Da una storia scritta da quattro francesi, riscritta per lo schermo da un coreano e infine sceneggiata da quest'ultimo assieme ad un ex-francescano inglese proviene
Snowpiercer di Joon-ho Bong (2013)
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ovvero l'odissea di Curtis (Chris Evans, meglio noto come Cpt. America)
attraverso il lungo treno su cui sono rifugiati gli ultimi sopravvissuti di un mondo congelato; dalle miseria e dalle angherie della coda
il coraggioso rivoluzionario guida i suoi in una lotta senza quartiere contro l'esercito posto fra sè e la testa del convoglio attraverso vagonate di violenza, rabbia, dolore
e perversione, e raggiungere infine la favoleggiata sala macchine da cui dipende la vita degli ultimi terricoli; ce la farà? Non pensate che la sua prestanza supereroica qui faccia una gran differenza...
i colpi di scena non mancano, e non mi è nemmeno passata per la mente l'idea di skippare un solo minuto di questo avvincente film il cui ovvio simbolismo alla base della trama -siamo tutti sullo stesso treno- lascia spazio a più profonde riflessioni per lo spettatore attento;
la sempre incantevole Tilda Swinton |
avevamo già apprezzata l'opera di Bong (il cui nome è già tutto un programma =) come autore di quel piccolo capolavoro a titolo Gwoemul/The host (2006); qui la mostruosità affrontata dal protagonista -quella dell'umanità allo sbando- è ben più spaventosa della bestiaccia anfibia, ma il trattamento è adeguato al soggetto, e uno spirito profondamente Orientale rende quest'opera degna di interesse, una sorta di Runaway Train all'ennesima potenza dove niente appare scontato, il flusso filmico è denso e continuo, e persino il finale va oltre il prevedibile;
Transcendence di W. Pfister (2014)
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è la storia di Johnny Depp geniale scienziato morente e poi defunto, la cui "entità" viene trasferita per intero in un mega-computer; non c'è molto qui per ispirare profonde riflessioni filosofiche, se non che uno faccia il critico cinematografico di mestiere; la prova più valida della pochezza di questo titolo, per quanto mi riguarda, l'ho avuta rileggendolo nella lista dei films visti la settimana scorsa senza averne fino a quel momento la più vaga memoria. E con il solito Morgan Freeman
che malgrado tutto continua a spiegare pazientemente come stanno le cose ai bianchi.
Prima o poi la capiranno.
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