno. Certo, dal mio punto di vista è oltremodo strano che questa assonanza, che è di fatto una coincidenza esatta del termine, si riferisca a quello stesso Ente Divino che per tanto tempo è stato raffigurato proprio "tra le nuvole", dove stanno tante teste "distratte" come quella del blogger; forse che vivendo sovrappensiero si possano superare tutti quei limiti che la logica impone?
E' sicuramente così, ogni serio psiconauta ne ha la certezza; ma quello che passa per la nostra testa non è altrettanto facile da descrivere quanto il suo contenitore; non è "tutto nella nostra testa", ma nella nostra mente, testa compresa. Questa è una di quelle cose che è difficile farci entrare in testa.

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