Titolo riferito al paradosso di Schrödinger, citato nei dialoghi e possibile ispirazione del film.
E' sempre più raro per me trovare films che valgano tutta la pena di un post nel mio blog; certo è che se avessi 50mila dollari e un pugno di attori a disposizione per cinque notti, per me sarebbe impensabile tirar fuori qualcosa di tanto gradevole (entertaining) fino alla fine -o quasi- quanto lo è
Coherence di J.W. Byrkit (2013)
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che non è un capolavoro sconosciuto del cinema come invece lo è (restando in tema di wtf)Triangle, ma non è nemmeno uno di quei film che ti tolgono la voglia di vedere films, come spesso capita recentemente per le mega-produzioni e per i titoli più attesi e più deludenti della stagione in corso;
"When I said 'action', I meant fucking action!"
Coherence non è un capolavoro cinematografico, è lungi dall'esserlo, ma è comunque una interessante riflessione sull'idea del personaggio che tutti noi crediamo di essere, e un gentile invito ad una visione più "quantistica "della realtà che siamo soliti accettare (anche) al di fuori della sfera multimediale; non è un film che rivedrei cinque volte di seguito per cercare di mettere assieme i pezzi nella mia mente, ma è uno dei pochi film recenti che dopo la visione non mi hanno lasciato con la solita, infelice sensazione di avere definitivamente sprecata un'ora e mezza. Probabilmente non è durato nemmeno così tanto. Probabilmente ho già postato questo articolo sul mio blog qualche tempo fa, ma sfortunatemente non l'ho ancora letto; se così fosse, per favore il mio lettore me lo segnali.
IO sono il tuo lettore, cucù!
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