venerdì 31 gennaio 2014

Angoscia Teorica e Vita Matematica

I film di questa notte danno origine al titolo del post; il primo è il quasi-sconosciuto


Angustia di B. Luna (1987)

che in Inglese è Anguish, e da noi "Angoscia", raro esempio vintage di film-dentro-il-film che secondo le strane leggi del cinema sembra un giallo girato appunto all'epoca del giallo all'italiana, malgrado la inconfutabilità della data di produzione;  qui il molto ebreo e poco espressivo Michael Lerner

(che tutti i cinefili ricordano come il produttore di Barton Fink)

interpreta il maniaco ipnotizzato dalla mammina (l'altrettanto ebrea Zelda Rubinstein, nanesca esorcista di Poltergeist) ed esortato a proseguire la sua attività di collezionista d'occhi, nel film "The Mommy"


proiettato in un cinema di L.A.

e alla cui proiezione assistono due giovinette - a mio parere pessime attrici, fra le altre cose


che si trovano coinvolte in un confronto "angoscioso" (soprattutto per lo spettatore cinefilo) fra realtà e finzione, quando un "vero maniaco" armato di pistola irrompe nel cinema... Se l'intento di Luna era di creare quella "Angoscia" che il titolo potrebbe suggerire, la sua missione è totalmente fallita; la trovata del film-nel-film con maniaco, che rimanda a certi vecchi fumetti "surreali", al di là della scarsa originalità non funziona, anche grazie ad un cast di recupero e ad un montaggio decisamente "europeo"; finora conoscevo Bigas Luna solo di nome, e sicuramente non è questo titolo che l'ha reso famoso; di buono qui c'è solo qualche lampo di Los Angeles

(quando Agfa e Ilford vendevano ancora pellicole)

che vista cogli occhi -appunto- del DoP Josep Civit sembra un'altro mondo -- e purtroppo anche un'altra era geologica; film ruspante, la cui qualità non si addice alla sofisticata, oserei dire pretenziosa riflessione meta-filmica del (mediocre) soggetto;


infatti gli Americani non si sono presi la briga di rifarlo in versione Hollywood, come succede di solito con le produzioni Europee; il secondo film è il famoso


Teorema di P.P. Pasolini (1968)
☻☻
che è un film estremamente gay, estremamente 1968, e tutta la estremità dell'opera è rappresentata di fatto dal regista, dalla sua memoria storica, di iconoclasta mangia-borghesi e vittima predestinata, che mette in scena la propria nausea esistenziale attraverso un gioco asettico, di movimenti gravi e talvolta erratici della MdP, rari dialoghi infiorettati di poesia, allusioni velate ed eteree, su quello stesso triste palcoscenico casalingo che troviamo ancora oggi affollato in ogni angolo del mondo


ma in Eastman Color!

Qui il giovane Terence Stamp


interpreta Il Visitatore, un inesorabile quanto compassato spirito libero, selvaggio eppur virtuoso, che si insidia nell'anonimo nucleo famigliare per portarsi tutti a letto e quindi sparire, lasciando un vuoto dapprima ignoto nell'animo borghese e perbenista; questi pazzi, pazzi, pazzi Inglesoni!

E ancora l'angoscia!

La tragica lentezza dell'azione e la declamazione meccanica dei rari dialoghi lo rende simile ad un progetto filmico, quasi un teorema (!!!) consegnato nelle mani dei posteri che con gran difficoltà ed eventualmente con dolore potranno un giorno inoltrarsi nella mente del ribelle sodomita, schiaffeggiata rudemente e ogni giorno durante il regime democristiano; devo confessarlo, questa esperienza non mi è risultata interessante in alcun modo al di là della sfera sensoriale -e non sensuale, malgrado l'ambiguità propria del termine- ma è un documento storico di ovvia importanza; qui Ninetto Davoli fa il messaggero attero


e non porta il pane;

l'idea del teorema di ieri notte si è riflessa questa mattina nel post di Conscious Life News su Facebook, con link all'articolo sull'omonimo sito, titolato DI COSA E' FATTO L'UNIVERSO? DI MATEMATICA, DICE UNO SCIENZIATO; l'articolo è tratto da Live Science, a cura di una certa Lewis (...) e tratta della visione del Prof. Max Tegmark, secondo il quale “se accetti l'idea che lo spazio stesso, e tutta la roba che c'è nello spazio, non hanno alcuna proprietà eccetto che delle proprietà matematiche”, allora l'idea che ogni cosa è matematica “inizia a suonare un po' meno folle"; l'articolo prosegue dicendo che “l'idea consegue all'osservazione che la natura è piena di schemi, come la sequenza di Fibonacci, una serie di numeri in cui ogni numero è la somma dei due precedenti. Lo sbocciare del carciofo segue questo schema, ad es., con la distanza tra ogni petalo e il seguente che corrispondono ai numeri nella sequenza. Anche il mondo non-vivente si comporta in modo matematico. Se lanci una palla da baseball in aria, essa segue una rozza traiettoria parabolica. I pianeti e altri corpi astrofisici seguono orbite ellittiche. “Ci sono una elegante semplicità e una bellezza che si rivelano in natura nelle sequenze e nelle forme matematiche, e che la nostra mente è stata in grado di comprendere." ha detto Tegmark, talmente innamorato della matematica che ha immagini di famose equazioni incorniciate in salotto."

La famosa sequenza o successione di Fibonacci, riassunta qui sopra, è di fatto un principio basilare della geometria frattale, dove ogni parte -o elemento frattale, cioè "suddiviso"- di un insieme è correlato a tutti gli altri in ogni possibile misura, non soltanto la metà e il doppio, ma in ogni moltiplicazione e divisione dello stesso valore, all'infinito; ogni vero artista frattale conosce questo "segreto" che si rivela di fatto nella manifestazione di ogni forma in natura, dalla struttura delle cellule 


alle venature delle foglie alle vene dell'uomo, ai fiumi, ai fulmini


alle onde


dalle ali degli uccelli


 fino alle forme "stellari"


che ci ricordano le eruzioni Solari; a partire dalla struttura a doppia elica del DNA


tutto ciò che esiste in natura -agli occhi dell'uomo- tende inevitabilmente a rivelare la sua "matrice frattale" attraverso l'uso di un banale software per la generazione di forme frattali (nel caso, Apophysis) e dunque per chi ha utilizzato un simile programma, e "scoperto il trucco" che soggiace sotto l'apparenza, o meglio la manifestazione delle cose in natura, la "teoria" di Tegmark, così come quelle pitagoriche (la aritmogeometria), appare tutt'altro che "folle", è un primo passo incerto della scienza "tradizionale" -la cosmologia- e "Occidentale" verso la vera conoscenza della realtà "naturale", o meglio cosmica, e quindi letteralmente dell' "ordine naturale" che attualmente appare un po' fuori fuoco per molti; 


"Materia Mentale"

per altri esempi di "arte frattale" che comprendono riproduzioni di "textures" e "densità" riconoscibili in natura, invito il lettore a visitare la mia gallery Fractalife su Deviantart;

l'arte frattale rimanda per me inevitabilmente al mito degli "artisti creatori" del popolo Maya, e come sempre nel nostro mondo di parole è impossibile non riconoscere il principio ludico di tutto, laddove il nome di quello stesso popolo che venerava "dèi-artisti" corrisponde proprio alla entità in cui gli Indiani (dell'India =) identificano la Illusione, Māyā, il cui significato originale era di creazione, "ma ha successivamente acquisito quello di illusione" e che -riporta sempre Wikipedia- è "il potere da cui ha origine il mondo materiale"; questa è ciò che definiamo Illusione, e non riguarda semplicemente la gabbia sensoriale dell'essere umano, la sua illusione personale, ma la manifestazione in sé, ovvero quella stessa "misteriosa realtà subatomica" di cui si interessa più prosaicamente la "scienza Occidentale specializzata" della meccanica quantistica... 

Quello che avevo intenzione di scrivere oggi sul mio Blog era: 

“ Non conosco il signor Ford, il signor Mercedes, il signor Fiat e nessun altro degli industriali che producono automobili oggi, né ci tengo a farlo; non posso dare nessuna colpa a questi signori, personalmente, anche se è certo che si sono macchiati di un crimine planetario, e in qualche modo dovranno affrontare il loro karma; non conosco personalmente nessuno di loro, e quelli che invece conosco sono i loro complici in questo crimine, e sono miliardi di persone; che mi passano accanto ogni giorno, che sono sconosciuti o conoscenti o amici, o parenti, che sembrano persone sensate e ragionevoli, gente perbene, tutti capaci di scrivere e far di conto; così sembrano, ma poi devono andare al supermercato, o in ufficio, e salgono in macchina; divengono allora automedonti patentati; usano un aggeggio di una o più tonnellate per trasportare i settanta o ottanta chili del loro peso, e fanno muovere il loro veicolo bruciando benzina; lo sapete, cos'è la benzina...? sapete cosa produce la combustione del carbonfossile, sapete tutto; siete gente istruita, ragionevole, siete esseri umani... o siete automedonti
Io non conosco il signor Ford o il sig. Fiat, ma conosco la gente, e non c'è nessun altro che possa incolpare per il veleno che respiro ogni giorno uscendo di casa; io non sono nemico di nessuno, ma ho miliardi di nemici a questo mondo, che non sono "nemici" fra virgolette, antagonisti ideali, che mi attaccano con delle argomentazioni da cui mi potrei difendere in uno scontro retorico; sono nemici mortali per il mio organismo, e mi colpiscono nel punto più vitale in assoluto, avvelenando l'aria stessa che respiro; avvelenano così la mia mente e quindi il mio spirito, attraverso la puzza di un mondo malsano, dove si continuano a incolpare le multinazionali e si continua a fare la spesa nei supermercati, a guardare la TV, e a guidare l'automobile; quindi infine capirete perché non sono tanto in collera con il Sig. Ford, etc., ma con tutti ma proprio tutti voi, automedonti. E' matematico.
 Io non vi considero nemmeno esseri umani ma, se lo siete, siete la vergogna dell'umanità. Lo penso da che ho memoria, e così sarà fintanto che il racket del motore a scoppio, le "sette sorelle" e gli sceicchi arabi continueranno ad accumulare ricchezze a discapito di tutti, costringendo l'utenza ad accettare l'unico mezzo di locomozione non troppo rapido, non troppo sicuro, né troppo economico, ma soprattutto anti-eco-logico, che gli viene offerto dal mercato; a tutti voi, dico solo questo: vergognatevi
-- Firmato: un pedone. 

Questo era il messaggio che volevo rivolgere all'utenza automobilistica.
E se poi dovessimo parlare di denaro....
Ma per questa sera basta, mi sono sfogato; sono a post :-)

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Addendum -- tratto dal mio libro di prossima pubblicazione:

"durante gli anni in cui ho utilizzato Apophysis per creare frattali ho constatato di persona che tutte le forme in natura sono forme geometriche frattali;
pertanto, tutto ciò che è manifesto in natura ha una corrispondenza matematica DIRETTA e irrefutabile; nel caso del software, ad es., si potrebbe compilare un programma o formulare un algoritmo per creare esclusivamente "alberi", la cui forma "ramificata" è la stessa di fiumi, vene e arterie, etc.; lo stesso si potrebbe fare per le forme "liquide", per quelle "organiche", oppure i "poligoni regolari" come i fiocchi di neve, i cristalli, etc., etc. Nel caso di Apophysis, partendo da una "fiamma random" si ottengono "casualmente" tutte queste forme, come ho potuto constatare, che "ricordano" -ovvero, sono generate con gli stessi principi di "suddivisione infinita" propri dei frattali- tutte le forme presenti in natura, compresa la doppia elica del DNA e molte di quelle che consideriamo "simboliche" (ma che seppure raramente si riscontrano in natura) come la stella a 5 punte, il cuore, lo swastika, etc.;
esteticamente parlando, tutte le forme di questo genere che si ottengono con l'illusione di una rifrazione della luce su una superficie virtuale, o come irradiazioni fotoniche (la forma di una "stella" può apparire con tanto di "flares") non appaiono particolarmente piacevoli a vedersi, al di là delle qualità cromatiche, fintanto che non "ricordano" qualcosa; che nella nostra mente può corrispondere ad una spirale galattica, ad una grotta, ad una foglia, o qualsiasi altra struttura frattale naturale fotografata e vista in passato; nel contempo, ri-conosciamo queste forme come parti inequivocabilmente appartenenti al medesimo insieme, la foglia e la galassia, il cuore e il cristallo, l'albero e la vagina, al loro apparire sul magico schermo della geometria frattale dichiarano la loro appartenenza certa ad un ordine di idee superiore, ad una perfezione cosmica, ricordandoci il significato originale del kosmos Greco, che si riferiva appunto all'Ordine Naturale delle cose"

martedì 28 gennaio 2014

Ritorno da Oz

Da settimane ormai non pubblico una cronaca degna di tale nome, che si possa tradurre in un post sul blog; il clima invernale -o quasi- invita quotidianamente alla distrazione, che per il blogger è ancora rappresentata dal cinema malgrado la qualità perlopiù mediocre dei films visionati, che sempre più spesso mi hanno spinto a riflettere sul possibile valore di questa attività; fare altre parole, ancora parole, ridurre ogni esperienza nel codice alfabetico ISO-9001 con cui si esprime ogni mondo umano, seppure così differente dal nostro;
eppure, come ci ricorda il gruppo Live & Breathe su Facebook


(Trad.: FATTI: una delle uniche attività che attivano, stimolano e utilizzano l'intero cervello è la musica)

che nondimeno è una delle mie attività preferite in assoluto, ma richiede un elemento assolutamente indispensabile che per il blogger melodico è sempre più difficile da ottenere, la così detta ispirazione; qualcuno ci ricorda pure attraverso Science Daily, che la musica "illumina il cervello", e su questo io non potrei mai avere dubbi, ma per quanto mi riguarda oggi la musica classica mi risulta deprimente in modo ormai insostenibile, ho sviluppata una certa idiosincrasia anche per il vecchio jazz che ero solito ascoltare su Youtube, non ho mai ascoltata musica popolare dopo una breve ondata rock degli anni '90, e particolarmente nell'ultimo decennio non ho trovato nulla di buono da ascoltare oltre i Gorillaz, che sono senz'altro il mio gruppo musicale preferito di sempre, ma hanno tutti i diritti di non pubblicare più albums a dispetto della loro unicità nelle mie preferenze personali; e non si può ascoltare continuamente la stessa roba per sempre; dal canto suo, il buon Damon Albarn ha appena pubblicato un album solista, il cui assaggio di ieri su Youtube mi ha lasciato più o meno indifferente: evito di postare il video, in linea con la sincerità del mio blogging, ma per dovere di cronaca questo è il link
dal momento che la rivoluzione dei poli Solari non ha sortiti gli effetti catastrofici che tendiamo a immaginare per qualsiasi evento di tale portata (cosmica) e a onor del vero alcun effetto sensibile al di fuori della sfera tettonico-vulcanica del pianeta, riporto i fatti con il solito metodo random, pescandoli direttamente dalla lunga, interminabile pagina di Facebook; questo postato oggi da Food is Free Project (il cibo è gratis, non "libero" =) è un pensiero che ho visto spesso pubblicato recentemente da vari gruppi, anche se per qualche motivo credevo fosse di Bukowski*

in ogni caso, è un altro nome corsivo sul mio blog
Ovvero: è normale vestirsi con abiti che compri per il lavoro e guidare nel traffico un'auto che stai ancora pagando in modo da arrivare sul posto di lavoro che ti serve per pagare gli abiti e l'auto, e la casa che lasci vuota ogni giorno per permetterti di viverci dentro.
Sì, questa è la normalità, perché è conseguenza della norma generale, che viene stabilita dalla maggioranza e dalla sua attività coercitiva quotidiana, non da una scelta ragionata e individuale ma dalla mera necessità collettiva che costringe chiunque a fare qualsiasi cosa per ottenere una certa quantità di biglietti di banca, con cui pagarsi la vitaquesta realtà paradossale è la fonte primaria di ogni possibile Dissonanza Cognitiva per l'uomo sensibile, e per il blogger è stata una causa di imbarazzo esistenziale e depressione totale per decenni; vivere in una comunità che accetta di buon grado questa realtà grottesca, replicandola e di fatto ricostruendola ogni giorno, senza mai nemmeno pubblicare un aforisma o una citazione illustrata su Facebook --o un post su un blog-- può essere frustrante; ma, internet a parte, è il minimo che si aspettino da chiunque, malgrado e contro la sua possibile intelligenza, e cosa possa essere l'intelligenza in un simile contesto per me è ancora tutto da stabilire; di certo non è qualcosa che rientra in qualche modo in quella che abbiamo definita sopra come normalità, poiché ovviamente non c'è nulla di sano, di saggio, ma nemmeno di ragionevole in tutto ciò; e questa è una realtà che sempre più individui sembrano in grado di comprendere, a dispetto delle notizie diffuse dalla informazione ufficiale, nel così detto mainstream multimediale, e che in genere riguardano qualsiasi cosa, tranne appunto la realtà delle cose; questa immagine pubblicata da Jesse Ventura ci interessa, dal momento che il Belpaese non compare nella lista:


Trad.: Monsanto è stata rimossa e bandita da: Austria, Bulgaria, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Giappone, Lussemburgo, Madeira, Nuova Zelanda, Perù, Sud Australia, Russia, Francia e Svizzera! Perché non qui?

Dove "qui" si riferisce ovviamente al Paese di Jesse Ventura, gli USA; ma l'interrogativo per il blogger eco-logico è imbarazzante, per non dire inquietante... Grazie al cielo Trueactivist ci informa del fatto che l'Italia è stata il nono Paese dell'Unione Europea a bandire Monsanto, e posto con un certo innegabile sollievo il link di risposta all'immagine;


(L'America di Obama: 97 milioni di Americani non lavorano)

ci mostra una faccia dell'"America" che non vediamo troppo spesso sui quotidiani e in TV, gli esiti reali della "crisi finanziaria" che è stata progettata e attuata dai finanziatori del Grande Show Mondiale per portare le masse ad un certo livello di equilibrio generale prossimo al fondo, in vista di qualche mossa di cui ovviamente non abbiamo ancora il minimo indizio; ma nel frattempo abbiamo degli indizi incoraggianti -virtualmente parlando- riguardo la coscienza del popolo "Americano" (i discendenti degli Europei sterminatori che annientarono i popoli indigeni in qualche passato) e lo vediamo qui


in forma di meme postata da UFO HQ; "I più grandi criminali indossano cravatte -- non tatuaggi";
è una cosa che per me è sempre stata piuttosto ovvia, per non dire scontata, da che ho memoria, ma vederla finalmente espressa nelle parole di qualcun altro, per quanto possano risultatre indifferenti rispetto alla massa dell'utenza, mi restituisce quel minimo di fiducia in questi "miei simili" così diversi da me che è ormai necessaria alla mia esistenza virtuale, nel mondo-di-parole in cui sono confinato;

ancora a proposito di Schadenfreude, in un contesto non-cinematografico ma vergognosamente spettacolarizzato, questa immagine pubblicata da Empty Cages Worldwide (Gabbie vuote in tutto il mondo) ce ne rende il significato più crudo


perché è facile per l'uomo sensibile immaginare gli esiti di un simile scontro con l'organismo umano, mentre per il pubblico Iberico questa rara eccezione non rende meno piacevole l'ultimo residuo del vero-e-proprio circo imperiale, la corrida, che è una sorta di istituzione della crudeltà, un rito di puro orrore mortale, dove in genere è un uomo armato a uccidere senza pietà il povero toro rinchiuso nell'arena e condannato dalla sua follia; questo è uno dei rari "incidenti" che mi piacerebbe vedere più spesso, ma che del resto farei molto più volentieri a meno di vedere;
la alternativa naturale proposta da I want to be 100% organic è allettante:


("Fuori dalla rete" -- Niente mutui o affitti - niente bolletta elettricità -- acqua gratis senza fluoro -- coltivi il tuo cibo "biologico" -- sostenibilità totale -- stai con la natura -- ma hai ancora tutti i lussi moderni-- chi è con me?)

Ovviamente, il blogger è con lui, nel mondo-dei-sogni-virtuali che corrisponde ancora all'idea del "paradiso proibito" in cui tutti noi viviamo quasi-inconsapevolmente, sempre rinchiusi nelle nostre scatole di cemento, tra le tante scatole di cemento che formano le "città" del "mondo dell'uomo", che è essenzialmente un mondo-di-parole. Di scatole mentali, logosfere individuali e sociali, in vario grado soggette alle capacità di apertura singole e differenziate dell'utente alfabetico.
Ho visto prima che malgrado la totale, e voluta assenza di mezzi di propaganda il contatore delle visite segna più di duecento visite -con qualche possibile lettura- di questo mio nuovo blog "alternativo"; se anche un solo lettore potesse afferrare un barlume della grandiosità di questa possibile "rivoluzione 
intelligente" -e quindi unica, nella storia dell'uomo- attraverso questo post, mi potrei considerare soddisfatto. Almeno fino al prossimo post. Ma è probabilmente la stessa vana speranza che mena Mr. 100% Organic a postare certe immagini su Facebook, e purtroppo la sua portata, in termini di copertura dell'utenza alfabetica, non è più o meno ampia. Posso solo aggiungere la frase di rito internazionale: please, share -- perfavore, condividi!

P.S.: questa massima (espressione di intelligenza) di F. Douglass, postata da Free Talk Live


(La conoscenza rende un uomo inadatto ad essere uno schiavo)

rinnova l'interrogativo essenziale, il più grande e quindi il più necessario, che riguarda solo noi stessi e in questo caso ogni genere di schiavitù a cui ci sottomettiamo volontariamente, ogni giorno, in ogni momento. Siamo prigionieri di un confine materiale, che si manifesta nei nostri confini sensoriali nella forma organica, frattale, del pianeta e di ogni suo singolo abitante; questo grave stato di schiavitù non ci basta, dobbiamo assoggettarci ad ogni possibile preconcetto, ad ogni paradigma, ad ogni dogma, ad ogni pensiero prefabbricato  che ci torni comodo all' occorrenza, e che ci permetta di condividere ogni concetto contemplato nella cultura del Falso a partire dalla stessa forma della nostra espressione, nella frattalità sintetica delle logosfere umane; siamo schiavi innanzitutto di noi stessi, e soltanto conoscendo me stesso posso avere una possibilità di liberarmi, senza ricorrere alla violenza.
Per il momento, mi libero dal post.

*) La frase di Bukowski è stata ripubblicata oggi (02.23.14) da Exposing the Truth:


il concetto è il medesimo, ma in questa riconosco un certo stile

lunedì 27 gennaio 2014

Non c'è casa come Oz

Su Youtube c'è questa copia -piuttosto scarsa-



del film che ho visto questa sera, che è appunto


Return to Oz di W. Murch (1985)
☻+
basato sui due libri di F.L. Baum pubblicati dopo il successo del primo, famoso Wizard; il sequel non è certo una novità del cinema, tanto che a questi tre romanzi ne seguirono altri 15, con svariate decine di titoli basati sull' opera di Baum dopo la sua scomparsa -- che non fu necessariamente un decesso...


Parte dell'insuccesso del film è attribuito ai toni "oscuri" del film, ambientato in una Emerald City in frantumi


popolata da streghe con la testa intercambiabile, uomini a rotelle, e gente impietrita


senza contare i nuovi amici di Dorothy


e il tenebroso Nome King interpretato da Nicol Williamson


oppure animato con la tecnica della claymation:


come sono i suoi scagnozzi rocciosi


Dal momento poi che Dorothy, qui interpretata da Fairuza Balk


 si ritrova nel mondo delle fiabe sfuggendo alla minaccia dell'elettroshock

(in un prototipo stereo =)

c'è poco da stare allegri fin da principio; il che ridusse drasticamente l'afflusso di pargoletti al cinema, ed essendo pure una riduzione poco fedele e piuttosto sommaria dei romanzi, anche i fans adulti della saga di Baum disertarono le sale, con il risultato di un fiasco pressoché totale. Immeritato?


Su Wikipedia leggiamo che nomi del calibro di George Lucas e F.F. Coppola sostennero il collega Murch, che era stato licenziato dal suo posto di regista, e riuscirono a farlo riassumere; credo che io avrei cercato un regista migliore, e quasi certamente l'avrei trovato. Come vediamo dalla sua filmografia su IMDB, dopo di questo Murch diresse soltanto un episodio della serie animata Star Wars nel 2011, mentre per gran parte della sua carriera è stato un (bravo) tecnico del suono... Il che a mio parere è un motivo ancor più valido dei suddetti per l'insuccesso di questo film.

domenica 26 gennaio 2014

Fantocci e no

Un altro screener:


Inside Llewyn Davis di J. & E. Coen (2013)
☻☻

ovvero "l'uomo che cammina nella neve con i mocassini malgrado ci siano parti del selciato asciutte"; è una scelta come un'altra, che definisce la statura morale e la tempra dell'uomo d'arte;


film "liberamente ispirato" alla figura del cantautore folk "Irlandese di Brooklyn" dal nome Olandese, Dave Van Ronk, autore dell'album 


e interpretato dal nasuto Oscar Isaac

(nome tipicamente Guatemalteco)

che purtroppo non è l'unico ad esibirsi in qualche ballata nostalgica semi-country; questo va oltre il mio limite di sopportazione, e lo skipping ripetuto ma inevitabile ha compromessa l'esperienza filmica, tutto sommato non-elettrizzante, di questo ritratto della mediocrità umana e musicale della scena folk del Greenwich Village all'inizio degli anni '60 in generale, e di questo meschino personaggio in particolare; 
con F. Murray Abraham


John Goodman


Justin Timberlake (!)


e soprattutto lui:


stranamente, non c'è nulla di questo film che potrei dire mi sia davvero piaciuto -a parte qualche passaggio semi-subliminale e quasi-musicale nella colonna sonora- ma se c'era qualcosa che poteva toccarmi il cuore era l'immagine in soggettiva del risveglio del protagonista con un gatto rosso che gli fa le fusa sul petto, e ovviamente è proprio quella che ho avuta qui, per due volte;

(per gli strazianti dettagli, V. blog. prec.)

la sub-storiella di Ulysses il gatto, e della sua mini-odissea, è stata aggiunta dai Coen che a loro dire non avevano nemmeno notato il gatto sulla copertina del disco di cui sopra; e io mi chiedo, è possibile che due tizi che di mestiere fanno il cinema (dove le immagini hanno un certo valore, o significato, presumibilmente) non abbiano notato uno di due soggetti, in una fotografia grande come un LP?? Ma devo anche aggiungere, in conclusione, che dopo aver visto questo film la cosa non mi stupisce più di tanto.
Se non altro, hanno avuta la buona idea di mettere qualcuno degno di essere guardato sul set;

che non è quello umanoide;

se il nome dei Coen è incontrovertibilmente "ebreo", l'autore di questo


Magic di R. Attenborough (1978)
☻☻-

si chiama Goldman, che non è da meno; Magic è un vecchio film che non ero mai riuscito a vedere per intero; l'ho fatto oggi, continuando a depennare titoli dalla mia watchlist su IMDB, per ritrovare il giovane Anthony Hopkins

(un personaggio evidentemente molto disturbato)

intrattenitore alle prese con la sua mania omicida manifesta attraverso il suo fantoccio da ventriloquo


che minaccia il suo piano di fuga con la vecchia fiamma; nel cast compare l'immortale Burgess Meredith

(1907-1997)

e l'uomo-prezzemolo degli anni '70, Ed Lauter

qui con l'unico sorriso del film, e forse della sua carriera;

un film incredibilmente datato, dove la presunta bravura di Hopkins lascia spazio ad ogni ragionevole dubbio sulla sua reale condizione, che a parer mio è palesemente instabile in ogni sua prova cinematografica; fors' anche spaventosa, ma tutt'altro che paurosa, anche nel contesto mystery-pseudo-soprannaturale del film, protagonista il pupazzo assassino a nome Fats:


era ben più sinistro quello di Hitchcok Presents:



a anche quelli di Fun & Fancy Free (1947) che stranamente davano proprio questa sera in TV...

Questa "coincidenza" mi ricorda tutte quelle occorse in questi giorni attorno al termine conundrum; si potrebbe dire che la nostra esistenza non è altro; ma si potrebbe anche dire l'opposto, ovviamente.
Siamo i sinistri fantocci di un ventriloquio subcosciente tra noi stessi e qualunque interlocutore possibile.
O meno.