lunedì 3 marzo 2014

Nuove, e anche buone

Lunedì; questa mattina leggo della premiazione del film di Sorrentino La Grande Bellezza (V.) che ha -giustamente - ricevuto l'Oscar per il miglior film straniero, e della morte di Alain Resnais, autore di uno dei miei films preferiti di sempre, L'Année dernier à Mariembad (1961);


come scrivevo qualche tempo fa, la ricerca di un altro titolo da inserire nella mia personale top ten filmica tra quelli della filmografia di Resnais è risultata vana, ma tra quelli recensiti finora nei miei blogs spiccano films assolutamente unici come i meta-surrealisti Smoking e No Smoking (1993) e il nostalgico Les Herbes Folles (2009), uno dei rari films che si potrebbero guardare anche solo per il finale; in ordine sparso, qui possiamo leggere di Mèlo (1986), Muriel ou Le temps d'un retour (1963), La guerre est finie (1966), Mon Oncle d'Amerique (1980) -- che ci offrì una scenetta degna di Lynch


Coeurs (2006), quello che è forse il primo film "non lineare" della storia, Je t'aime, Je t'aime (1968) e Stavisky (1974); per averci lasciato anche un solo titolo, il quale però a tutt'ora non ha paragoni validi nella storia del cinema, al di là di ogni giudizio postumo egli si merita un posto speciale nel pantheon del cinema, e per aver saputo rappresentare l'esistenza dell'uomo come una continua ricerca dell'ignoto che egli, in quanto Francese, fu per certi versi facilitato a riconoscere nella sua controparte muliebre.


Adieu, anzi, Au revoir, Alain!

Anche in questo caso mi trattengo dal pubblicare l'altra faccia -quella buona- della medaglia.

Questa mattina il gruppo di Facebook Live Vegan (vivi vegano) pubblica questo:


(Trad.: grazie per averci aiutati a diffondere il veganismo - grazie per sostenere la giustizia e la nonviolenza)

che festeggia il 55000mo membro iscritto sul social network; il che si può dire relativamente incoraggiante, ma globalmente desolante; per quanto grande, 550000 persone è il numero di abitanti di una cittadina di provincia come questa, che nessun altro al mondo conosce oltre i suoi abitanti; secondo wiki.answers siamo 168 milioni sul pianeta a seguire una dieta alimentare "corretta, responsabile e salutare", rispetto ai 6.8 (o 9) miliardi di abitanti, che al contrario seguono una paradossale dieta saprofita; questa, sparsa per i cinque continenti e in centinaia di Paesi, è quella che si potrebbe dire una percentuale irrisoria, lungi dall'essere in qualche modo rilevante per l'andamento del mercato della morte che domina indisturbato, tra gli scaffali dei supermercati e quelli delle farmacie; ma come ben sappiamo non occorre nemmeno un gruppo di persone per fare la differenza, ogni possibile altro che faccia questa scelta è un esempio vivente di speranza e di incoraggiamento, in un pianeta che pullula letteralmente di ghouls.
Buon appetito...

P.S.: l'immagine postata nel pomeriggio da Veganism is the future sembra fatta apposta per concludere il discorso:

Trad.: "Credi di non poter fare la differenza? Per ogni persona che non consuma prodotti animali ogni anno si salvano approssimativamente 900 animali. Tu hai nelle tue mani le vite di 900 animali. Scegli la compassione. - diventa vegano."

P.S.: anche il pranzo è una buona occasione per postare, cosa che lamentano spesso i saprofiti sociali di Facebook; un aspetto forse sottovalutato del "veganismo" è che prendendo delle buone abitudini riguardo le spese alimentari la casa diviene -con un costo relativamente minimo- una dispensa di salute, dove ogni cibo può diventare l'ingrediente di un nuovo, prellibato, succulento piatto il cui unico limite è nella fantasia del cuoco; oggi ho improvvisata questa super-insalata "Oh My Darling Clementine", dedicata a quella che -essendo la più stupida in assoluto- è una delle canzoncine più popolari della storia: ma ovviamente qui il nome è quello comune della Citrus Clementina:


contenente cavolo nero, cavolo rosso, ravanelli, pomodorini ciliegia, anacardi e zenzero; un filo d'olio E.V. d'oliva e un pizzico di sale sono sufficienti per il condimento, perchè con una buona mescolata si ottiene tutto l'acido (citrico, e anche ascorbico) necessario a soddisfare i requisiti dell'insalata; un insieme di colori, sapori, profumi e textures differenti che ti proiettano in un paradiso istantaneo, un breve ma intenso sogno in cui l'utente sensoriale può illudersi per qualche istante di avere ritrovato un effimero equilibrio con l'organismo planetario che ha generati tanti meravigliosi frutti; che è comunque un genere di illusione non troppo diffusa tra le genti, come abbiamo appena constatato. Quale genere di illusione può derivare dal masticare la gamba di un pollo, una spalla di manzo, o il corpo di un pesce? Io voglio credere che la gente sia ormai troppo distratta per avere una risposta pronta a questa domanda, anche se questa distrazione cronica rimane comunque la prima causa di malattia e di morte al mondo... Almeno questo fatto dovrebbe richiamare l'attenzione dell'utente alimentare.

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