Fra i tanti video a sfondo gnostico nell'immenso catalogo di Youtube, meritano un post nel mio blog quelle di "Hermano" Antonio Córdova Quezada, noto agli utenti di Facebook come "El hombre que habló con Dios" e definito altrimenti come "contattato" che, come precisa il suo profilo social, "viaggiò verso un altro pianeta su un OVNI"; altre informazioni sono reperibili sul sito dall'eloquente titolo di Alfa Y Omega;
ma il motivo precipuo del mio interesse particolare per questo personaggio proviene da questa conferenza del 2012, a titolo "Origine dei sogni", che ho corredata al momento della visione della trascrizione di alcuni passaggi, e commenti personali:
<<todo el mundo engana a todo el mundo, y todo el mundo lo sabe, y nadie dice nade.>>
Trad.: "tutto il mondo inganna tutto il mondo, e tutto il mondo lo sa, e nessuno dice niente"
<<El sueno es la vida normal del espiritu hasta el istante en que pide conocer una vida en algun lejano planeta, es una interrupcion momentanea en la vida del espiritu>>
"Il sogno è la vita normale dello spirito fino all'istante in cui chiede di conoscere la vita su qualunque pianeta lontano, è una interruzione momentanea nella vita dello spirito"
(questo è il motivo per cui i sogni mi hanno sempre data l'impressione di essere ambientati su un altro pianeta; per quanto la dimensione onirica del terricolo rifletta o riproduca le parvenze dei luoghi a lui noti di "Terra", lo spirito non appartiene a "Terra" o a nessun altro mondo, in particolare; ogni dimensione particolare in cui è manifesto un "corpo astrale" o "pianeta" è ugualmente "altro" rispetto alla realtà spirituale, che per l'uomo medio risulta più o meno incomprensibile, come quella onirica)
<<terminado el tiempo del vida planetaria el espiritu retorna al sueno viviente, retorna a l'eternidad, la que habia dejado por un instante; se llama instante el tiempo che dura una vida umana;
las vidas, mirada del punto de vista de l'espiritu, son solo instantes>>
"Terminato il tempo della vita planetaria lo spirito ritorna al sogno vivente, ritorna alla eternità, ciò che aveva lasciato per un istante; le vite, viste dal punto di vista dello spirito, sono solo istanti"
(questa è l'idea principale, ciò che definiamo 'sogno' è più prossimo alla vera realtà -"vita spirituale"- di quanto non lo sia lo stato momentaneo dell'essere umano incarnato in fondo ai cieli; questo è lo "hic et nunc", la consapevolezza interiore dell' eterno istante; che il "tempo" cosiddetto esista solo in relazione alla durata della vita umana)
<<Los platillos voladores recogen ideas y suenos y aqui una divina mision ignorada por el conocimiento de este mundo; los platillos voladores tienen infitos nombres porque son infinitas las umanidades que ese observan.>>
"I dischi volanti raccolgono idee e sogni e qui hanno una missione divina ignota per la conoscenza di questo mondo; i dischi volanti hanno infiniti nomi perchè sono infinite le umanità che osservano" (SIC)
<<La causa del universo es la misma causa del sueño, porque todo sueños se vuelve a realidad en otras dimensiones, se vuelve universos.>>
"La causa dell'universo è la medesima causa del sogno, perché tutti i sogni si trasformano in realtà in altre dimensioni, divengono universi"
se ne evince che la trinità cristiana è un simbolo del "tempo", con il padre (passato) il figlio (presente) e lo spirito santo (futuro); quando il presente "muore" diviene "spirito" e ritorna ad essere "padre" nel passato, l'idea creatrice, o creazione ideale; pertanto la vita spesso viene data -parafrasando Córdova "in un futuro fatto presente nel passato"; sono entrambi termini relativi soltanto allo istante vitale;
queste non sono nozioni diffuse fra chi regolarmente si tocca il cuore pronunciando il nome di una antica deità egizia, e per il blogger è più che mai interessante che un uomo profondamente religioso -e cristiano- come dimostra di essere Córdova anche nella sua oratoria, malgrado la sua nomea di "contattato", possa arrivare a concludere che <<Somos dioses principiantes.>>, ovvero
"Siamo dèi principianti"
In questo caso non è una intera lettera, come la "D" che distingue la divinità dal nostro "IO", ma un semplice accento a fare la differenza sostanziale, quella posta sulla "E" di "dèi", come plurale di "dio"; non è una questione che riguardi l'utenza ispanica, ma come sempre interessa l'utenza del Mistero Latino, e l'insopprimibile, inesorabile ironia del mondo-di-parole che questo blog(ger) riflette.
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