sabato 19 aprile 2014

La giostra umana

E' un titolo che non avevo mai letto o sentito nominare prima, nemmeno nella versione originale di


(O. Henry's) Full House di H. Koster, H. Hathaway, J. Negulesco, H. Hawks, H. King (1952)
☻☻+

cinque episodi, la risposta Americana al format Britannico di Quartet (1948) e Trio (1950), con la riduzione per lo schermo dei popolarissimi racconti di O. Henry, scrittore e avventuriero novecentesco la cui biografia è degna di un film di Hollywood:
nel primo episodio, "The Cop and the Anthem", un magnifico Charles Laughton 


è Soapy

aristocratico vagabondo che cerca inutilmente di farsi arrestare per avere vitto e alloggio assicurati;
nel secondo, "The Clarion Call", il ridanciano, spregevole e irritante gangster Richard Widmark (che ha il cappello nero!)


è coprotagonista, assieme con il baldo Dale Robertson 


poliziotto onesto che gli è debitore di un bigliettone da lungo tempo, e pertanto non può arrestarlo malgrado abbia la prova certa della sua colpevolezza;
in "The last leaf" Anne Baxter


è la sfortunata Joanna Goodwin, preda della polmonite e della demenza, che crede di doversene andare assieme all'ultima foglia di vite che vede dalla finestra; la sorella caritatevole, Jean Peters (che sposò Hughes nel 1957) e l'inquilino pittore squattrinato (Gregory Ratoff) la assistono durante il decorso:


in "The ransom of Red Chef", una improbabile coppia di rapitori di buon cuore ed eloquio forbito, composta da Fred Allen e Oscar Levant


ha la infelice idea di rapire il pargolo dello sceriffo, che si rivela ben più pericoloso di entrambi; il florilegio henriano si conclude con "The gift of the Magi", dove i poveri-ma-belli Farley Granger e Jeanne Crain


fanno di tutto per assicurare una preziosa strenna natalizia all'amato/a; anche in questo caso, come nei precedenti, e come in tutti i racconti di Henry, la vera sorpresa arriva nel finale;
il film è un tripudio marcatamente ashkenazista di buoni sentimenti made in USA, che all'epoca promettevano lacrime e risate al pubblico pagante; introdotto e narrato da John Steinbeck


il film uscì con il nome di Marilyn Monroe a grandi lettere sul cartellone, anche se la diva appare per due minuti sullo schermo;


e con il bambino che tutti ricordiamo come l'amico di Rin Tin Tin

(Lee Aaker)

che Wikipedia ci dice esser divenuto poi carpentiere e maestro di sci per handicappati;
e con l'inossidabile Kathleen Freeman (qui con Irving Bacon)


narratrice in tempo reale del rapimento del figlio, che stranamente non sembra preoccuparla affatto...
Film di spirito natalizio, con tanto di coro finale


non poteva che capitarmi la notte di Pasqua.

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