martedì 17 febbraio 2015

Il fantasma della cattività

Un certo  tipo di scetticismo mi ricorda quella vecchia barzelletta del fantasma, che dopo aver chiesto al tizio se crede o meno nei fantasmi scompare nel nulla ridendo del malcapitato;
non si tratta di 'credere' o meno, non è una religione che impone un dogma, un principio ritenuto superno e indiscutibile che si può soltanto accettare o rifiutare, finché non si tratta di 'spettri', ma di 'spiriti', e sulla differenza tra questi termini si potrebbe già divagare infinitamente;
il latino 'spectrum' era una visione o un fantasma, un concetto che si potrebbe estendere al significato del miraggio, ovvero una apparizione surreale o soprannaturale, che però nel caso del fantasma riproduceva solitamente delle fattezze umane, per quanto vaghe ed evanescenti;
dobbiamo notare che il verbo latino da cui derivò anche lo spettro, spècere, è lo stesso da cui viene il nostro specchio, così come lo spettacolo; è un termine che consegue all'azione del vedere, e questo vale anche per la nostra idea, che viene dal verbo Gr. ἰδεῖν, -appunto- 'vedere';
è soltanto nelle parole che troviamo ogni significato possibile di questo mondo, parole composte di lettere, una forma estremamente evoluta, sofisticata e decadente della lingua sacra, ovvero i simboli; le lettere del nostro alfabeto latino sono i simboli di un codice fisso, numerato e invariabile, con cui è codificato un intero mondo, racchiuso entro i confini mentali e psichici di un popolo che si definiscono nel corso del tempo, i limiti invalicabili della così detta logosfera; ci serviamo comodamente di questo concetto del Debray* con ogni possibile riserva sulla legittimità della sua distinzione di una grafosfera (la stampa) e di una moderna videosfera, che sono di fatto proiezioni tecnologiche relative della losgosfera così come il dramma e il film sono in genere conseguenti ad un copione, nient'altro che modi temporali del medesimo principio sul quale si basa il concetto fondamentale della logosfera; 
nella logosfera umana si ri-conosce ciò che definisce tutte le cose, e ognuna delle cose che l'utente alfabetico è in grado di ri-conoscere e identificare attraverso un dato codice, l'alfabeto latino come quello arabo, o gli ideogrammi degli Orientali; è il pensiero codificato dell'uomo moderno; la sua radice è lo stesso logos che fu intelligenza universa presso gli Argivi e poi verbo divino per i giudeo-cristiani, mentre il concetto di 'sfera' nello spazio teorico è qualcosa di inevitabile per chi è convinto di vivere su una palla sospesa nel vuoto, come sinonimo di 'mondo';
invece il concetto di 'medium', espresso nel termine latino inglesizzato che troviamo in genere al plurale, 'media', riferito ai mass-media, è completamente relativo ad una civiltà massificata -quella della videosfera debrayana- e ad una sorta di 'cultura industriale' dove i fatti vengono accuratamente sceneggiati da grandi professionisti della parola prima di essere dati in pasto all'utenza famelica; non di meno, è impossibile per noi evitare di osservare la scelta del termine particolare in questo contesto, da che non è necessario trattare di spiritismo e soprannaturale nel mondo dell'editoria per rappresentare un 'medium', benché sia soltanto il 'mezzo' attraverso il quale si diffonde una data informazione  e, a livello massivo, ogni informazione;
dunque vediamo che il moderno spett-atore,  che in genere è dotato di tele-visione (ovvero, il guardare da lontano, riferito tanto a qualcosa accaduto altrove quanto ad un' altra epoca, quella della trasmissione  televisiva), è spesso e volentieri intento ad osservare qualcosa, qualunque cosa e ogni cosa, in una versione degli eventi che partecipa del sistema di (anti) informazione globale, e che nell'insieme viene definita 'medium' di massa, così come -anche nel Ns. Belpaese- viene chiamato lo spiritista nell'ambito privato, individuale, o non-massivo; così vediamo 'il resto del mondo', attraverso il super-potere sintetico della nostra tele-visione, e spesso molti confondono questo genere di visione con quella che si esperisce direttamente con gli occhi; niente di più sbagliato, in TV tutto è puro e semplice spettacolo;
è vero che viviamo in un mondo di parole, e che siamo noi stessi una parola, ma spesso il motivo per cui un certo vocabolo ha una certa predominanza nella nostra logosfera comune, nel parlare quotidiano, che determina la forma del nostro mondo (la Grande Palla) è fonte di grandi quesiti insolvibili e che nessuno sembra volersi mai porre; forse perché non è entusiasmante il pensiero di avere dei quesiti da porci..

E' vero che siamo prigionieri di questo mondo di parole, fintanto che noi stessi, con il nostro nomen (et cognomen) rappresentiamo il nostro personaggio in fondo ai cieli, siamo parte del cast di questa grande, infinita e interminabile farsa mortale, o commedia tragica; ma lo scetticiscmo fine a sé stesso è forse peggiore della credulità la quale, se non è mera accettazione di una mente gretta, può alimentare una curiosità che è indispensabile alla vita umana, e può spingere ognuno di noi -a suo modo- a ri-conoscere quelle verità che permangono, inamovibili e spesso inaccessibili, nella sfera simbologica del nostro essere; di cui siamo tutti rappresentazioni superficiali, particolari e caduche nel perenne divenire dell'uomo; ci occorre più scetticismo nei confronti di tutto ciò che oggi, nella video-sfera potenziata dall'internet, è indifferentemente imposto e accettato, ovvero venduto e comprato, come 'vero', e che nel migliore dei casi corrisponde ad una particella infinitesimale della realtà dei fatti oltre ogni apparenza; gli scettici privi di una cognizione essenziale della propria realtà non sono vittime altrettanto facili dei venditori di fumo, ma questa loro prerogativa non li rende meno alieni alla verità dell'illusione umana, spesso soltanto un' altra categoria nel settore dell'intrattenimento culturale, e una differente fascia del target.

In fondo, viviamo in un mondo in cui l'Inglese cattolico invoca un Father (Padre), un Son (Figlio) e un Holy Ghost, e dove il pubblico Italico conosce quest'ultimo termine associato al personaggio dei cartoni animati di Casper (the Friendly Ghost, il fantasma amichevole) o a qualche film romantico; credo che dopo tutto sarò costretto a dare ragione a Debray, siamo rinchiusi in una videosfera...


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