"I'm so happier now that I'm dead." (Amy Dunne, the Gone Girl)
La musica FA
Gone Girl di D. Fincher (2014)
che è uno dei migliori titoli della scorsa stagione, ed è particolarmente encomiabile la simbiosi audio-visiva, con alcuni istanti prossimi al sublime; era da parecchio tempo che il merito di un musichiere -o due- non si rivelava tanto prepotentemente, e con tanta originalità rispetto allo standard di Hollywood;
Trent Reznor e Atticus Ross sono gli autori della superlativa colonna sonora, mentre il DoP Jeff Cronenweth (Fight Club) è figlio del leggendario Jordan (Blade Runner); è una famiglia con la pellicola nel sangue!
la prova di Rosamund Pike nel ruolo del titolo è stata evidentemente molto apprezzata dalla critica, come dimostra la sfilza di premi che probabilmente adesso adornano la sua sala del biliardo ;
bellezza & bravura in una sola ... cosa
Ben Affleck è all'altezza della situazione, e in generale cast & crew non lasciano nulla a desiderare, con l'abile direzione del regista di Seven e Fight Club
"Ragazza scomparsa?" Ci pensa lui...
Tratto dall'omonimo best seller,
Gone Girl è un buon giallo "psicologico" che si tinge delle tinte assai più cupe e preoccupanti della satira sociale e di costume, e delle scienze comportamentali, in linea con il famoso esempio di doppelganger filmico con Brad Pitt, menandoci ad una catastrofe finale apocalittica dove ritroviamo un'altra ESPRESSIONE di rassegnazione, che infine vediamo dipinta sul volto del bravo Affleck, è in fondo la maschera dell'uomo comune, o everyday man;
"Eh"
quello che separa le peripezie meta-letterarie (con 2 scrittori protagonisti) vissute dalla coppia del film da quelle "reali" della possibile coppia di spettatori è ciò che richiede un TRUCCO cinematografico, cioè il sangue, che certamente qui non difetta; ma è il dettaglio di una narrazione parallela, frammentata, di un flashback sottinteso che permane nel territorio delle possibilità letterarie; così come nelle visioni minacciose del canadese Enemy il ragno simboleggiava l'inestricabilità del fato, nell'Americano Gone Girl è ancora come sempre il fattaccio di sangue, la minaccia fisica e palpabile e circense dello jugula; e funziona ancora, malgrado tutto; anche grazie alle suadenti dissonanze di Mr. Reznor & Mr. Ross.
Cucina perfetta, mogliettina perfetta... con tanto di gatto rosso; è lo scenario perfetto dell'Inferno sulla terra (credetemi) |
Ci sono altre note oblique in questo film, dove ancora il product placement non è soltanto quello pagato dalla marca particolare, ma da un intero settore, che io chiamerei il settore industriale dell'intossicazione e dell'ingozzamento, una minaccia molto più prossima, verosimile e pertanto più temibile dello sgozzamento, soprattutto per i tanti spettatori "americani" che dopo il cinema (in America si va ancora al cinema) trovano il fastfood aperto sulla strada di casa, e ricordano certi fotogrammi, non proprio subliminali come questi
il solito secchio di caffè per la poliziotta in gamba
hamburger e patate fritte per la cattiva ragazza
hamburger e patate fritte per la brava ragazza ... tutte le ragazze vogliono un po' di cancro
ma quella cattiva merita anche il dessert; è grazie ai cattivi che il pubblico affluisce in sala
e questo è product placement di tipo tradizionale
e anche questo
e questo
e anche questo!
Immagini che potrebbero condizionare la scelta degli spettatori-consumatori, anche se in favore di qualcosa che è stato più volte elencato ai vertici della classifica dei cibi più cancerogeni al mondo; senza contare i vizi
come sempre assieme al tabacco c'è l'alcool a rinfrancare i personaggi perseguitati dalla malasorte, e questo trucco non necessita effetti speciali (se non del tè nel bicchiere a sostituire il whisky) ma funziona sempre, la sua semplicità è impeccabile perché non è nemmeno una istigazione al consumo, ma una semplice descrizione di fatti e situazioni e personaggi verosimili, per cui durante una situazione delicata e drammatica -e anche piuttosto desueta- come un possibile rapimento un bourbon è il minimo indispensabile, e certo il bourbon da noi si trova in vendita legalmente in qualsiasi supermercato (come le sigarette negli USA), è difficile anche solo dubitare di questo fatto;
dunque sono persone "normali" che fanno cose "normali", nel contesto più o meno "anomalo" proposto dalla narrazione. Sono cose che fanno tutti; il fatto che non siano cose buone da farsi, o siano il contrario di ciò che è buono, non è degno di menzione altrove. Per questo ci sono "thriller psicologici" di grande impatto emotivo e profonde implicazioni filosofiche, capaci di intrattenere la mente dell'utenza mentre il loro corpo asseconda i voleri del sistema. Mangia le patatine, e beve una birra, all'insaputa del suo ospite distratto... Finché tutta la sua attenzione sarà rivolta a qualche referto clinico infausto; allora si potrà dedicare intensamente alla terapia, anziché alla salute...
Con un'apparizione del sempre simpatico, scompigliato Scoot McNairy
che ricordo sempre volentieri come il protagonista di Monsters |
E Lui:
in quella che si può considerare una citazione occulta
il gatto rosso stroboscopico, che tutti noi ricordiamo in Alien (1979)
E con questa canzone dei Blue Oyster Cult che non avrei mai e poi mai saputo rintracciare nelle mie memorie, semmai; "Don't feel the reaper", cioè "Non temere il mietitore"; un ottimo consiglio per tutti.
A proposito di bitches, il blogger cine-cinofilo ieri ha avuta la fortunata occasione di conoscere questa splendida femmina di Weimaraner, una razza piuttosto inconsueta dalle nostre parti, con il suo magnifico pelo grigio cangiante che ricorda il velluto
con il suo affabile sorriso
il suo sguardo fiero, ma dolce
e la sua giocosità travolgente (letteralmente), è uno dei cani con la più forte "personalità" che abbia mai avuto il piacere di conoscere; soltanto oggi su Wikipedia ho scoperti quei retroscena che un animalista non vorrebbe mai scoprire, e che determinano le caratteristiche comportamentali e fisiche di questa simpaticissima belva sanguinaria le cui qualità negative potevano derivare soltanto dall'imposizione della più letale belva sanguinaria al mondo, la quale per sua sfortuna è anche il suo unico possibile padrone.
A cos'altro poteva mirare l'ammaestramento del maestro di morte...
Occasione più unica che rara, per me, di vedere l'esemplare di una razza eccessivamente costosa, un altro paradosso che si perpetua nel tempo malgrado l'abbondanza di "randagi" che affollano i canili del mondo;
le mie amicizie nel circondario si moltiplicano, secondo le mie scelte "speciste" (tutti tranne gli homo) e con la mia antica preferenza per i felidi, e felidi che non hanno lentiggini; lei è la mia ultima conquista:
(cioè, la conquista del mio cuore)
i suoi capelli sono straordinari
Grazie, amicia mia