venerdì 24 gennaio 2014

Non è Francesca

Dall'autore del frizzante Being John Malcovich (1999) e del fiabesco Where the Wild Things Are (2009) che nel frattempo ci ha offerto roba corta come I'm Here (2010) e Scenes from the Suburbs (2011) ieri mi è arrivato questo


Her di S. Jonze (2013)
☻☻

in una copia DvDscreener che rientrava appena nei limiti della decenza; qui lo scrittore di missive a pagamento Theodore Twombly, impersonato dal non più rinsecchito, striminzito, né ubriachissimo (come lo era in The Master) Joaquin Phoenix


si invaghisce del suo amichevole sistema operativo a nome Samantha, interpretato da Scarlett Johansson;

(con lui nella foto)

e rappresentato perlopiù sul set dall'auricolare perennemente infilato nel padiglione del protagonista (per questo si chiama padiglione-auricolare =)

uno dei rari film in cui si inquadra il pulviscolo atmosferico;
essendo in effetti un one-man show romantico imperniato sulla presunta bravura di Phoenix, ma anche perlopiù sulla sua figura, dopo l'abuso della stessa in I'm still here (2011) non ho saputo apprezzare l'opera nel suo insieme, malgrado la quasi-originalità con cui Jonze tratta il tema del rapporto (spesso non-sentimentale, né sessuale, se non è un film di Matthew Barney) tra uomo e macchina; perché la tecnologia digitale ha fornito il sistema operativo di un computer della voce di Scarlett Johansson; per quanto mi riguarda devo ammettere che è molto meglio sentirla che vederla


(cosa che mi eleva oltre l'Olimpo Hollywoodiano di un bel pezzo)

ma non mi sono comunque trovato coinvolto in alcun modo dalla vicenda, nemmeno filosoficamente, laddove la cosa si fa insolubilmente confusa tra il computer umano e la "personalità" muliebre dello stesso, e anche se ho potuto ammirare la capacità del regista e degli interpreti, non posso dire altrettanto dell'autore, che è ovviamente lo stesso Jonze; 


Come On!

Her è un film tiepido; di sfondo c'è lo scenario del cinema, L.A.


appena oltre la cappa di smog

Per quanto riguarda il blogger, che nel millennio scorso scriveva (di) cinema, la cosa più interessante è che il protagonista si chiami Theodore e che porti occhiali "di tartaruga", proprio come quelli di Theodore Chambers nel mio script a titolo The Chinese Mushroom -- che per la cronaca risale al 1984.
Bei tempi, quelli andati.

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