lunedì 10 marzo 2014

Cannes...

Rieccoci; come si dice da queste parti, "nelle canne", in luogo del canonico ginepraio; per qualche motivo, quando si parla di questo regista la palude incombe sullo scenario con tutta la sua paradossale ironia che soltanto noi Italiani possiamo apprezzare:


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dal regista del capolavoro immortale completamente ambientato -guarda caso- in un canneto, il parabolico, demoniaco, vorticoso, meta-cinematico Onibaba (1964), un omaggio denso e intenso a Sensei Mizoguchi


autore fra gli altri di quello che ho definito poco fa un film inestimabile雨月物語 (Ugetsu Monogatari, 1953); nella forma canonica del film-intervista, sentiamo parlare i colleghi di Sensei



dai produttori ai tecnici agli attori, fino al mio nuovo eroe cinematografico Kazuo Miyagawa, DoP di Ugetsu e di Rashomon (1950) di Kurosawa, che vedo finalmente in volto:


mentre parla della lavorazione del film e dei problemi per ottenere gli sfondi grigio scuro di una certa pittura Cinese, impresa che a suo parere non riuscì completamente; ma i motivi per vedere questo doc riguardano tutti gli aspetti possibili del mondo del cinema, in cui Mizoguchi trovava rifugio dai suoi -altri- demoni personali, in primis le donne di malaffare, con tutto ciò che poteva conseguirne


e il saké; in questa collezione minima ho raccolte con le immagini alcuni sottotitoli che possono incuriosire abbastanza il lettore anglofono per indurlo alla visione:








Dulcis in fundo, quello che viene definito


il suo pitale o pappagallo da set preferito; perché i registi seri non hanno tempo per andare in bagno.

Un documento prezioso, che consiglio a tutti gli amanti del cinema. Compresi quelli che non conoscono Mizoguchi; del resto io stesso ho scoperto da poco la gloria di Sensei attraverso Ugetsu, che è il suo film più famoso in Occidente, ma ho ancora una intera filmografia da esplorare; il prossimo titolo sarà 山椒大夫  che da noi è L'Intendente Sansho.

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