venerdì 31 gennaio 2014

Angoscia Teorica e Vita Matematica

I film di questa notte danno origine al titolo del post; il primo è il quasi-sconosciuto


Angustia di B. Luna (1987)

che in Inglese è Anguish, e da noi "Angoscia", raro esempio vintage di film-dentro-il-film che secondo le strane leggi del cinema sembra un giallo girato appunto all'epoca del giallo all'italiana, malgrado la inconfutabilità della data di produzione;  qui il molto ebreo e poco espressivo Michael Lerner

(che tutti i cinefili ricordano come il produttore di Barton Fink)

interpreta il maniaco ipnotizzato dalla mammina (l'altrettanto ebrea Zelda Rubinstein, nanesca esorcista di Poltergeist) ed esortato a proseguire la sua attività di collezionista d'occhi, nel film "The Mommy"


proiettato in un cinema di L.A.

e alla cui proiezione assistono due giovinette - a mio parere pessime attrici, fra le altre cose


che si trovano coinvolte in un confronto "angoscioso" (soprattutto per lo spettatore cinefilo) fra realtà e finzione, quando un "vero maniaco" armato di pistola irrompe nel cinema... Se l'intento di Luna era di creare quella "Angoscia" che il titolo potrebbe suggerire, la sua missione è totalmente fallita; la trovata del film-nel-film con maniaco, che rimanda a certi vecchi fumetti "surreali", al di là della scarsa originalità non funziona, anche grazie ad un cast di recupero e ad un montaggio decisamente "europeo"; finora conoscevo Bigas Luna solo di nome, e sicuramente non è questo titolo che l'ha reso famoso; di buono qui c'è solo qualche lampo di Los Angeles

(quando Agfa e Ilford vendevano ancora pellicole)

che vista cogli occhi -appunto- del DoP Josep Civit sembra un'altro mondo -- e purtroppo anche un'altra era geologica; film ruspante, la cui qualità non si addice alla sofisticata, oserei dire pretenziosa riflessione meta-filmica del (mediocre) soggetto;


infatti gli Americani non si sono presi la briga di rifarlo in versione Hollywood, come succede di solito con le produzioni Europee; il secondo film è il famoso


Teorema di P.P. Pasolini (1968)
☻☻
che è un film estremamente gay, estremamente 1968, e tutta la estremità dell'opera è rappresentata di fatto dal regista, dalla sua memoria storica, di iconoclasta mangia-borghesi e vittima predestinata, che mette in scena la propria nausea esistenziale attraverso un gioco asettico, di movimenti gravi e talvolta erratici della MdP, rari dialoghi infiorettati di poesia, allusioni velate ed eteree, su quello stesso triste palcoscenico casalingo che troviamo ancora oggi affollato in ogni angolo del mondo


ma in Eastman Color!

Qui il giovane Terence Stamp


interpreta Il Visitatore, un inesorabile quanto compassato spirito libero, selvaggio eppur virtuoso, che si insidia nell'anonimo nucleo famigliare per portarsi tutti a letto e quindi sparire, lasciando un vuoto dapprima ignoto nell'animo borghese e perbenista; questi pazzi, pazzi, pazzi Inglesoni!

E ancora l'angoscia!

La tragica lentezza dell'azione e la declamazione meccanica dei rari dialoghi lo rende simile ad un progetto filmico, quasi un teorema (!!!) consegnato nelle mani dei posteri che con gran difficoltà ed eventualmente con dolore potranno un giorno inoltrarsi nella mente del ribelle sodomita, schiaffeggiata rudemente e ogni giorno durante il regime democristiano; devo confessarlo, questa esperienza non mi è risultata interessante in alcun modo al di là della sfera sensoriale -e non sensuale, malgrado l'ambiguità propria del termine- ma è un documento storico di ovvia importanza; qui Ninetto Davoli fa il messaggero attero


e non porta il pane;

l'idea del teorema di ieri notte si è riflessa questa mattina nel post di Conscious Life News su Facebook, con link all'articolo sull'omonimo sito, titolato DI COSA E' FATTO L'UNIVERSO? DI MATEMATICA, DICE UNO SCIENZIATO; l'articolo è tratto da Live Science, a cura di una certa Lewis (...) e tratta della visione del Prof. Max Tegmark, secondo il quale “se accetti l'idea che lo spazio stesso, e tutta la roba che c'è nello spazio, non hanno alcuna proprietà eccetto che delle proprietà matematiche”, allora l'idea che ogni cosa è matematica “inizia a suonare un po' meno folle"; l'articolo prosegue dicendo che “l'idea consegue all'osservazione che la natura è piena di schemi, come la sequenza di Fibonacci, una serie di numeri in cui ogni numero è la somma dei due precedenti. Lo sbocciare del carciofo segue questo schema, ad es., con la distanza tra ogni petalo e il seguente che corrispondono ai numeri nella sequenza. Anche il mondo non-vivente si comporta in modo matematico. Se lanci una palla da baseball in aria, essa segue una rozza traiettoria parabolica. I pianeti e altri corpi astrofisici seguono orbite ellittiche. “Ci sono una elegante semplicità e una bellezza che si rivelano in natura nelle sequenze e nelle forme matematiche, e che la nostra mente è stata in grado di comprendere." ha detto Tegmark, talmente innamorato della matematica che ha immagini di famose equazioni incorniciate in salotto."

La famosa sequenza o successione di Fibonacci, riassunta qui sopra, è di fatto un principio basilare della geometria frattale, dove ogni parte -o elemento frattale, cioè "suddiviso"- di un insieme è correlato a tutti gli altri in ogni possibile misura, non soltanto la metà e il doppio, ma in ogni moltiplicazione e divisione dello stesso valore, all'infinito; ogni vero artista frattale conosce questo "segreto" che si rivela di fatto nella manifestazione di ogni forma in natura, dalla struttura delle cellule 


alle venature delle foglie alle vene dell'uomo, ai fiumi, ai fulmini


alle onde


dalle ali degli uccelli


 fino alle forme "stellari"


che ci ricordano le eruzioni Solari; a partire dalla struttura a doppia elica del DNA


tutto ciò che esiste in natura -agli occhi dell'uomo- tende inevitabilmente a rivelare la sua "matrice frattale" attraverso l'uso di un banale software per la generazione di forme frattali (nel caso, Apophysis) e dunque per chi ha utilizzato un simile programma, e "scoperto il trucco" che soggiace sotto l'apparenza, o meglio la manifestazione delle cose in natura, la "teoria" di Tegmark, così come quelle pitagoriche (la aritmogeometria), appare tutt'altro che "folle", è un primo passo incerto della scienza "tradizionale" -la cosmologia- e "Occidentale" verso la vera conoscenza della realtà "naturale", o meglio cosmica, e quindi letteralmente dell' "ordine naturale" che attualmente appare un po' fuori fuoco per molti; 


"Materia Mentale"

per altri esempi di "arte frattale" che comprendono riproduzioni di "textures" e "densità" riconoscibili in natura, invito il lettore a visitare la mia gallery Fractalife su Deviantart;

l'arte frattale rimanda per me inevitabilmente al mito degli "artisti creatori" del popolo Maya, e come sempre nel nostro mondo di parole è impossibile non riconoscere il principio ludico di tutto, laddove il nome di quello stesso popolo che venerava "dèi-artisti" corrisponde proprio alla entità in cui gli Indiani (dell'India =) identificano la Illusione, Māyā, il cui significato originale era di creazione, "ma ha successivamente acquisito quello di illusione" e che -riporta sempre Wikipedia- è "il potere da cui ha origine il mondo materiale"; questa è ciò che definiamo Illusione, e non riguarda semplicemente la gabbia sensoriale dell'essere umano, la sua illusione personale, ma la manifestazione in sé, ovvero quella stessa "misteriosa realtà subatomica" di cui si interessa più prosaicamente la "scienza Occidentale specializzata" della meccanica quantistica... 

Quello che avevo intenzione di scrivere oggi sul mio Blog era: 

“ Non conosco il signor Ford, il signor Mercedes, il signor Fiat e nessun altro degli industriali che producono automobili oggi, né ci tengo a farlo; non posso dare nessuna colpa a questi signori, personalmente, anche se è certo che si sono macchiati di un crimine planetario, e in qualche modo dovranno affrontare il loro karma; non conosco personalmente nessuno di loro, e quelli che invece conosco sono i loro complici in questo crimine, e sono miliardi di persone; che mi passano accanto ogni giorno, che sono sconosciuti o conoscenti o amici, o parenti, che sembrano persone sensate e ragionevoli, gente perbene, tutti capaci di scrivere e far di conto; così sembrano, ma poi devono andare al supermercato, o in ufficio, e salgono in macchina; divengono allora automedonti patentati; usano un aggeggio di una o più tonnellate per trasportare i settanta o ottanta chili del loro peso, e fanno muovere il loro veicolo bruciando benzina; lo sapete, cos'è la benzina...? sapete cosa produce la combustione del carbonfossile, sapete tutto; siete gente istruita, ragionevole, siete esseri umani... o siete automedonti
Io non conosco il signor Ford o il sig. Fiat, ma conosco la gente, e non c'è nessun altro che possa incolpare per il veleno che respiro ogni giorno uscendo di casa; io non sono nemico di nessuno, ma ho miliardi di nemici a questo mondo, che non sono "nemici" fra virgolette, antagonisti ideali, che mi attaccano con delle argomentazioni da cui mi potrei difendere in uno scontro retorico; sono nemici mortali per il mio organismo, e mi colpiscono nel punto più vitale in assoluto, avvelenando l'aria stessa che respiro; avvelenano così la mia mente e quindi il mio spirito, attraverso la puzza di un mondo malsano, dove si continuano a incolpare le multinazionali e si continua a fare la spesa nei supermercati, a guardare la TV, e a guidare l'automobile; quindi infine capirete perché non sono tanto in collera con il Sig. Ford, etc., ma con tutti ma proprio tutti voi, automedonti. E' matematico.
 Io non vi considero nemmeno esseri umani ma, se lo siete, siete la vergogna dell'umanità. Lo penso da che ho memoria, e così sarà fintanto che il racket del motore a scoppio, le "sette sorelle" e gli sceicchi arabi continueranno ad accumulare ricchezze a discapito di tutti, costringendo l'utenza ad accettare l'unico mezzo di locomozione non troppo rapido, non troppo sicuro, né troppo economico, ma soprattutto anti-eco-logico, che gli viene offerto dal mercato; a tutti voi, dico solo questo: vergognatevi
-- Firmato: un pedone. 

Questo era il messaggio che volevo rivolgere all'utenza automobilistica.
E se poi dovessimo parlare di denaro....
Ma per questa sera basta, mi sono sfogato; sono a post :-)

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Addendum -- tratto dal mio libro di prossima pubblicazione:

"durante gli anni in cui ho utilizzato Apophysis per creare frattali ho constatato di persona che tutte le forme in natura sono forme geometriche frattali;
pertanto, tutto ciò che è manifesto in natura ha una corrispondenza matematica DIRETTA e irrefutabile; nel caso del software, ad es., si potrebbe compilare un programma o formulare un algoritmo per creare esclusivamente "alberi", la cui forma "ramificata" è la stessa di fiumi, vene e arterie, etc.; lo stesso si potrebbe fare per le forme "liquide", per quelle "organiche", oppure i "poligoni regolari" come i fiocchi di neve, i cristalli, etc., etc. Nel caso di Apophysis, partendo da una "fiamma random" si ottengono "casualmente" tutte queste forme, come ho potuto constatare, che "ricordano" -ovvero, sono generate con gli stessi principi di "suddivisione infinita" propri dei frattali- tutte le forme presenti in natura, compresa la doppia elica del DNA e molte di quelle che consideriamo "simboliche" (ma che seppure raramente si riscontrano in natura) come la stella a 5 punte, il cuore, lo swastika, etc.;
esteticamente parlando, tutte le forme di questo genere che si ottengono con l'illusione di una rifrazione della luce su una superficie virtuale, o come irradiazioni fotoniche (la forma di una "stella" può apparire con tanto di "flares") non appaiono particolarmente piacevoli a vedersi, al di là delle qualità cromatiche, fintanto che non "ricordano" qualcosa; che nella nostra mente può corrispondere ad una spirale galattica, ad una grotta, ad una foglia, o qualsiasi altra struttura frattale naturale fotografata e vista in passato; nel contempo, ri-conosciamo queste forme come parti inequivocabilmente appartenenti al medesimo insieme, la foglia e la galassia, il cuore e il cristallo, l'albero e la vagina, al loro apparire sul magico schermo della geometria frattale dichiarano la loro appartenenza certa ad un ordine di idee superiore, ad una perfezione cosmica, ricordandoci il significato originale del kosmos Greco, che si riferiva appunto all'Ordine Naturale delle cose"

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