Il New York Post usò una foto di Mickey Rourke in questo film, per l'articolo sulla morte di Charles Bukowsky (1920-1994):
Barfly di B. Schroeder (1987)
☻☻
ovvero, una semi-biografia parziale di Bukowsky, rappresentato dal suo alter-ego Chinaski, impersonato da Rourke; se c'è una buona battuta in questo film è questo "appunto mentale" dello scrittore:
"Some people never go crazy. what truly horrible life they must live."
(Qualcuno non diventa mai pazzo - che vita veramente orribile devono vivere.)
Purtroppo il bere non aiuta.
A proposito, non ho scaricato questo film, che per quanto ne so è ancora online su youtube in una copia quasi-HD più che decente, di cui vedete qui degli screenshots, nel caso non l'abbiate mai visto in lingua originale (Inglese Americano!!), cosa che valeva anche per me fino a questa sera; il film di Schroeder non è un capolavoro del cinema ma ci presenta una coppia improbabile come la vecchia Dunaway e il giovane Rourke, che scimmiotta letteralmente Bukowski con una notevole recitazione di spalle, ad alta gradazione alcolica;
sullo sfondo della sempre assolata L.A.
di cui ovviamente si vede ben poco, ma si percepisce comunque |
nelle inquadrature molto teutoniche di Robby Muller, famoso come "il DoP di Wenders";
che, malgrado tutto, fanno la differenza; l'ambiente losangelino comporta delle apparizioni che per il cinefilo sono inevitabilmente associate all'universo lynchiano, a partire dal compianto Jack Nance
investigatore privato
a due comparse non altrettanto note, come Pruitt Taylor Vince
(che appare assieme a John Lurie in Wild at Heart)
e questa orribile... cosa
che ci aveva già spaventati in Mulholland Dr.; cosa sia, però, non lo so e non voglio saperlo.
Questo film mi ha ricordato che l'alcool è la madre di tutte le droghe, e non è affatto buona.
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