domenica 22 dicembre 2013

The pursuit of aleness

Le migliori battute del 2013, anche per il loro valore storico-linguistico, e quindi sociologico, in merito alla globalizzazione telematica dell'umanità e all'acronimo onnipresente nei siti di lingua inglese, appartengono ai dialoghi di questo film:
Oliver: W-T-F, Gary... W-T-F? 
Gary: WHAT THE FUCK does "W-T-F" means?
Oliver: "...What the fuck!"
Gary: ...Ooh, yeah..
Purtroppo non conosco una traduzione valida per simili termini, e nemmeno quella del doppiaggio Italiano, ma ancora una volta sopravviverò alla mia stessa ignoranza; il film è


The World's End di E. Wright (2013)

☻+

una commedia apocalittica piuttosto garbata (nell'epoca del WTF...) dove la rivelazione è quella di una razza di invasori E.T. quasi-pacifici e sintetici, verosimilmente a base silicea, ovvero il genere di vita non-organica che si potrebbe -finalmente!- contrapporre a quella certificata come "organic" dai coltivatori anglofoni (e "biologica" dai + previdenti italofoni, laonde il concetto della "vita" stessa comprende anche quella inorganica, o artificiale); alla idea sintetica di una perfezione robotica, matematicamente  esatta, l'orda umanoide rappresentata dal goliardico beone britannico Gary/Simon Pegg risponde con un sonoro "fuck off", ben carburato da numerose (almeno 10) pinte fra ale, bitter e stout;


purtroppo tutta la "libertà" invocata dall'anti-eroe etilico nella sua ebbra arringa finale non è certamente quella che riguarda i terricoli umanoidi durante l'attuale stato di dominazione globale, per quanto i rappresentanti ufficiali di questo regime appaiano (attraverso i mass-media) tanto umani quanto i protagonisti del film, e tanto quanto i loro avversari automatici 

(almeno finché sono interi) 
e questo rimanda al medesimo, tragico interrogativo sulla presunta "umanità" degli aguzzini planetari che pone la teoria "rettiliana" dell'enigmatico David Icke; meglio essere schiavizzati e sodomizzati (in genere non-eroticamente) da una manica di lucertoloni, o di grandi primati? In questo film, come si è visto, si offre la utopica alternativa robotizzata, che se non altro rende una idea di "pulito" che per certi versi è confortante.

Arrivano gli Illuminati!! Adesso anche Luminosi!!

In ogni caso, come risulta ovvio da  questo e da centinaia di altri film ben sponsorizzati dalla lobby internazionale degli alcolici, non è la proibizione della bumba il problema dei terricoli, quando la pericolosa "minaccia verde" della canapa è prescrivibile come terapia alternativa dai medici di mezzo mondo contro patologie gravi e invalidanti, mentre nell'altra metà del mondo è proibita a salvaguardia della salute pubblica; QUESTO è evidentemente un problema che non solo interessa tutti i pazienti di cancro, AIDS, morbo di Alzheimer, sclerosi multipla, glaucoma, depressione cronica, anoressia, etc., etc. (ovvero, tutti i mali contro i quali la canapa si è dimostrata una valida alternativa alla venefica terapia chimica) ma l'umanità intera, che può forse accettare a cuor leggero di auto-soffocarsi (in ogni senso) utilizzando il carbonfossile come combustibile, può accettare di sovvenzionare con le sue tasse le guerre combattute per la "droga", il petrolio e chissà che altro, e può addirittura accettare il palinsesto televisivo, ma almeno di fronte a questo colossale schiaffone alla sua intelligenza dovrebbe interrogarsi per una volta sul reale significato del termine "dignità", soprattutto perché la proibizione riguarda una pianta che non soltanto l'organismo umano è geneticamente predisposto ad assorbire -attraverso i recettori cannabinoidi- ma che è soprattutto, innanzitutto, una pianta, una forma di vita appartenente al regno vegetale (quello che ci dà il cibo e anche la "aria" da respirare, per intenderci) un dono della Terra stessa, qualcosa che nessun ente, nessuna associazione, nessun genere di presunta "autorità", ne' umanoide ne' robotica, né rettiloide, dovrebbe mai arrogarsi il diritto di negare agli abitanti dello stesso pianeta sulla quale cresce;

La fine del "mondo" promessa dal titolo - e nome del pub: ovvero, la fine del villaggio
Negli USA degli anni '20 del secolo scorso questo sarebbe il cult-film per antonomasia, perché allora la proibizione riguardava tutte le sostanze alcoliche; per le "autorità" si rivelò un fallimento, ma "qualcuno" ebbe tutto il tempo di arricchirsi a dismisura proprio attraverso il veto, e la conseguente lievitazione smisurata del prezzo degli alcolici; non immaginiamo chi siano quei "qualcuno", ma la stampa dell'epoca li definì "gangsters" e diede vita ad un nuovo fenomeno di costume popolare alimentato dalla stampa, dalla letteratura e dal cinema; i veri gangsters sono sempre stati comodamente seduti in poltrona al Campidoglio, dove stanno ancora adesso, e di recente l'utenza telematica sembra essere più recettiva in questo senso; dopo quasi ottant'anni di probizionismo della canapa, anche grazie alla ignobile farsa della "drug war" combattuta perlopiù "segretamente" dalle intelligence americane--a parte gli scoops giornalistici e televisivi di sicuro effetto-- qualcuno dovrebbe ormai aver accatastato abbastanza denaro da mollare un tantino il freno, come sembra stia facendo proprio il primario responsabile che è il "governo" degli USA; la canapa è stata liberalizzata anche per il consumo "velleitario" negli stati di Washington e Colorado, è prescrivibile su ricetta medica in oltre una decina di altri stati degli US, e i governatori dei rimanenti oggi puntano -anche- sulla promessa di una paradossale "liberalizzazione" (di una PIANTA!!!) per ottenere il favore dei potenziali elettori; 

sintomi tipici dell'intossicazione da etile: curiosamente simili a quelli della idiozia puerile e della demenza senile
negli anni '10 di questo secolo, e di questo nuovo millennio che affrontiamo con crescente entusiasmo, il product placement può anche essere considerato (ipse dixit) "bullshit" da un autore cinematografico serio, ma è nondimeno un fenomeno reale, e sentito (abbiamo il recente esempio di Broken City qui) nella grande e fiorente industria dell'intrattenimento di massa; non si tratta di un prodotto in particolare ma, al contrario,  di una vastissima categoria che include accidentalmente anche la birra di questo film; al cinema i "modelli comportamentali" offerti da Hollywood sparano, picchiano, sniffano, fumano (la "marijuana" !), si bucano, imprecano, passano col rosso, mangiano hot dogs, e quindi potranno anche farsi una buona, vecchia, solenne bevuta in una commedia fantascientifica con i simpatici e popolari comici televisivi britannici pronti a riscoprire tutta la nostra umanità di fronte alla minaccia meccanica da un altro mondo;


nel frattempo il malto, il frumento e il luppolo non sono stati proibiti dalla legge mentre la canapa, sempre più "tollerata" negli US of A, legalizzata da poco in Uruguay (ribadisco: Uruguay!!) e presto anche  in Iran (ripeto: Iran!!), e la cui depenalizzazione è invocata in Canada e addirittura in Israele (!!!) è ancora una "sostanza illecita" nel Belpaese, come del resto in tutti gli Stati Uniti Europei; dove continua a essere "suggerita" -poco entusiasticamente, o poco professionalmente- dalla medesima industria di morte rappresentata dai medici di tutte le famiglie italiane, come "terapia alternativa"alla terapia di sintesi di Big Pharma; dove i cannabinoidi sono stati brevettati dal governo statunitense, a cagione delle loro infinite e innegabili proprietà terapeutiche, ma l'unica fonte di tali e tanti principi attivi miracolosi è negata al cittadino dalla legislazione di quello stesso governo;

nessuna delle affollatissime "public houses" (note come "pubs", perché quello dove ci si sbronza è il tipo di "casa" --house-- che ogni Inglese desidera, e di fatto ha, in ogni contea, Irlanda compresa) del Regno Unito rischia di chiudere, nemmeno in tempi di "crisi" perché si sa, gli Inglesi bevono, da sempre, e parecchio; forse non quanto i Moldavi, i SudCoreani o i Francesi, ma anche più degli Italiani; molto di più; l'alcool scorre nel sangue Inglese (o viceversa) da infinite generazioni, praticamente da sempre, ed è un motivo di vanto la loro capacità di "reggerlo", con tutta la ridicola, patetica semi-incoscienza tipica dell'ubriaco, che in questa pellicola vediamo riproposta in diverse gags comiche;

Pierce Brosnan qui appare nel suo solito ruolo: l'androide elegante
L'alcool, in forma di birra e di acquavite di malto, o "whisky", è una vera e propia, genuina, secolare istituzione popolare (ma anche governativa, attraverso le lobbies) Inglese, come lo è del resto il vino in una terra che fu chiamata Enotria;il che non è, come avrebbero potuto esserlo le varietà endemiche di canapa Italiana, famosa in tutto il mondo per la sua qualità eccezionale fino all'avvento della proibizione, quello che il blogger vorrebbe considerare un vanto nazionale o personale; del resto, anche il trattamento industriale dei rinomati vini italici -che me li rende tutti indigeribili- è una sorta di monito perenne contro la possibile tentazione quotidiana dell'etile nostrano --almeno quanto le sostanze animali usate nella produzione delle birre industriali lo è per il blogger "vegano"... 

qui ricompare -in extremis- anche lo sponsor del precedente Shaun of the dead: la onnipresente Nestlè

il film, alla stregua dei precedenti Hot Fuzz e Shaun of the Dead, diretti dallo stesso regista e interpretati dalla coppia fissa Pegg/Frost, è leggero e divertente, frizzante, si lascia guardare tutto d'un fiato, con qualche risatina qua e là, ma all'uscita dal mio cinema virtuale trovo una quantità di locali dove si vendono birra e liquori a volontà, e non un solo "coffee shop" aperto... Come mai, è sabato, sono tutti chiusi per turno?...No, nemmeno nel mio mondo virtuale esistono dei coffe shops, invero non so nemmeno come sia fatto un coffee shop. So com'è fatto un pub, perché esistono molti pubs "Inglesi" anche qui, nelle contee anonime della colonia Italiana.... E per dirla tutta, non è parte della mia utopia personale l'idea di un locale pubblico per fumare come non lo è quello per bere, per mangiare, o fare qualsiasi altra cosa in mezzo ad altra gente; preferisco di gran lunga l'idea di poter coltivare personalmente il mio cibo, per sostenere il mio corpo e la mia mente, senza alcun genere di limitazione in questa attività; il che, paradossalmente, potrebbe anche sembrare il minimo indispensabile, e un diritto inviolabile di ogni individuo al mondo; ma non lo è;
perché ancora i burattini meccanici dal sangue blu del cinema sono più convincenti dei burattini politici (ormai dimentichi anche delle allusioni al sangue blu degli aristo-kratici) della TV, nel ruolo di "alieni" schiavisti la cui "logica" è basata sulla matematica delle finanze, e non sulla geniale astrazione armonico-frattalistica di Pitagora & soci, derivata dalla sacra geometria dei Misteri Orientali... Re-citandomi a malincuore, "In fondo ai cieli, l'abito E' il monaco", e questo è più che mai valido per l'industria dell'immagine, e del cinema in part.; che ha sempre un potere di suggestione collettiva e personale indefinitamente grande, superiore anche a quello -già smisurato- del piccolo schermo casalingo; sui giovani, in particolare;

Questo invece è un tipo di product placement "genuino", perché quel pacchetto è inconfondibile
come la mia idea di "pursuit of happiness" è molto probabilmente agli antipodi di quella che sembrerebbe avere Mr. Obama --o il Sig. Berlusconi, o qualunque altro pupazzo mediatico sulla scena, ma in particolare chi può sfoggiare tale diritto tra quelli "costituzionali" (ovvero, "americani")-- anche la mia idea di "good time", che in generale sta per bisboccia", non è quella di Mr. Pegg, o del suo personaggio-stereotipo avvinazzato britannico, o dei suoi connazionali in genere;  forse non è saggio paragonare i rappresentanti politici delle nazioni a quelli di tutt'altro genere di intrattenimento popolare, come il cinema, ma quello che so per certo è che nella mia idea personale, particolare, di "conseguimento della felicità" non posso sottovalutare quello che è indispensabile per un maniaco depressivo cronico, nonché ex-asmatico; quello che per chiunque può essere un "blando euforizzante", o finanche un "narcotico" e per qualcun altro, in particolare, è anche e soprattutto una necessità; dunque infine sì, ci siamo svagati alquanto vedendo questo filmino; ci siamo giustamente distratti, perché solo a quello serviva; ma adesso il filmino è finito, e il mondo no.
...Come la mettiamo?


Ancora, il mattino dopo come non lo so, ma dove sì, come sempre: in un posticino sul mio bloggino...
A questo punto posso anche aggiungere il risvolto occultistico della vicenda, seguendo gli indizi lasciati su IMDB dal goof-spotter di turno, secondo il quale "nelle prime scene con Gary che recluta i suoi amici, il suo ciondolo con l'occhio di Horus appare e scompare frequentemente da inquadratura a inquadratura"; ho controllato, è vero, e non credo sia un goof quanto un ammiccamento molto letterale della Produzione, il product placement per eccellenza, il marchio stesso del Potere Occulto impresso in tanti film del passato, del presente e del futuro, come sui biglietti da un dollaro americani; è l'occhio onnivedente degli antichi Misteri Egiziaci, delle confraternite massoniche, e quello che lo porta al collo è un personaggio Inglese che di nome fa King... Questo può forse suggerire qualcosa?

...E come brilla!!!

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