"The most exciting thing we could do, that's what all is everything about is really enjoing and getting genuinely excited about the possibilities -not necessarily achieving anything of our ambitions but just going into it with a sense of sort of wonder again, you know." - Damon Albarn
Non c'è molto altro da dire a proposito; queste sono le parole di un "re del brit-pop" che a un certo punto della sua carriera sembra essersi accorto di poter fare musica (molto, indefinitamente) più interessante di quella prodotta "per lavoro" nel suo tempo libero, con il suo I-phone, a partire da quando raccolse le proprie registrazioni fatte durante un tour con la band, i Blur;
il disco (Democrazy, 2003) non è proprio un granché, e io personalmente lo ascolterei un'altra volta solo per quella canzone da cui venne l'ispirazione per "Clint Eastwood" (tutto sommato, immagino di averla già riconosciuta al momento dell'ascolto) -- ma in esso giace il seme del cambiamento, che si materializzò poi attraverso l'incontro con il fumettista Jamie Hewlett e la nascita della band portata sugli schermi in forma di animazioni, interprete virtuale di sei albums straordinari, letteralmente incomparabili;
Qui scopriamo tra l'altro che i due hanno vissuto assieme per qualche tempo, e che tutti i pantaloni prestati da Hewlett al coinquilino poi sparivano nel nulla, malgrado la sua interessante ipotesi per cui avrebbe potuto lavarli e indossarli ancora;
Osservate i segni della violenza del mondo sul volto di Albarn, che qui appare tumefatto ed escoriato |
e poi addirittura sdentato... memori della sua laurea honoris causa, alla cui cerimonia partecipò con una benda sull'occhio, ci chiediamo quali siano i suoi passatempi non-musicali... Ma non vogliamo una risposta |
per chiunque conosca e possa apprezzare la musica dei Gorillaz, questo è un documento unico e insostituibile per conoscere qualche retroscena del fenomeno multimediale, con delle "chicche" inedite (anzi, pre-edite) dagli studio di registrazione, qualche intermezzo da road movie con i protagonisti, e qualche episodio decisamente goliardico che ci ricorda la natura "demoniaca" delle creature di Damon & Jamie;
mi pare di averlo già scritto in qualche post, ma non mi stancherò mai di ripeterlo: "questo mondo andrebbe molto meglio se tutti i suoi abitanti ascoltassero i Gorillaz"; purtroppo, lo so bene, specialmente dalle nostre parti i Gorillaz non solo sono poco ascoltati, ma circa tre anni dopo il loro scioglimento sono più o meno ignoti ai più, al di là dei vari "singoli" passati in TV e in radio, che come sempre rappresentano la parte "commerciale" del gruppo, e sono tanto irresistibili quanto (molto relativamente) banali rispetto all'insieme dell' opera;
io certo non avrei mai comprato un disco come "Plastic Beach" per aver sentito "Stylo" (nel cui video appare Bruce Willis) o "Some kind of nature" (guest vocal il vecchio Lou Reed) alla radio, anche perché non avrei mai immaginato che potesse contenere canzoni come "Cloud of unknowing" o "To binge", e lo stesso si può dire di tutti gli altri dischi; definire questa musica "pop" non è semplicemente restrittivo, ma è più o meno il contrario della realtà dal momento che la musica davvero pop-olare oggi nel mondo è agli antipodi di questa; sicuramente il mondo della musica andrebbe molto meglio, se tutti i musicisti in erba avessero ascoltati i dischi dei Gorillaz almeno una volta;
al mio lettore consiglio di sfruttare Youtube per una generosa "anteprima", tralasciando ciò che è famoso per trasferirsi completamente nella dimensione Gorillaz che, parafrasando i versi di Albarn, riporta l'ascoltatore "indietro al cuore delle cose"(Back /To the heart of things)...
Ovviamente, un documento simile non poteva che essere firmato da un eletto di dio.
Ender's Game di G. Hood (2013)
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è un film tratto da un libro tratto da un racconto, da cui fu già tratta a suo tempo una serie a fumetti;
non conoscendo le suddette opere, mi posso solo chiedere il motivo di tanto successo, tale da portare alla realizzazione di questo film, che per il momento è noto soprattutto come uno dei più grandi fiaschi della scorsa stagione;
questa espressione di Harrison Ford descrive l'esperienza cinematografica |
Non c'è un solo aspetto del film di Hood che abbia colpito il blogger cinefilo, al di là della affinità con il più famoso Starship Troopers, e il fatto che qui i nemici insettoidi (invisibili per rtutta la durata) si chiamino "formics" (SIC)
è un indizio da non sottovalutare;
Ender's game è qualcosa fra Tron: Legacy e The Black Hole in versione videogame, ma senza robottini simpatici. Un vero, colossale disappunto. Lettura consigliata ai marines, visione sconsigliata anche a loro.
Il titolo del post -riferito all'arma anti-planetaria del film- deriva dalla canzone dei Gorillaz:
Il titolo del post -riferito all'arma anti-planetaria del film- deriva dalla canzone dei Gorillaz:
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