source http://coa.inducks.org
"There are lights in your eyes -- they've dawn in them and green grass... and something else... something else.
Some people have light that seems to come out of the center of their eyes... there's something that's so alive in them, you know, it's a quality of awfulness.. Of love, people who can love have those lights. And you've got 'em. The lights are always on, sparkling and warm...
There's some people... In my father the eye was... Has a milkyness to it, and they're flat, there's no light! They look... they look glazed over and dead. I'm terrified that I'm all dead in my eyes like my father... That I inherited an... inability to love." (Tuesday Weld, Susan/Noah)
Queste parole fanno parte di un dialogo in
A safe place di H. Jaglom (1971)
Potrei sbagliarmi, ma questo film parla di me, l'Osservatore, la spia, il sognatore, e il guardatore di films; e l'uomo eterocromatico centrale il cui occhio, parafrasando la protagonista, contiene "l'alba, erba verde, e 'qualcos'altro'"...
(ATROPINA, forse?)
Questo film racconta di una abitante di New York City, Susan a.k.a. Noha ("Noè"--Tuesday Weld)
del suo incontro e della sua relazione con il concittadino Fred (Philip Proctor)
inframmezzati alle visioni continue de Il Mago (The Magician) - Orson Welles in persona
che la intrattiene con alcuni giochi di prestigio, anche se il suo vero intento -a suo dire- è di fare scomparire qualcosa;
dopo aver provato inutilmente con i tristissimi animali ingabbiati dello zoo di N.Y.C. infine -forse- fa scomparire Mitch (Jack Nicholson) comparso dal nulla nel cuore della notte per divertirsi un po' con la ragazza,
e con l'inevitabile contrappunto del suo boyfriend; non sappiamo se Mitch fosse una fantasia della ragazza o meno, perché al suo ritorno, dopo aver bruciati i ricordi della coppia nel caminetto, e aver vagolato per la città, con il cuore spezzato Fred la ritrova sola e pronta a riprendere da dove si erano lasciati (il divano), per poi scoprire che la sua amata non esiste fuori dalla sua mente; o viceversa; questo rivela la faccia "diabolica" del mago, che infine se la ride;
della grossa
La mia ipotesi è che questo film non avesse molto da dire, né da mostrare al pubblico, oltre la verità che -racconta il Mago- sta "oltre il regno della conoscenza", nel "reame sconosciuto" il cui fiume tumultuoso uccide a sassate chiunque cerchi di attraversarlo per sei giorni la settimana, e congela chi lo fa durante il settimo giorno; nessuno è mai tornato da quel regno "di cui nessun uomo conosce il nome" pertanto nessuno conosce la verità, se non la sua propria;
qui vediamo ripetersi due simboli, in primis la stella a cinque punte
e l'arcobaleno associati alla condizione nota come eterocromia centrale dell'iride, che per la quantità di primi e primissimi piani si può considerare la vera protagonista del film:
Jordan Maxwell docet, non è certo un caso che le "stars" del cinema siano rappresentate con una stella a 5 punte (o che siano paragonate alle "stelle del firmamento" in primo luogo) così come per gli hotels, e i gradi militari; d'altro canto il pentacolo, o pentagramma è un archetipo sovrapposto alla stessa forma umana nella sua essenza geometrica, non possiamo meravigliarci troppo del suo potere multi-versale fintanto che abbiamo una testa e quattro arti a rappresentare una stella in fondo ai cieli;
potremmo invece considerare una (rara) coincidenza il fatto che tutti e quattro i protagonisti di questa pellicola -Tuesday Weld, Philip Proctor, Orson Welles e Jack Nicholson- presentino questa particolare colorazione dell'occhio, cosa che del resto sarebbe passata inosservata come capita nella maggior parte dei films, dove l'occasionale close-up sull'occhio è dettato da una esigenza narrativa, perlopiù nella descrizione di un dettaglio che colpisce il protagonista della scena, o in uno scambio di sguardi, etc.; non è invece sicuramente una coincidenza il fatto che tra gli innumerevoli primi piani sui volti degli attori in questo film spesso l'inquadratura si stringa proprio attorno ai loro occhi, ben illuminati, mostrandone chiaramente le qualità eterocromatiche:
il "simbolo" dell'arcobaleno si riferisce qui ovviamente e direttamente, a prova di stupido -con un confronto visivo- alle caratteristiche proprie dell'eterocromia;
i misteri racchiusi nelle modificazioni genetiche che hanno portato alla esistenza di una condizione conosciuta in medicina come eterochromia iridis, sono essenzialmente gli stessi che riguardano ogni questione sulla condizione umana, le domande immortali, i dilemmi eterni dell'uomo sulla propria origine e la propria realtà contingente;
ma riguardano in particolare chi considera personalmente, e intimamente questa realtà "dall'interno", avendo dedicato un sito alla "CHC" basato sul proprio caso già nel lontano 1997, attivo e rinnovato ancora oggi;
non si è mai trattata per me di una curiosità frivola, che riguarda i personaggi famosi di cui è facile avere foto in alta definizione su internet; la mia ipotesi è che l'occhio con una iride eterocromatica sia l'esito di una modificazione dell'occhio azzurro a livello genetico, che sia stato ottenuto in seguito a ricerche iniziate dai ricercatori "nazisti" (Mengele, in part.) e propagato in seguito al successo della Operazione Paperclip negli USA, e nelle "colonie" dell'Impero Anglo-Americano dopo il Patto Atlantico;
L'idea di includere un brevissimo "fuori scena" (o goofer) con le risate degli attori rivela la
natura rivelatrice del film; niente è meglio nascosto di ciò che è sotto gli occhi di tutti
non dimentichiamo che l'occhio, per la tradizione popolare, in un frammento della antica conoscenza, è "lo specchio dell'anima", riflette cioè delle qualità interiori dell'individuo che vanno oltre ciò che è percepibile attraverso i "cinque sensi", ma vengono di fatto a manifestarsi in una particolare frequenza della energia, ovvero della luce che si propaga riflessa (diffusa) da un occhio con una certa frequenza, occupando un particolare arco dello spettro visibile che viene percepito da un altro occhio; è qualcosa di "visibile" che nel contempo sembra "nascondere" qualcosa d'Altro, il che corrisponde appunto al "riflettere l'anima" in uno specchio, cioè mostrare qualcosa che per la sua stessa natura metafisica non è visibile;
non va dimenticato nemmeno che le ricerche degli scienziati "nazisti" erano basate sulla conoscenza della antica tradizone esoterica, e non sulle fanfaluche materialistiche della scienza moderna; una scienza reale, creativa, propriamente magica, il cui potere fu assimilato a quello simbolico degli dèi (Nordici, nel caso particolare); per curiosità, due film di Kubrick particolarmente densi di simbologie occulte, The Shining e Eyes Wide Shut, sono interpretati da attori eterocromatici che interpretano "gente comune", come nel caso della famiglia Torrance, dove gli attori protagonisti hanno gli stessi nomi dei personaggi, e nel caso dei coniugi Harford, interpretati dai coniugi Cruise/Kidman; quello che possiamo dedurre per certo è che non si tratta di "coincidenze";
l'unica nota critica su A Safe Place proposta da Rottentomatoes, quella di Variety, sembra confermare il mio sospetto che il messaggio simbolico dell'opera -un fiasco su ogni fronte- sia andato perduto nel vuoto; lo staff artistico della famosa testata hollywoodiana confessa più o meno candidamente la propria ignoranza attraverso la sua recensione; non mi risultano altri articoli sul web che trattino di queste particolari caratteristiche del film di Jaglom; ne' molti altri che ne trattino, in generale;
nell'insieme, A Safe Place è abbastanza "insolito" da essere paragonabile a Mulholland Dr. -il capolavoro di David Lynch sul tema della programmazione mentale nel mondo di Hollywood- con tanto di "scatola magica" -qui consegnata dal Mago del Cinema in persona, Orson Welles- che si rivela "vuota", o colma delle "memorie" che costituiscono il film stesso (all'inizio si pratica una "seduta spiritica" informale, che rimanda alla natura "occultistica" della matrice filmica - V. immagine in apertura)
per quanto riguarda l'inflazione di primi e primissimi piani, soprattutto della protagonista, si può dire un prototipo di INLAND EMPIRE, e pur non essendo paragonabile sotto nessun altro aspetto all'opera lynchiana, purtroppo, è certamente un titolo curioso da consigliare al cinefilo e allo studioso di cultura cinematografica; fin troppo interessante per il cinefilo gnostico, ed eterocromatico.
Concludo il sipario del post con questa immagine in cui le tende alla finestra delineano una sagoma "piramidale" (triangolare) con una sezione divisa in alto; può sembrare una scena troppo comune per essere considerata seriamente come una suggestione simbolica; ma di fatto lo è, come tutto può esserlo.
Concludo il sipario del post con questa immagine in cui le tende alla finestra delineano una sagoma "piramidale" (triangolare) con una sezione divisa in alto; può sembrare una scena troppo comune per essere considerata seriamente come una suggestione simbolica; ma di fatto lo è, come tutto può esserlo.
P.S..: come compenso per la sua parte in questo film Jack Nicholson ebbe un televisore a colori!
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