martedì 25 agosto 2015

Eterna infelinicità

C'è qualcosa che devo annotare subito, prima che questa impressione sbiadisca e non io non riesca più a trovare dei termini per definirla com'è possibile farlo secondo la moda umanoide, a parole;
che puoi trascorrere ore di vera letizia, di svago sublime e incomparabile fintanto che ti trovi in compagnia di individui di altre specie, e in part. altre specie di animali, data la loro capacità di interazione con l'uomo; sembra che tutto vada bene e che nulla possa più andar male nella tua intera esistenza, ogni "brutto pensiero" si dissolve come neve al Sole (specialmente se il Sole brilla alto nel cielo) e ti ritrovi senza nemmeno pensare a "rilassarti" o a "distenderti" alle soglie del Paradiso; 
Terrestre, ma comunque abbastanza paradisiaco da meritarsi il paragone con le fantasie bibliche; 

attraversata la Grande Pozzanghera, si entra nel regno di Pan

questa bestiale beatitudine, vissuta su uno scenario che, pur essendo a poche centinaia di metri dal centro cittadino, è già "un altro mondo", sembra averti riappacificato con il mondo intero, ti senti in armonia con il cosmo, sei improvvisamente in perfetto equilibrio al centro dell'universo e l'idea di poter cadere non ti sfiora nemmeno;
poi incontri un altro essere umano, e basta una sola parola; 
non occorre nemmeno essere in contrasto con quest'altra bestiaccia bipede, ma basta che apra bocca per dire qualcosa, qualunque cosa, e tutta la infinita, immensa magia di cui traboccavi un attimo prima non crolla, non si frantuma e non cade a pezzi fragorosamente, ma sembra anzi che non sia mai nemmeno esistita, e che tutto quello che hai vissuto per qualche istante di eternità sia la memoria di una illusione ancora più grande di quella in cui quella singola parola ti ha riportato, come una formula di magia nera che fa sparire istantaneamente l'incanto anzichè crearlo;
ma è esattamente così;
come se il grande inganno fosse quello del verde, delle farfalle e delle api, dei fiori e degli uccelli, delle nuvole e del Sole, anziché quello dell'Arconte, dei preti, dei professori e dei soldati;


questo mi accade continuamente, inevitabilmente, e di nuovo è accaduto oggi come sempre, al rientro dalla mia spedizione agreste del pomeriggio; non cambierà mai, perché la natura umana è troppo ovviamente distinta da quella di ogni altra specie a questo mondo, e da tutte loro; perché quando si parla di "natura umana" si tratta di una natura che non è ovviamente la stessa dell'habitat naturale in cui vivono tutte le specie animali; se così non fosse, adesso non sarei di nuovo rinchiuso in una scatola di mattoni e cemento, in un cumulo ombroso di mattoni e cemento ammucchiati sull'asfalto, che è la città, negli "studios" in cui recitiamo ogni giorno la nostra parte di cittadini;

la mia merenda: prataioli appena colti; a decine!

per me la recita può continuare solo a questo modo; ho lasciato ancora il mio cuore ai miei ormai "vecchi" a-mici, con cui giocare e divertirsi a volontà con le loro unghiette affilate e i loro dentini appuntiti; 

seconda passeggiata con la Milla che cammina oltre le sbarre di un giardino; a lei piace così..
un pezzetto per loro, assieme ai croccanti e soffici bocconcini, un pezzetto da rosicchiare ai miei vecchi amici canidi, assieme a qualche crackers; ad ogni nuovo incontro con ognuno di loro  con un semplice tocco il mio cuore si ricompone come un complicato mosaico; mi sento di nuovo intero, completo e invincibile, e ricordo per qualche momento cosa potrebbe voler dire essere felice, pur senza smettere di appartenere a questa specie di androidi a cui sono per qualche motivo costretto dalla nascita; 
ma poi inevitabilmente qualcuno dirà qualcosa, qualunque cosa, ed è sempre come svegliarsi da un sogno, per riavere improvvisamente una falsa coscienza dell' incubo (che è soltanto un "brutto sogno") a cui siamo tutti condannati, da niente e nessun altro che noi stessi.


Oggi ho incontrato dopo quasi cinque mesi il micio incontrato il primo marzo scorso; è cresciuto, ma la sua indole giocosa è cresciuta con lui, uno dei felini più amichevoli che abbia mai conosciuto; evidentemente non ha molto da fare con il povero, piccolo chihuahua spelacchiato con cui vive;


è l'unico gatto di cui abbia notizia che ami farsi tenere le zampe tra le mani, cosa che gli procura un godimento intenso e quasi soporifero; come si può vedere, lo fa cadere in estasi;


ho rivisti anche i tre poveri cani "da guardia", sempre infinitamente annoiati dalla completa mancanza di qualcosa che potrebbe mai giustificare il loro ruolo di guardie e di perenne confinamento in uno spazio vuoto e disabitato, ai margini della città;


ma è qualcosa che si potrebbe dire di molti dei miei amici, tra quanti non sono in grado di sgattaiolare fra le sbarre di ferro che circondano i giardini. Come abbiamo già visto in marzo, le reti sono anche peggio; e le recinzioni elettriche sono il peggio in assoluto.
Viene da dire "povere bestie", ma non credo di poter trovare un'espressione migliore per descrivere la condizione degli umani che mantengono abitudini simili nei confronti delle altre specie. 
L'importante per me è di poter sgattaiolare.

lunedì 24 agosto 2015

Lunediario

Lunedì 24 Agosto .. Giornata autunnale


il cielo è un foglio grigio

Occorre un po' di calore inumano


per riscaldare il cuore;

a proposito di riscaldamenti, voglio pubblicare la mia settimana alimentare a partire da oggi, con

(avvolta da una triste luce autunnale)

frittella di farina di ceci con funghi che gli anglofoni chiamano portobellos (o portabellos) e i francesi champignons, a noi italiani non resta che usare il latino, Agaricus bisporus; questo è l'unico fungo con un contenuto rilevante di vitamine del gruppo B (come i folati e la niacina) che sono scarse nei vegetali, assieme alla introvabile vitamina D, che aumenta con l'esposizione alla luce solare prima del consumo... ma oggi c'era poco da fare.
Solo su Wiki Eng troviamo qualche informazione nutrizionale su questa manna eumicetica.
Gli ingredienti aggiuntivi sono timo (selvatico) nell'impasto, e rosmarino nei funghi, olio, sale e pepe q.b.


Ieri (giornata autunnale) ho trovato questo fiore di zucca in quest'angolo della città;


ottimo in padella; oggi solo un pacchetto di crackers; un po' mollicci, ma per i vicini piccioni vanno benone;


aspettiamo le melagrane...


A cena: cicoria, rucola, ravanelli, ceci lessati, pomodori ciliegini conditi con olio, aceto di mele, sale, pepe, timo (selvatico) e un cucchiaino di senape. Niente pane!


Così oggi ho mangiato ceci a pranzo e a cena: ma i ceci non sono "comuni" legumi; i ceci hanno un punteggio della digeribilità delle proteine corretto dall'amminoacido limitante (PDCAAS) di .76, che è superiore alla frutta, a molte altre verdure e a tutti gli altri legumi; superiore al cece c'è (c'è) solo la soya, che però non è altrettanto sana di per sè, senza contare il dubbio della provenienza...
Mangerei ceci tutti i giorni, ma ho sfatato il mito delle proteine da tempo, e so che non bisogna abusarne in nessun caso; anche le verdure piene di proteine come i legumi vanno limitate, e sicuramente l'eccezione migliore in una dieta basata sul fogliame crudo (e meglio, insieme ad esso, come nell'insalata) sono i ceci, che contengono aminoacidi essenziali (che non produciamo da noi, ma di cui abbiamo una necessità vitale) come lisine, isoleucine, triptofani e aminoacidi aromatici; infine, i ceci appaiono nella mia tabella personale (e mentale) come "cose da cuocere"; e le cose da cuocere non sono mai tanto buone per noi come lo sono le cose crude. Però, devo ammetterlo, i ceci sono davvero buoni.
E non posso evitare di notarlo, sto mangiando quantità di susine Stanley di dimensioni decisamente inferiori a quelle comuni (enciclopediche)
Spuntino notturno con 1/4 di anguria baby, e un pacchetto di crackers con pomodori ciliegini; così anche oggi non ho saputo rinunciare alla mia dose di gliadina. Che comunque è ancora meno costosa dell'eroina.
E poi, non è più oggi da un pezzo; questo è già il martediario.

sabato 22 agosto 2015

Saturn-Day 22

Oggi ho incontrata la mia grande, 'vecchia' amica Biba


 alla quale ho offerto il solito spuntino; in cambio ho potuto manipolare a mio piacere un cagnolone che al tatto dà l'idea di un orso, eppure ha la stessa personalità di un cucciolo; sicuramente non tutti i cani sono come il bovaro del bernese, che è considerato un "cane da famiglia" e addirittura cane "babysitter", e il cui passatempo preferito è dormire;
così all'ora di merenda ho scoperto che i gatti snobbano chi ha frequentato un cane di recente; mi sono sentito come un lebbroso tra i cristiani, ma data l'estrema naturalità del contesto il mio non è un paragone valido;

(Ma cos'è questa intollerabile puzza nauseabonda?)

un gatto perbene non vuole nemmeno starti vicino se hai toccato un bernese -specialmente in piena estate- figuriamoci lasciarsi toccare; è come se ti dicesse, in tono stizzito "perché non prendi anche una bella manciata di fango, prima di toccare il mio pelo lucido e profumato di gatto?"
Ti fa sentire come se tu fossi nato da una manciata di fango.

("Vade retro, cinofilo!")

Forse è da questa idea che i filistei derivarono tutta la loro mitologia, dalla tradizione atlantidea rubata agli egizi; da come ti può far sentire un gatto quando sei appena stato con una bella cagnolona di 50 chili. Come un traditore, e non come direbbero gli anglofoni (o meglio le anglofone) perché sei stato con una 'bitch' (lett. cagna), ma come un traditore specista. Ti fanno sentire come un CANE.
Ti sopportano a stento; ma solo perché hai i magici croccantini in tasca.
Ma sono cose che si accettano volentieri, fintanto che puoi fare merenda seduto tra due gatti -a debita distanza- sul ciglio della strada;

(foto di repertorio - di ieri)

mi potrebbe importare meno di ciò che può pensare la gente; se fossi (anagraficamente) più giovane.
Ma non lo sono.
Anzi, non sono mai stato tanto giovane quanto lo sono oggi, e me ne rendo conto con una certa inevitabile ironia, che non voglio nemmeno pensare di definire 'destino' (che era l'orbita dei babilonesi) ma come "ironia del destino" cioè l'unica qualità riconoscibile di questo concetto astruso; oggi ri-conosco l'ineffabilità del profumo della lavanda, del clerodendrum, della rosa, dell'oleandro, dell'azalea, del glicine, così come per il sapore della cicoria, dei pomodori o delle susine (tre esempi a caso, quelli di oggi) appena colti, che non hanno alcun paragone valido nel mondo dei "prodotti alimentari", ma nemmenno del 'mercato' in generale;
l'estate che fu a lungo funestata dall'abitudine mortale del gelato, della granita, del ghiacciolo, del frullato (per non dire milkshake) delle bibite gassate, della  birra (industriale) e persino dalla pizza (che per qualche motivo ignoto era più frequente durante la bella stagione) oggi è il miracolo che realmente è, quello che incontri camminando per la strada

(letteralmente)

evitando ogni bar o pizzeria o rivendita alimentare in genere; davvero il bar, a partire dal caffè fino ai superalcolici, è perlopiù uno spaccio di veleni; ma tutti legali, per carità;

"Soft o Crock?" -- mistero...

questa ennesima estate urbana è stata particolarmente generosa di more (del gelso e del rovo) e di susine; oggi i melograni promettono bene, ma sono ancora verdi; 

verdognoli, direi; manca poco.....

sulla mia strada oggi ho reperita una bella pesca, perfettamente matura, abbandonata o forse perduta da un cliente distratto del supermarket; forse è stato un segno del 'karma'; poco dopo ho rinvenuta anche una busta di tabacco semi-nuova, con tanto di cartine e filtri, in un barbaro involto di pelle animale che ho rifilato alla mamma da rifilare a qualcun altro.
Devo notare che si tratta di tabacco 'non trattato', come quello che uso io; pertanto è un segno del 'karma' particolarmente pregevole, considerato che è una busta di tabacco, e non di brown sugar.
Soprattutto in merito alla pesca, posso dire che è stata una giornata FRUTTUOSA; ma non sono sono un pescatore, ovviamente;
alla fine ho condivisa una solenne focaccia -di grano Creso, temo- con le papere giù al fiume, che quest'anno è straordinariamente popoloso di pescitudine;


dall'altro ponte nel primo pomeriggio ho vista una cornacchia rubare un intero filone di pane semi-bruciato, che ieri era al centro di una contesa (vista dallo stesso ponte e nello stesso punto) durata decine di minuti; alla fine ieri ognuna delle papere -che sono le donzelle dei germani, latitanti in questa stagione- ha avuto il suo boccone di zuppa (o pan bagnato), mentre oggi sono rimaste tutte a becco asciutto; la cornacchia non si pone mai problemi di glutine o non-glutine; ma nemmeno le papere, pare;

una rosa senza mistero

Lo specismo è davvero una brutta cosa, e lo dico da 'gattista' longevo, essendo cresciuto fra gatti, e avendo quasi-sempre avuto un coinquilino felino durante la mia esistenza, dalla fine degli anni 70 fino ai 2000; amare un gatto è facile almeno quanto doveva esser facile per gli egizi adorarlo; amare un cane è tutt'altra cosa; per cui si dice sempre "solo come un cane", "cane malato", "vita da cani", "come un cane bastonato", etc. etc. e non si è mai detto invece "solo come un gatto", "gatto malato", "vita da gatti", "come un gatto bastonato", etc. etc.. E non si dirà mai, a questo mondo.
O in altri.


Osservando i tanti stupefacenti video di interazioni tra l'umana e le altre specie su facebook, dopo la mia giornata zoofiliaca, mi rendo conto ogni giorno che la mia idea dell' "eden proibito" è sempre esatta, queste testimonianze da tutto il mondo, con ogni specie possibile, la rendono una realtà incontrovertibile; ma non viviamo soltanto in un 'paradiso proibito', dove una creatura celestiale e demoniaca ti può svegliare toccandoti il naso con dei polpastrelli di gomma in una zampa di velluto che contiene -nascosti- artigli affilati simili ad una plastica semi-opaca; questo è lo scenario di una fiaba che fa impallidire anche quelle di biblica memoria, le più fantasiose favole dei giudei che sono sacre presso i cristiani moderni; la frattalità di cui esperiamo la natura matematica e sensoriale attraverso il riconoscimento delle forme e dei colori è soltanto una espressione -o manifestazione- di quello che possiamo esperire immediatamente, o 'istintivamente' soltanto trovandoci in presenza di chiunque altro, ma degli individui di altre specie in particolare; e non soltanto animali; se contempliamo l'attività 'quantistica' del nostro stesso naso durante la percezione di ciò che alla fine possiamo definire solo come un odore in generale o un 'profumo', come nel caso dei fiori, siamo sulla strada della vera spiritualità cosmica, che è immediata e istintiva, è l'antico nous;
la 'sensazione' prodotta da questa attività "quantistica" è a parer mio di genere mistico, e così come essa elude il meccanicismo della 'fisica tradizionale' in termini scientifici, sul piano sublunare lo si può comprendere appieno soltanto apprezzandone la qualità precipua, ovvero cosmica, che al pari della forma e del colore è quella attrattiva, o attrazionale, che vale anche per gli esapodi; gli umanoidi non sono buoni impollinatori (come in genere sono buoni in poche eccezioni, necessarie alla conferma della regola generale) e pertanto la nostra interazione con la flora non è più necessaria di quella colla fauna, ma così come i gatti aborriscono il fetore bovaro -e sono invece attratti ad es. dai fetentissimi "Soft & Crock", prodotti con scarti industriali- l'umanoide terricolo è attratto in vario grado dall'aroma delle più svariate infiorescenze, a tal punto che esistono alberi (e cespugli) 'da giardino' coltivati al fine di ottenere soprattutto un buon profumo, come nel caso della rosa, del clerodendro, della lavanda o della magnolia; che non sono magari fiori più o meno belli di tanti altri, ma il cui aroma ci soddisfa particolarmente, al di là di ogni altra qualità particolare della specie, per cui l'onnipresente oleandro è mortale se ingerito, ma i suoi fiori sono come un portale dimensionale aperto (per una breve stagione) sul paradiso;
i colori dei fiori mi ricordano la mia professione di grafico e di logo-grafo a tempo pieno, che è una professione relativa al compito dell'osservatore, o una conseguenza per me inevitabile; mi ricordano i colori dei gelati, dei tabelloni Algida, Eldorado, Sammontana, etc., con il loro logo(tipo) sgargiante che intrappolava l'occhio e trasportava in una visione estatica artificiale, un delirio sintetico in cui il solo pensiero di tutto lo zucchero contenuto in quelle schifezze poteva farti sbavare come un cane di Pavlov; come poi sarebbe accaduto per le Camel di memoria carosoniana, la borsetta di mammà avrebbe sborsate le monete necessarie all' avvelenamento quotidiano del piccolo consumatore inconsapevole...
Oggi il solo pensiero dello zucchero in sè mi produce delle fitte addominali; così come quello delle Camel, una breve crisi asmatica. Per non parlare delle monete. Ma oggi anche la J.J.Reynolds, come tante altre industrie del tabacco, offre una versione 'naturale' del suo veleno al consumatore consapevole del XXI Sec.; non possiamo scegliere la pianta da fumare, ma abbiamo se non altro disponibile una versione della pianta 'legale' priva di sostanze chimiche e addittivi evidentemente del tutto inutili,(eccezion fatta per gli umidificanti, che sono necessari a rendere fumabile una sigaretta preconfezionata) dal momento che oggi una clientela 'furba' può scegliere lo stesso prodotto con l'etichetta 'naturale' posto in vendita nello stesso spaccio di veleni legali del monopolio statale.
Questo è il genere di 'paese dei balocchi' che frequentiamo in luogo del Paradiso che resta "la fuori", oltre le mura delle case e delle città di tutto il mondo; da che non siamo capaci di vivere in libertà, fuori dalle scatole di cemento e dai confini artificiali di una terra ricoperta di catrame, facciamo prigionieri gli indigeni di Terra, per avere una sorta di ostaggio con cui mantenerci costantemente sotto la minaccia di madre natura, una piccola parodia, una caricatura decadente che è un vago riflesso di quello che potrebbe essere la com/unione cosmica, o in termini più esotici lo "yoga" (unione); bisogna ammettere che per una disciplina in cui la respirazione è la pratica fondamentale, per tutti noi altri cittadini il principio stesso può risultare problematico; per quanto riguarda lo specismo particolare degli 'animali domestici', canidi e felidi più o meno alla stessa stregua, ho l'impressione che la loro intera storia sia inestricabilmente legata alla nostra, che sia una forma di specismo elettivo a livello genetico, di origine ancestrale. Abbiamo più o meno le stessa conoscenza sull'origine dell'una e dell'altra specie, prossima allo zero.

giovedì 20 agosto 2015

Basato su qualcosa di basilare

http://cdn.hitfix.com/photos/5285442/eric_bana_deliver_us_from_evil.JPG



Eric Bana, nato a Melbourne, e grande interprete dell'anti-mito australiano Chopper (2000), è serbo-croato; si chiama Eric Banadinović; e lo si vede dai suoi capelli in questo film; sembra che porti la stessa parrucca di Nikola Tesla;
ed è ebreo (ma in corsivo, ovviamente); questo, malgrado sia soltanto uno stereotipo, lo si vede proprio dal suo naso, che non è un naso serbo-croato; 

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/79/Tesla_circa_1890.jpeg

(esempio di genuino naso serbo-croato)

tutti gli ebrei famosi sono ebrei corsivi, ovvero ashkenaziti, ovvero eredi dei khazari; molti di loro sono nati in Germania, come la mamma di Eric Bana, nata a Manheim;

a Manheim, una città di cui abbiamo tutti sentito parlare, oltre alla mamma di Eric è nata la prima bicicletta (corsiva, la famosa draisina dei cruciverba, costruita da Karl Freiherr Von Drais) e la prima carrozza a motore, costruita da Karl Benz in persona; bisogna ammetterlo, dunque, Eric Bana non è la cosa peggiore che ci è arrivata da Manheim; 

Manheim è famosa anche per la costruzione del primo aereorazzo, di cui ho notizia questa sera per la prima volta; e anche se avevo già sentito parlare dell'aria, è la prima volta che la sento chiamare comburente;

Eric Bana è un bravo attore, lo ha dimostrato trasformandosi in Mark "Chopper" Read per l'omonimo film; da allora -The Hulk e Munich compreso- non sono più stato sorpreso dalle sue prove; questo vale anche per il film che ho visto questa sera in streaming; al momento lo si può ancora vedere qui, il titolo è Deliver Us From Evil (2014), sorta di poliziesco soprannaturale con uno spruzzo horror che ha veramente poco da dire, e a mio modesto avviso Eric Bana non è il perfetto poliziotto del  Bronx con qualche problema familiare e un demone da combattere; ho visto il film solo perché Scott Derrickson è il regista dell'attesissimo Doctor Strange, in uscita l'anno prossimo, e parlandone qualcuno ieri ha detto "se non l'hai ancora visto, guarda "Deliver Us From Evil". Ecco fatto. Ho scritto addirittura un intero post sul film.
Ho anche pubblicato il link alla versione originale del film (in quasi-HD) vista su Putlocker; ma non è necessario cliccarlo. 

Su IMDB infine leggiamo la Amara Verità: questo film che la didascalia annuncia "Basato su eventi reali", NON è basato su niente di reale. Questa è la Vera Magia del Cinema.

Nel decennio scorso vidi un film omonimo, Deliver Us from Evil (2006), appunto, che è un documentario; parla di alcuni famosi casi di pedofilia in cui furono coinvolti i soliti preti cattolici; dunque se volete vedere un vero film dell'orrore, invce del solito falso horror, consiglio di cercare questo titolo in streaming. E' sicuramente più istruttivo. E per la cronaca la regista si chiama Emy Berg. Casualmente.

lunedì 17 agosto 2015

Altre cose

Il castello di carte sta per crollare?
Da tempo ormai leggiamo affermazioni straordinarie degli americani su Facebook, che almeno dai tempi del primo Zeitgeist (2007) hanno cominciato a chiedersi tutte quelle domande che sono spesso imbarazzanti per i rappresentanti del governo, come "Perché dobbiamo dare i soldi delle tasse al governo", o "Perché dobbiamo dare i soldi ai preti", o anche "Perché dobbiamo usare i soldi";
oggi vedo pubblicata questa, che è un riassunto della questione


posto in termini che mi sono stranamente familiari; nel 1985 avevo la passione del disegno, e mi ero dedicato a una serie di tavole a matita intitolate "FAKE", in onore del film di Welles; il concetto stesso della falsità e della capacità di ingannare ispirato dall'opera wellsiana mi aveva affascinato profondamente, e la ricerca gnostica che ho intrapresa nel millennio successivo ne è la prova; 
i miei disegni della serie 'fake' rappresentavano animaletti carini durante le fasi della loro trasformazione in orrendi mostri tentacolari e dentuti, ispirati invece al film La Cosa  (The thing; 1982);
questo è quello che vedo riprodotto su scala globale a partire dal "mito americano", quando una (certa) parte del popolo statunitense ha improvvisamente coscienza del grande inganno di cui partecipa, a partire dal sistema bancario/monetario/finanziario che ci rende tutti giocatori di Monopoly dalla nascita alla morte; alla burla della politica e della democrazia imposta a suon di missili, alla falsa-salute in uno stato di falso-benessere che semina morte e distruzione a livello clinico e planetario;
così dopo tre decenni di ricerca mi accorgo che tutti, compresi gli americani, e soprattutto loro, sono arrivati a vedere la medesima falsità del loro mondo (di cui l'Italia è una colonia speciale) quelle illustrazioni fiabesche che nell'85 diventavano bestiacce diaboliche; non per caso pochi istanti dopo ho visto pubblicato su Facebook questo link all'articolo "i 10 film essenziali di John Carpenter che devi vedere" dove They Live compare al 5° posto


 http://www.tasteofcinema.com/wp-content/uploads/2013/12/They-Live.jpg

e sì, They Live è in effetti un B-movie. Purtroppo per noi il guerriero Roddy Piper ci ha lasciati il 31 luglio scorso. Adesso dobbiamo cavarcela da soli...

Addendum del 21.08.15:

I messicani li conosciamo... Tacos, tamales, tortillas, cerveza... Siesta... sembrano naturalmente portati a fare la siesta dopo una mangiata/bevuta, sotto il sole cocente... Eppure sono Americani anche loro, e anche loro sembrano aver imparata la lezione:


NON FATE GLI "STUPIDI"
Non abbiamo bisogno di tante riforme,
L'unica che ci serve è...
SMETTETELA DI RUBARE

Ho sempre pensato che pendejo si riferisse direttamente all'organo maschile, per definire lo 'stupido', come il nostro pirla, o l'inglese dick, ma Wiktionary mi informa oggi del fatto che deriva dal latino pectiniculus, dal lat. pecten, "pube", per cui in Spagnolo definisce un pelo pubico. Buono a sapersi.  Non conosco la politica messicana se non di fama (o stereotipo) ma questo è un eufemismo per i politici Italiani...

Per concludere, i messicani sembrano addormentati, ma sono finanche più re/attivi degli "americani"; e malgrado ciò, anche loro commettono gli stessi errori; che commettiamo anche noi:


"Quando il telecomando non funziona, schiaccia sempre 
i bottoni più forte, invece di controllare che le batterie siano buone."

Il costo della vita

Pubblicato ieri da JackDaw su Facebook:


la parola del giorno è 'ostaggio', che ha accesa in me una scintilla d'inquietudine non per il significato del termine in sè ma per l'idea che appartiene al mio personaggio, per l'essere ostaggio di me stesso, e della condizione di questo me stesso in fondo ai cieli, come se la mia esistenza stessa sottintendesse il concetto dell' ostaggio; l'idea della 'uscita d'emergenza' che è il suicidio non smetterà mai di assillarmi, in un mondo dove esistono luoghi (a migliaia) come quello dell'immagine qui sopra, ma da tempo mi sono convinto della ineluttabilità della 'recita cosmica' (V. "lila") e al moto inarrestabile della ricerca ho sovrapposto l'antico ideale dell'acquiescenza, dell' atarassia, della sopportazione camusiana, e di una realtà non-illusoria, ineffabile, insensibile ma incontrovertibile, volgarmente chiamata spirituale, che nel peggiore dei casi è in grado di illudermi al di là della inconsistenza delle lusinghe terragne.
In questo modo sto riscoprendo l'umorismo che è una sorta di entimema applicato alla nostra debolezza di "comuni mortali" sull'eternità dello scenario cosmico, laonde non per caso lo schadenfreude è la più comune, e diffusa forma di humor, nata probabilmente quando Adamo scoprì la scivolosità della buccia di banana;  
a proposito, questo è ciò che rimane del mio progetto "Peggior logo dell'anno", non è detto che più avanti non pubblichi cose simili, per rallegrare la lettura


in qualche modo, questo logo -ri-conoscendo l'origine massonica della 'rosa dei venti' (V. "rosa del mistero")- rappresenta la condizione umana, riferita anche alle nostre distinte locazioni geografiche, quando possiamo solo considerarci fortunati di non esser nati a Nord (in riferimento al logo stesso); 
 in qualità di grafico, posso solo complimentarmi con Mr. Barton per la sua ottima scelta;
questo è quanto rimane del mio progetto "Miglior logo del secolo", e certamente non è una novità nel settore:


forse perché ricorda un po' i Jetsons (V.) ma rappresenta una sorta di innocenza storica che si sposa perfettamente con il design paradossalmente futuristico degli anni '50; purtroppo anche da Wetson's vendevano pane e cadaveri, suppongo.

Siamo ostaggi di una famiglia che ci ama, ricambiata o meno, di un circolo di amicizie e conoscenze, di rituali e doveri e piaceri e vizi che nell'insieme prendiamo per mere abitudini, siamo prigionieri di un Sistema Globale di produzione e consunzione totale, di una industria di malattia e di morte sorta in opposizione ad un habitat idilliaco, e alla stessa armonia cosmica; siamo tutti ostaggi di noi stessi; e in quest'ottica l'idea del suicidio è una minaccia ancor più subdola di quella del sequestratore "esterno", perché in questo sistema non si potrà mai chiedere nient'altro che il vile denaro in cambio della vita di qualunque ostaggio; per questo il benestante che si trova improvvisamente sul lastrico è il classico esempio del suicida di successo, fra i tanti aspiranti al titolo di defunto che devono ammettere il loro continuo fallimento nel corso dei decenni di una vita. Come si suol dire, piove sempre sul bagnato.

domenica 16 agosto 2015

Nubi sul nostro passato

Quest'anno abbiamo avuto un Ferragosto tremendo, le news di Google oggi parlano di nubifragi, case scoperchiate dal vento e quant'altro; qui non si è visto nulla di tanto drammatico, ma è stata una brutta giornata, allietata per me solo dalla visita a due vecchi amici come lei, la nuvolosa Molly


e il buon vecchio Otto


anch'essi prigionieri dell'urbe, questi sono tutti gli eventi degni di un post per quanto riguarda ieri; 
assieme alle nocciole 


in Aprile ho pubblicata questa foto dello stupefacente lillà,


"che dispensa uno dei profumi più fragranti, delicati e squisiti che abbia mai esperiti durante la mia annosa carriera di annusatore di fiori, piante & erbe"; era la prima volta che lo incontravo, e l'ho rivisto soltanto ieri, questa è la sua foto:


per ricordarci come vanno le cose.
Ho scritta recentemente questa nota, a proposito del "flusso temporale", che incollo qui in omaggio per il mio lettore:
"In ogni istante precedente della nostra vita non siamo mai stati gli stessi, e questo vale per l'umanità intera quanto per il  singolo individuo; siamo sempre stati un ATTIMO più saggi, più evoluti e meno ignoranti dell'attimo prima, e così sarà fino all'ultimo istante. Ad esempio, io non ho mai letto o sentito di una simile osservazione prima d'ora; questo la dice lunga."

Come diciamo noi gorillaz, "il domani arriva oggi"....

martedì 11 agosto 2015

Tato e lo zerbino

Ascoltare un film in Polacco mi ricorda ancora quello che ho sempre pensato, che per conoscere il mondo bisognerebbe imparare tutte le lingue, ma nessun uomo è mai stato in grado di farlo;
oggi ho imparato che tato in polacco significa "papà";


matka in polacco come in Ceco / Slovacco significa "madre" ma è anche il diminutivo di mat, che significa "zerbino"; per inciso "matka" in Finnico sta per "viaggio" e "distanza" (id.);
egoista (dal lat. "ego", io) rimane lo stesso (almeno) in Ungherese, Finnico ed Esperanto, oltre ovviamente al Polacco;
koń -pl. konie- significa "cavallo"; strana l'assonanza con l'unica parola Polacca (anzi, Cecoslovacca) nota ai telespettatori della mia generazione, che è koniec, cioè "fine" (come nei cartoons di Gustav), soprattutto se consideriamo la radice "mare" (puledra, che è anche usato anche tanto per le asine quanto per le femmine umane) nel termine composto night-mare (incubo notturno, dal termine Ing. Ant. per "incubo" o "mostro") dal Fr. "cauche-mar" (spirito che opprime, che schiaccia) dal proto-Indoeuropeo *mor, "spirito femminile malevolo" (https://en.wiktionary.org/wiki/cauchemar);
curioso? io direi "tak", che in Polacco sta per "sì"; in Svedese e Norvegese è "tetto" o "soffitto", in Indonesiano è "non", in Serbo-Croato è la stecca del biliardo; etc., etc., etc.
il verbo strādāt (2a e 3a pers. sing. stradā) -che non risulta nel dizionario Polacco ma in quello Lettone (cioè della Latvia, che per noi è la Lettonia)- è un "prestito linguistico dallo Slavo antico  страдати ‎(stradati) che sta per "patire, lavorare duro, soffrire"; in Polonia corre la autostrada; la nostra strada deriva dal Gr. antico strata (tutt'ora invariato in Siciliano) che in latino era plurale di stratum, come strato, o "copertura"; in Polacco "strada" si scrive --e si pronuncia "droga";
continuiamo dunque per la nostra strada..

Diabel di A. Żulawski (1972)

qui scopriamo che quello di Żulawski è sempre stato un cinema gravemente epilettico



(alcune delle frequenti crisi)

e i movimenti rotatori della macchina che circonda gli attori in un campo di forza sconosciuta sono una delle sue cifre stilistiche più rimarchevoli e longeve;


ma qui siamo in una fase precedente a quella jazz-fusion-new-wave-gangster-horror che ci ha offerti dei piccoli capolavori del bizzarro come Mes nuits sont plus belles que vos jours e Possession, la colonna sonora stridente, elettronica e rockettara (con un virtuoso intermezzo di scacciapensieri) definisce un momento "progressive" di Z. che segue un flusso filmico inarrestabile e quasi sperimentale, in cui la simbolica "resurrezione" del protagonista è il pretesto (non troppo originale per un Polacco, in verità) per la solita cascata di cinema selvatico, sempre urlato, abbaiato, scalmanato, stra-recitato e strafatto in ogni inquadratura; 


nelle scene in cui nessuno sbraita, inveisce o strilla, quando nessuno scappa, o rincorre, o picchia o stupra o ammazza qualcun altro, il flusso narrativo prosegue implacabile in forma musicale oppure verbale, nei dialoghi a briglia sciolta, nei movimenti di una macchina da presa inarrestabile, che sembra voler prendere tutto;

(quel lettino è l'unica cosa che salverei del film)

Purtroppo questa ennesima grottesca sarabanda metanfetaminica in perfetto stile Żulawskiano va a finire, secondo la tendenza del mondo-movie in voga a quei tempi, con delle scene assai spiacevoli; in questo film un cavallo si ferisce in qualche modo; ho evitato di vedere la cosa per intero, ma qui c'è un fotogramma a comprova della mia affermazione; 


e ovviamente non esiste nulla di simile ad una AHA polacca che ci rassicuri in extremis con una bella didascalia nei titoli di coda; non di meno, quello che la donna solleva a fatica nel finale, e dovrebbe essere la trasformazione finale del presunto "diavolo" del titolo che l'ha appena stuprata (warning: spoiler) è il corpo inerte di un vero lupo che si direbbe davvero morto:


e se il singolo caso può sembrare triste ho sentito dire che certa gente paga per passare il weekend a sparare contro lupi, cervi e quant'altro in alcuni paesi dell'Europa Orientale... come appunto la Polonia...
Il diavolo esiste, e se qualcuno avrà il coraggio e lo stomaco di guardarsi questa orgia cinematica, di un autore che sta fra Ken Russel e Kusturica, con una certa simpatia per la sceneggiata napoletana, non farà alcuna fatica a distinguerlo nella massa traboccante della materia audiovisiva; è quello che NON si vede.
Ma di cui siamo costretti a vedere le conseguenze.

martedì 4 agosto 2015

Il Fu Metto

Ancora una volta mi sono dimenticato il nome di quello che ritengo il più grande artista Disney dopo Floyd Gottfredson (1905-1986), e ho ci ho messo parecchio per ritrovarlo su internet; lo annoto in questo post, come espansione esterna della mia scarsa RAM personale, il suo nome è

PAUL MURRY
(1911-1989)

immagine da Mayerson on Animation http://mayersononanimation.blogspot.it/

E' stata un occasione per ri-scoprire su Lambiek i nomi di alcuni tra i miei disegnatori Disney preferiti del passato, anche se meno famosi di Murry, come

Willy Ito
(1934-)
è l'unico superstite dei "tempi d'oro"


(1914-1973)


John N.Carey
(1915-1987)


(1913-1993)


(1920-1986)


l'inossidabile, infaticabile, e direi anche piuttosto immortale
(1915-1991)


e poi, ovviamente, Carl Barks (1901-2000); ma quello è come dire sottinteso: