mercoledì 25 dicembre 2013

Film Natalizio


The Petrified Forest di A.L. Mayo (1936)

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è  almeno nell'incipit una "commedia romantica", il che già letteralmente e letterariamente definisce la varietà tematica del soggetto, anche se gli sviluppi criminosi, umanistici  e addirittura eroici - eroismo di una rara eleganza, per quanto burocratico- rendono ardua l'etichettatura di quest'opera, definita "precursore del noir" (data la presenza di un triangolo amoroso con delitto) da Wikipedia;

i fondali sono nuvolosi oggi... potrebbe piovere cartapesta
baci e pallottole si sono spesso visti assieme nei film di Hollywood ma raramente una semplice, fugace romance, qui vissuta in una tavola calda in mezzo al nulla, è stata inscenata con tanta intelligente ironia e con un tocco tanto leggero, malgrado gli inattesi (finora =) risvolti drammatici in cui è complice piuttosto laconico, ma con qualche battuta davvero spassosa, nel ruolo del desperado (SIC) stereotipico 


The Bogey himself, qui nella parte di Duke Mantee l'uomo-granchio; ammirate le chele;

potrebbero spezzare con facilità una noce di cocco
leggiamo qui che fu grazie all'irremovibilità di Howard, allora famoso attore teatrale, che lo volle a tutti i costi al posto di E.G.Robinson come "cattivo", che Bogart "diventò una star" grazie alla sua interpretazione  in questo film, e come leggiamo qui gliene fu riconoscente per il resto della sua vita;  dal canto suo, egli chiamò la figlia avuta da Lauren Bacall Leslie Howard Bogart in suo onore... cose da attori;


film riuscito anche grazie alla presenza radiosa di Bette Davis, quando era ancora lungi dall'essere un "mostro del cinema" ma se la cavava già benino con la recitazione, aiutata dal suo famoso sguardo;
e all'accento mid-atlantic pressoché perfetto e alla recitazione verista, moderna, per niente calcata e tantomeno shakespeariana dello shakespeariano Leslie Howard as Alan Squier -- già apparso al fianco della Davis in Of Human Bondage nel 1934 e quello stesso anno in Is Love I'm After


la pronuncia del suo nome è la stessa di "squire" , un titolo onorifico Inglese oggi adeguato ad ogni gentlemen  ma che in origine era quello dello scudiero, armigero, servente del cavaliere, il che definisce il profilo del suo piccolo ma lodevole eroe, scanzonato e disilluso, determinato nel suo errare, e capace del medesimo eroismo cavalleresco per la donzella di turno, prigioniera in un mondo di polvere; 


il deserto, appunto, ricco soltanto di cespugli rotolanti;


Alan Squier è uno dei pochissimi, forse l'unico degli eroi filmici a mettere in scena il proprio sacrificio con la testimonianza e l'appoggio di quasi tutto il cast; (warning... spoiler) e già solo per questo l'opera di Mayo che l'ha portato sugli schermi, dopo il suo successo a Broadway, merita un encomio;

per non parlare di quelle strane stelle...
Leslie Howard, solito ad interpretare "stiff-upper-lipped Englishmen" (Inglesi colla puzza sotto il naso) e  il cui invidiabile accento proviene dalla Alleyn School di Londra, era uno strano tipo di "Ebreo aristocratico", figlio di un Ungherese di nome Steiner e la cui madre, dall'inconfondibile nome ashkenazita di Blumberg, era stata cresciuta secondo Wikipedia con una educazione cristiana (!?);

Che avete da guardare? Mi sono spuntate delle corna sulla testa?
ma oltre l'inevitabile, intricato retroscena kosher che è proprio di tutti i film prodotti a Hollywood, al di là delle occasionali "stars", incombe la Gentilezza monolitica del dramma di Sherwood, pioniere della critica cinematografica e co-autore fra l'altro del famoso Rebecca e del formidabile Foreign Corrispondent assieme a Hitchcock, oltre a The Best Years of Our Lives

Con "6 uccisi e 2 fatalmente feriti" quantomeno gli illesi saranno tutti in ospedale...
qui scopriamo che il suo spirito fortemente pacifista (The Best Years of Our Lives è un vero e proprio, potente manifesto contro la guerra) lo aveva portato al suo esordio di drammaturgo, con la sua opera The Road to Rome, dedicata appunto alla "stupidità della guerra", e che solo ai tempi della 2a guerra mondiale egli si era schierato decisamente dalla parte delle Forze Alleate, "contro il Terzo Reich";

Oltre ad Howard è il caratterista Charley Grapewin (!) che interpreta Gramp Maple a sfondare la quarta parete, qui
questa presa di posizione è anche il motivo che potrebbe suscitare qualche sospetto riguardo la scomparsa di Howard/Steiner, caduto con altri 16 passeggeri su un piccolo aereo civile abbattutto --forse per errore, e forse no-- da una pattuglia della Lutwaffe. Ma questa è un'altra storia. Spesso le biografie degli attori e degli autori non hanno niente da invidiare a quelle dei personaggi dei films...
Riguardo poi il vero significato delle sue parole qui



è certo che si riferiscano all'opposto di un "chaos" dovuto secondo lui alla rivalsa della natura, che provoca "neurosis" e "jitters" nell'uomo moderno, strappato all'habitat naturale; ma la definizione esatta di un "new order" --che sottintende cioè l'esistenza di un vecchio ordine-- rende la sua battuta tiepidamente sospetta per noi teorici di ogni complotto possibile;


in ogni caso, The petrified forest è un piccolo gioiello di film, forse non un diamante ma una vera perla, che ci offre qualche risata, qualche motivo di riflessione, e perché no qualche possibile lacrimuccia per le signore; cosa possiamo chiedere di più?
Che smetta di piovere?

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