mercoledì 14 maggio 2014

Silenzio

Che

Husbands di J. Cassavetes (1970) 
☻☻+

sia un film particolare, lo si può dedurre dalle critiche contrastanti, dell'epoca e di oggi, tra chi lo definì puerile e deludente, e chi lo mise tra i 10 migliori dell'anno; il blogger di turno non ha dubbi soltanto sulla inevitabilità di questa accoglienza controversa, perché in effetti il film non dice nulla di nuovo in senso cinematografico (esisteva già il termine "cinéma vérité" con cui etichettarlo), e i tre protagonisti, middleclass men il cui ruolo preponderante nella società è quello espresso nel titolo, impersonati con estremo verismo, non fanno altro che gigioneggiare per due ore di fila, perlopiù in modo ebbro, erratico


con la MdP puntata addosso, e i loro dialoghi improvvisati non sempre filano via lisci;


in  questo senso la definizione di "big budget home movie" rende bene l'idea, ma stranamente la cosa non risulta affatto spiacevole;


Husbands sarebbe accolto con il medesimo sconcerto e le stesse disparità di giudizio oggi, se mai esistessero ancora tre attori in grado di sostenere simili ruoli, e un autore "sopra le righe" (e tra le righe) come Cassavetes; è questo che lo rende ancora estremamente attuale, quando i tre protagonisti di questa piccola odissea extra-coniugale sono tutti scomparsi; 


non credo si possa dare un giudizio più positivo di "moderno" per un film tanto ovviamente vecchio come questo;


il film è essenzialmente un inno alla vita, una jazz session improvvisata a partire dal canto funebre per la scomparsa del quarto amico, che porta poi i sopravvissuti allo sbando tra due continenti; 


oggi anche loro sono tre dei mille fantasmi del cinema, e per il blogger cinefilo non è possibile guardare un film simile senza tener conto dell'aspetto più umano -del comune mortale- che accidentalmente è anche il punto di partenza della trama;

l'episodio di Falk con la Cinese è forse il più interessante
E' anche impossibile per me guardare questo, o qualsiasi altro film del millennio scorso, senza considerarlo innanzitutto un documento storico, ancor prima che artistico, in cui attraverso la messinscena di una qualsiasi narrazione particolare si esprime lo zeitgeist, lo "spirito" di un'epoca; 


la lezione di Husbands, come di migliaia di altri films del millennio passato (ma anche del nuovo) è che l'alcool e le sigarette, di cui  Hollywood fu il più grande, subdolo, spudorato e impareggiabile mezzo di propaganda, non fanno bene a nessuno oggi come non fecero bene a John, Peter e Ben, allora;  


se non altro, come analisi della "cultura dell'alcool" (dove "tabacco e venere" non migliorano certo le cose) Husbands è un documento sempre valido, la morale e il "messaggio" del film sono relativi a questo suo aspetto socio-patologico, di cui Cassavetes fu un rappresentante di spicco;


un altro insegnamento per il blogger anglofilo viene dalle critiche di Rottentomatoes, e in part. da quella in cui si parla di braggadocio (dal nome di un personaggio di Edmund Spenser), un termine per me nuovo che sta per vanagloria, boria, eccessivo e futile auto-compiacimento; questo aspetto predominante nell'opera, opposto a quello storico, patologico, umanistico, mortal-sentimentale, che riguarda i tre famosi scomparsi, segna il culmine dell'ambiguità di questa visione. 


Cassavetes morì di cirrosi epatica nel 1989, a 59 anni, proprio mentre stava scrivendo un romanzo su Husbands; ricordiamo tutti il tragico declino di Falk , e le fotografie dei paparazzi del 2008 in cui era evidente la sua condizione disperata, le cause delle morte avvenuta nel 2009 furono "arresto cardiorespiratorio" (la causa di ogni morte!) dovuto a polmonite e morbo di Alzheimer; Ben Gazzarra, già operato di cancro alla gola, è scomparso nel 2012 per un cancro al pancreas. 

Dopo quello di One of our Airplane is Missing (V.), questo è un altro raro caso di film non-musicale.
In memoria dei caduti, riascoltiamo ancora una volta il Silenzio.


ADDENDUM: questo Dick Cavett's Show che ospita il trio Cassavetes/Falk/Gazzarra è un ottimo aperitivo per chi si appresta alla visione del film, o un interessante digestivo per chi l'ha visto; in ogni caso, alcolico; da notare almeno tre cose: la toilette di Ben Gazzarra -- le tonalità cromatiche dello studio TV -- e il fatto che i tre continuino a fumare sigari e/o sigarette anche durante lo show. L'incontenibilità "animalesca" dei tre porta il compassato host all'inevitabile paragone con i Three Stooges; chi ha visto il video può rispondere alla domanda: quante volte cade Cassavetes durante lo show?
Ma il breve discorsetto del regista sulla realtà personale (dal lat. persona, maschera teatrale) dell'uomo rappresentato dal marito, si può considerare tanto significativo quanto l'intera opera: ovviamente il video è in lingua originale (broccolinese=)



Nessun commento:

Posta un commento