venerdì 20 marzo 2015

Percorso Virtuale

Ore 10:30:
è il picco dell'eclissi solare secondo il sito ANSA; in effetti da qui il Sole appare come uno spicchio di limone, ma in foto il fenomeno è invisibile (grazie alla mia tecnologia fotografica di quart'ordine) e la luce appare soltanto diminuita, senza quello stranissimo effetto che abbiamo visto nel Giugno 2001...

A proposito dell'Astro Padre, a partire da questo evento ho seguita la pista virtuale aperta da qualcuno su Facebook con un video dedicato ai geroglifici Egizi, e ai misteriosi Shemsu Hor, che alla stregua degli Anunnaki sumeri portarono una forma di "sapere prefabbricato" in blocco, completo di ogni accessorio per l'edificazione istantanea di una grande civiltà; la più grande, in effetti; 
i Shemsu Hor precedettero ogni dinastia faraonica, che come nel caso dei Sumeri e del con-seguente sistema religioso di Babilonia, furono all'origine di una complicata architettura astroteologica, in cui il faraone regnante era posto a rappresentare la divinità;
consideriamo il simbolo di Khephir o Khepri


(Kheper, Khepera..) che è rappresentato da uno scarabeo stercorario nell'atto di innalzare una palla di sterco nel cielo, il Sole;

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/b/be/Egypt.KV6.04.jpg

Non tutti hanno qualche indizio valido riguardo la sovrapposizione del culto Solare dell'antico Egitto con il moderno e sofisticato sistema religioso romano/cattolico , per quanto la pronuncia di certe parole sia modificata nei tempi e nei luoghi la riproduzione verbale di un concetto, idea o ideale, o deità, non modifica la sua essenza in una invocazione che viene reiterata per mantenerla in vita attraverso i millenni: ogni giorno, in tutto il mondo Occidentale (e non solo) il nome della deità principale degli antichi Egizi -con svariate pronunce- viene di fatto invocato più e più volte, da centinaia di milioni, o miliardi di cristiani  perlopiù inconsapevoli
ne deduco che la qualità misteriosa precipua del culto babilonese sia quella di separare il mistero giudeo-cristiano da quello egiziano;

la figura antropomorfa della deità chiamata Kephri è tra le più interessanti, e forse tra le meno note delle tante raffigurazioni polimorfiche del vasto pantheon Egiziano dell'antichità:

Il dio scarabeo Khepri nella tomba della Regina Nefertari. - Pinterest

Al di là di ogni significato particolare riguardante il ruolo della deità, il suo valore figurativo è ovvio oggi come allora, si tratta di una figura simbolica divina posta a coprire la vera identità -per così dire- dell'essere umano, cosa che pure rispecchia l'essenza del cristianesimo in tutte le sue innumerevoli ramificazioni e le sue infinite ambiguità; ma a differenza del ben più noto Amon-Ra, che porta il Sole sul capo, il volto di questo oscuro personaggio è quello che abbiamo visto rappresentato sopra come l'artefice dell'astro stesso, un ruolo paradossalmente elevato rispetto alla sua figurazione terrena, per non dire terragna. Inutile dire che il concetto di un dio nascosto, per com'è definito nella figura di Amun, rimanda immediatamente a questa immagine, ma non ci spingiamo oltre nell'identificazione di ciò che è sinonimo di 'misterioso'... da svariati millenni.
E' un mondo di parole quello in cui viviamo Qui e Ora; consideriamo l'espressione "Rosa dei Misteri", che è tanto rara quanto ambigua, laddove "rosa" è considerata spesso nella nostra lingua un insieme più che un oggetto unico, come i petali (lo stesso vale per il loto) che formano l'unità floreale; pare che la locuzione latina "sub rosa" (sotto la rosa) che si riferisce al mantenere un segreto, derivi dal mito classico di Arpocrate, ma il mito dei Greci è un crocevia in cui affluirono tanti miti orientali come princìpi esoterici oggi noti soltanto agli orientalisti e agli accoliti di certe sette. La rosa è assimilata a Iside ed è il fiore dell'Egitto, il luogo del Mistero per eccellenza a partire dal nome derivato dal Greco "avvoltoio", alla sua capitale, "Il Cairo" - derivato da un termine che indica Marte- al suo ruolo storico-culturale all'origine del mistero della alchimia, nome derivato dall'antico nome dell'Egitto Al-Kemi, "terra nera";
osserviamo i cartigli che rappresentano i "nomi" dei faraoni nel corso delle dinastie, e come spesso appare tra i segni una penna, o un volatile, come pure il colubro, o cobra reale; altri costruttori di piramidi, in un altro angolo del mondo, veneravano un serpente piumato, e questo genere di figurazione è ben visibile in molti dei loro dipinti e nelle loro sculture monumentali, intatte dopo millenni; anche nell'America centrale dell'antichità il soggetto ricoperto di piume è tra le figure centrali del mito; non è certo per caso che il messia dei Gentili consigliasse di essere "puro come una colomba e astuto come un serpente", riassumendo in una sola frase una enormità storica.
Khepri, lo stercorario, è simbolo della rinascita, dove il suo affiorare dalla materia decomposta è una rappresentazione microscopica di quella macrocosmica del Sole che rinasce ogni mattina dalle tenebre; non possiamo osservare e comprendere questa analogia escludendo il nostro ruolo di mezzo tra le due cose, questo è il ruolo dell'uomo Qui e Ora, come è sempre stato, tra la pallina di sterco e l'Astro splendente, avvolto nel Grande Mistero che si è sostituito alla  Grande Conoscenza perduta;
sono giunto a contemplare al termine di questo breve percorso tra i misteri la figura di Electryone (o Alectrona), ninfa figlia di Helios (il Sole) che morì ancora vergine; oltre all'assonanza con il termine elektra, o ambra, è il genitivo femminile del termine alektor, gallo; pertanto in questo personaggio mitologico femminile è rappresentato il legame tra il Sole e il gallo, entrambi simboli squisitamente maschili;
il motivo per cui essa compare al termine della ricerca però è la madre, Rodo, il cui nome ha lo stesso significato della omonima isola Greca (conosciuta come Rodi) che per noi è ancora soltanto: Rosa.
Ora mi chiedo se l'autore dell'articolo su Wikipedia abbia quella minima conoscenza dell'Italiano che gli permetterebbe di trovare un altro senso alla frase "she was the consort of Helios, as Pindar says, and a co-protector of the island, which was the sole center of her cult"... Il corsivo è mio. 

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