Trouble in mind di A. Rudolph (1985)
☻☻+
"When you get older you think about dying; and not dying in the wrong place in the wrong time";
(Ovvero: "Diventando vecchio pensi a morire; e a non morire nel posto sbagliato nel momento sbagliato")
(cosa che ritengo comunque alquanto improbabile)
(cosa che ritengo comunque alquanto improbabile)
ma per un poliziotto claudicante (lame) che sta per imbarcarsi in una avventura familiare con la sua amichetta bionda e a dispetto del fidanzato violento di quest'ultima, e madre del suo disgraziato erede
(Keith Carradine e Lori Singer)
questa frase ha sicuramente un significato molto cinematografico, mentre per il blogger, che ha la barba + bianca di Chris -malgrado la sua tenera età- il significato è più o meno l'opposto (anche molto poco cinematografico, tra l'altro, per qualcuno che ha scritto tanto di e sul cinema in vita sua);
per il resto, i dialoghi sono piuttosto ovvi, per non dire sciatti, ma non tanto quanto la recitazione di tutto il cast; c'è sicuramente un motivo per cui dei bei ragazzi Americani come Carradine, Kristofferson e la Singer non sono mai diventati delle grandi star del cinema, malgrado le infinte opportunità della loro carriera e i grandi registi con cui hanno lavorato nel corso dei decenni; questo film offre qualche valido indizio sul caso; particolarmente infame è la donzella di turno, monoespressiva, ma il suo cognome non lascia dubbi sul suo talento nascosto, comune a molti rappresentati dello star system da sempre;
"patetico" è un gentile eufemismo per la sua prova d'attrice;
Anche la battuta del cattivo Divine, qui per la prima volta non-travestito, è degna di nota: "Women are despicable... Especially mothers!" (Trad. "Le donne sono spregevoli... Specialmente le madri!")
E ancora: "I prefer priests... they at least are REAL hypocrits" ("Io preferisco i preti... Loro almeno sono VERI ipocriti" -- lo sappiamo, i gangsters sono dilettanti rispetto al "Sistema"..)
L'autore Alan Rudolph secondo Wikipedia era un protégé di Altman, e già il francesismo dovrebbe bastare al lettore svelto; assieme all'altro protégé di Altman (e noto figlio-di-papà) Carradine come protagonista, aveva ereditata la coralità della messa in scena e il gusto per il retrò che troviamo nello spirito noir del film nella sua colonna sonora e nella scelta di locations antiquate di Seattle -nel ruolo della immaginaria Rain City; il risultato è ad anni-luce da un qualsiasi Altman, e finanche malinconico nel richiamare il buon Altman degli anni '70, ma quella che si potrebbe definire abbastanza facilmente (e paradossalmente) "originalità altmaniana" è viva e presente nell'insieme, associata all'impulso auto-distruttivo dell'epoca, che vediamo rappresentata nel ciuffo new-rockabilly del mariolo incipriato
colla punta rossa
ovvero il barocco resuscitato di prepotenza, fuori luogo e tempo e misura;
ma, soprattutto colorato;
ma, soprattutto colorato;
In un incubo filmico sorto nel pieno di quel decennio infame non possono mancare le pennellate surrealiste, quasi-allucinatorie, come il tizio che sembra spruzzare DDT in faccia all'avventore, "nativo civilizzato"
e il clown
e questo fotogramma, ad alto contenuto artistico:
(colore, è la parola d'ordine)
Qui, in una sequenza molto ambigua, Morton si produce in una "pazziata" in stile Orientale, apparentememte del tutto inutile, in cui la sua respirazione orgasmica a bocca aperta, in crescendo, non può che rimandare al suo ruolo successivo in Terminator 2 (1991)
dove il suo sacrificio avveniva proprio al termine di una simile catastrofe respiratoria.
Ci chiediamo tutti cosa possa significare, ma probabilmente lo fa anche lui...
Che dire, è proprio bravo ad ansimare.
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