mercoledì 15 gennaio 2014

American BS

Il film di ieri notte:


Sling Blade di B. B. Thornton

viene definito sleeper hit da Wikipedia, ovvero un successo "alla lunga", e gran parte del suo grande successo (costato meno di un milione, ne ha incassati + di 30) è dovuto al tour de force di Thornton, candidato all'Oscar come miglior attore protagonista, e che invece lo vinse per la migliore sceneggiatura tratta dal suo stesso dramma; il personaggio di Karl Childers è impossibile anche da descrivere, e malgrado la bravura dei nostri doppiatori non credo che qualsiasi doppiaggio in qualunque lingua potrebbe mai rendere giustizia alla sua interpretazione del suo personaggio, che peraltro vanta un robusto accento Sudista;


un'altra descrizione del film riportata da Wikipedia è quella del Washington Post, che lo definì "capolavoro del Southern storytelling", ovvero della "narrazione Sudista", dove lo spirito del profondo Sud è presente e palpabile nei luoghi, nei personaggi, e nei fatti narrati (e nella loro parlata "pesante") in cui ovviamente la presenza di una kaiser blade, che "qualcuno chiama sling blade", è inevitabile; tra le cose buone del film, c'è il fatto che non la si vede nemmeno per sbaglio;


un film da vedere e possibilmente in versione originale, anche se a causa dell'accento profondo di tutto il cast, e della inimitabile parlata "robotica" di Karl, consiglierei l'aiuto dei sottotitoli;
con l'inedito John Ritter gay, a cui l'autore ha dedicato un ruolo aggiuntivo


un breve cameo di Robert Duvall, che -a proposito di Southern storytelling- rimanda alla sua parte in To kill a mockginbird (1962)


e uno ancor + breve per Jim Jarmush, che vende patatine fritte


Il film di questa notte è un altro successone, ma più recente:


American Hustle di D. O. Russell (2013)

vincitore di 3 Golden Globes, era in origine un soggetto a titolo, appunto, American Bullshitliberamente ispirato all'operazione ABscam messa in atto dal FBI tra la fine degli anni '70 e gli '80, da cui già Luis Malle pensava di fare un film con la coppia Aykroyd-Belushi poco prima di morire; qui gli autori di nome fanno Singer e Russell, quindi non ci stupisce il fatto che il loro eroe, scaltro "affarista", si chiami Irving Rosenfeld
a interpretarlo è Christian Bale, che per l'occasione -e per rifarsi dei chili perduti prima per The Machinist (2004) e poi per Rescue Dawn (2006) (e poi ancora The Fighter, che però non ho mao visto)- è ingrassato di oltre 18 Kg.:


e fra la paccottiglia d'oro che si porta addosso possiamo riconoscere il simbolo del Potere:


inconfondibile; come la sua gestualità esasperata



che invece ricorda quella dell' ebreo-a-sorpresa Omid Djallil di The infidel;

American Hustle è un altro lungo film "storico" -in senso cinematografico- di un filone "so cool, so '70s" che sembra avere avuta origine con il tarantiniano Jackie Brown, e di cui negli anni seguenti abbiamo visti succedersi vari episodi di varia entità e diverso spessore, tra cui ricordo Zodiac, Wonderland, e i + recenti Ice Man e Argo; il crimine qui è la corruzione (bribery), che coinvolge il settore edile e la mafia di Las Vegas, con il sindaco di Camden (NJ) 


(pronunciato "Kehr-main")

interpretato dal solito Jeremy Renner (X-Men...) che, a un solo passo -anzi, a un'allungata di mano- dalla trappola tesa dal FBI si alza e se ne va; il film inizia così, e ci vuole un bel pezzo per ricostruire tutta la vicenda dall'inizio, e scoprire infine se e come ci cascherà; 

il film si lascia guardare tutto, ed è meritevole l'opera di ricostruzione dell'epoca


comprensiva di tanti successi discografici;
a quanto pare il regista "odia" la narrazione e punta tutto sui personaggi, per tanto -a detta del protagonista- il film è perlopiù improvvisato; questo mena all'unica scena davvero degna di nota, quella che ha originato un vero LOL in un'epoca di vuoti aforismi, e proprio per quella che IMDB ci rivela essere una sequenza completamente improvvisata sul set, dove il povero Irwing prende le pillole per il cuore


e ci si strozza, così che la seguente battuta assume un tono decisamente esilarante:


"I have a plan!"

Per gli amanti del schadenfreude, dell'unica comicità genuina che è quella involontaria, questo è uno dei momenti più memorabili degli ultimi decenni. Ma -temo- solo nella versione originale.
Sto ancora meditando di ritagliare il pezzetto per pubblicarlo su Youtube.


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