venerdì 20 novembre 2015

La certezza del dubbio

Non so chi sia l'autore di questa massima (forse questo)


"E' un segno di intelligenza che tu continui ad essere curioso (o insicuro)
Gli idioti sono sempre mortalmente sicuri di ogni dannata cosa che fanno in vita loro."

ma è sicuramente degna di un post-icino nel mio blog, é perchè il mio "wondering" è costante, inarrestabile, e non è poi tanto diverso da "wandering"; uno significa interrogare sé stessi, vagare nel dubbio, alla ricerca di una risposta, mentre l'altro sta per "vagare" senza mèta; del resto ciò che è davvero "wonderful" può derivare soltanto dalla ricerca di qualcosa che porta a continui movimenti interiori, traslochi mentali, percorsi esistenziali, attività psiconautiche... 
Non mi sembra che la gente in genere sia "mortalmente sicura" su alcunché oltre le abitudini quotidiane, che sono derivate spesso dalla mera accettazione di uno stato predeterminato -- in genere da noi stessi, ma non sempre-- e comunque influenzato in grandissima parte dalla società in cui viviamo; se ci viviamo; per quanto ne so, la gente è sicura soltanto di non essere sicura su niente, a proposito di nulla al mondo; certamente se la maggioranza si potesse dire "intelligente", non continuerebbe a pagare le tasse e le bollette e qualunque altra spesa possibile soltanto per vivere a questo mondo; non dovrebbe svolgere attività che detesta e che sono di fatto impossibili da apprezzare per chiunque abbia un grammo di cervello, in cambio di qualche biglietto di carta, e in breve non continuerebbe a giocare a Monopoly per tutta la vita, accettando tutte le regole di questo grande gioco truccato, a cui tutti siamo costretti a giocare dalla nascita... Questo alla fine è il "trucco" infallibile del gioco; forse non puoi ingannare un solo individuo "intelligente", ma l'intelligenza -per come può essere intesa da un umano intelligente- non appartiene alle masse, e del resto sono queste da cui si possono spremere tutti i soldi del mondo; chi se ne importa quindi del singolo intelligente, che sia un guru Indiano o un blogger padano, tutti gli infographics della storia di internet non riusciranno comunque a intaccare una virgola dell'infallibilità di questo sistema; non lo farà un post nel mio blog, e non lo faranno tutti i blogs del mondo, così come tante belle parole di individui "intelligenti" lette da tanti altri "intelligenti" in passato  nell' intera storia della letteratura non hanno portato a nessuna interruzione del gioco, finora; continuiamo a vivere tutti tra Vicolo Stretto e Via Magellano, e non possiamo neanche permetterci una notte al Parco della Vittoria, dove vive il Sig. Hasbro...

Ma ancora, prima sentivo parlare un tizio, a proposito della "enorme povertà" in Africa e in India, dove la gente vive con 1/2 dollari al giorno, e questa dovrebbe essere la misura della loro povertà, ovviamente stabilita con l'unico metro valido nei paesi occidentali, che è quello del dollaro; se invece si valutasse la vera ricchezza della gente che è quella spirituale, morale, che si esprime nella gioia di vivere e nell'armonia nei rapporti sociali (escludendo ovviamente tutti i fattacci che vengono progettati in altri Paesi e messi in scena nel "terzo mondo") e non si può tradurre in soldoni, allora la maggior parte dei ricconi si troverebbe proprio nei paesi più lontani dalla "civiltà" del petrolio e della televisione, e sicuramente starebbero ancora meglio se quel dollaro quotidiano non lo avessero affatto, perché non c'è nulla di buono da comprare a questo mondo che non sia offerto direttamente dalla Terra stessa a tutti i suoi abitanti. Gratuitamente. Su questo almeno sono mortalmente certo. Questo non è un segno di intelligenza.

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