giovedì 9 luglio 2015

Product Re-Placement

William Hurt e Kathleen Turner in un thriller erotico scritto da Philip Morris

Body Heat (1981) di Lawrence Kasdan è stato forse all'epoca il mio primo vero innamoramento di tipo filmico; soltanto oggi mi rendo conto del fatto che questo noir in quanto tale è piuttosto stereotipato, i suoi personaggi sono più o meno bidimensionali, e l'intreccio narrativo non è particolarmente originale, ma l'atmosfera torrida del film, che fu girato su un set a temperature glaciali, e la prova di tutto il cast merita ancora una re-visione; il film si apre e si chiude con immagini di nuvole; quelle che salgono da un edificio in fiamme in apertura


e quelle esotiche ed erotiche di un lido lontano su cui scorrono i titoli di coda


Tra queste due inquadrature ne vediamo almeno 36 in cui l'idea del fumo è riprodotta sullo schermo, attraverso le nuvolette soffiate da un fumatore -in genere William Hurt e/o Kathleen Turner- o quantomeno evocata dalla presenza di una sigaretta in scena, o dell'inconfondibile pacchetto bianco e rosso delle Marlboro







 La nuvoletta qui sopra è visibile a sinistra della testa di Hurt








Qui il pacchetto è l'unico oggetto che contenga il colore ROSSO in scena (sotto la vasca)
- Nei dialoghi originali lui dice a lei: "You're killing me... I'm red, I'm sore..."



Forse a tavola con la nipotina è meglio non fumare... ma il prodotto è ben visibile








Matty Walker, come scopriamo nel finale, si chiama in realtà Mary Ann Simpson; ha preso il nome della sua amica del cuore al college solo per intraprendere la sua carriera di vedova professionista; ma nei titoli di coda Kathleen Turner appare come "Matty Walker" e Kim Zimmer appare invece come "Mary Ann", il nome con cui la vera Mary Ann Simpson (cioè Kathleen Turner) chiama la sua amica nei dialoghi con Ned Racine... Questo merita una nota.


 Quando qualcuno chiede a Ted Danson (che probabilmente nel film danza per un gioco di parole con il suo cognome, che può suonare come "dancing"... almeno in americano) se vuole una sigaretta, risponde che "respirerà l'aria", quando tutti ne hanno accesa una nella stanza.

Se esistessa un premio Oscar per il product placement, questo film se lo meriterebbe; non soltanto per questa scenografia in cui gli attori sono disposti attorno al pacchetto di sigarette, inconfondibile sullo sfondo nero della borsetta, ma in molte scene il fumo viene soffiato su uno sfondo scuro, in modo da essere ben visibile... E' un posizionamento a prova di cieco.

Anche il fatto che "Matty Walker" inizi a fumare "the same brand" -cioè la stessa marca- che fuma Ned Racine, per motivi squisitamente criminosi, richiama l'attenzione sul prodotto; nessuno pronuncia il nome della marca perché non ce n'è bisogno, le abbiamo già viste almeno 20 volte, e lo spettatore pensa immediatamente "Adesso anche lei fuma le Marlboro".... Bingo!






Qui la sigaretta gioca un ruolo determinante nella simbologia narrativa: mentre Ned Racine ascolta la voce della sua amante criminale e capisce il suo gioco (ovviamente molto sporco) non ha consapevolezza del mozzicone che gli si consuma tra le dita, mentre lo spettatore lo vede bene, in una lunga zoomata verso il volto sgomento della vittima inconsapevole; la sigaretta qui diventa una miccia, che provochera l'esplosione della catastrofe finale... Resta una sola sigaretta, l'ultima del film, per il giovane avvocato sprovveduto, che si fuma nascosto nel gazebo, assieme al solito bicchierone di whisky



La prossima forse se le giocherà a carte, in attesa di giudizio.

In Body Heat c'è Richard Crenna (1926-2003) che temo sia famoso solo per il suo ruolo del Colonnello Trautman in First Blood (1982, e poi Rambo - F.B. part 2 dell'85, e poi ancora Rambo III dell'88)


qui fa il malavitoso; cioè, il manager immobiliare indipendente;

William Hurt è -a quanto dicevano- "hot"


e in questa scena ci ricorda i bei tempi andati delle torce elettriche, dei taccuini e degli orologi (analogici); in un remake di oggi avrebbe bisogno soltanto di un telefono cellulare; e sicuramente potrebbe anche fumarsi una sigaretta nel contempo; allora questa era la massima risoluzione della schermata di un computer, e questo il numero dei colori disponibili:


quand'eri fortunato;


In Body Heat c'è Mickey Rourke, che a me pare fatto di eroina, ma ha ancora delle parvenze umanoidi; paradossalmente, credo che questo sia l'unico film della sua carriera in cui non fuma neanche una sigaretta. Una grande occasione sprecata, Mr. Kasdan! Lanciare un eroe della Philip Morris come Rourke, il più grande amico di Marlboro Man nel 1991) nel ruolo del fumatore accanito sarebbe stato straordinario; ma purtroppo nel laboratorio del bombarolo è tassativamente vietato fumare.


Però è una buona occasione per tirar fuori il pacchetto, e lasciare appena sfiorare il prodotto dalle dita nervose di Ned Racine


prima di obbligarlo a rimetterlo via: lo spettatore immerso nella magia del cinema(tografo) dovrà aspettare almeno la fine del primo tempo per vedere questo sogno cancerogeno avverarsi.


e con questa le scene sono 37

e poi c'è Kathleen Turner, che oggi è la donna più somigliante a Jabba The Hutt -almeno su questo pianeta

http://cheezburger.com/1060903680

quando ancora poteva sembrare abbastanza umana da interpretare la dark lady in un neo-noir


o quasi abbastanza.

Quando vidi questo film in un caldissimo pomeriggio estivo del 1982, avevo fumato la mia Merit avidamente nel corridoio del cinema, durante l'intervallo, e non vedevo l'ora di poter uscire per potermene fare un'altra; o forse anche per andare dal tabaccaio e cambiare brand. O meglio, prodotto.
Rivedendolo oggi, in una caldissima serata estiva del 2015, finalmente me ne rendo conto, conosco i retroscena di certi "culti", per quanto a volte siano soltanto 'movies', e quello che allora mi era apparso come un grande film oggi è soprattutto il lungo commercial di una multinazionale del tabacco; una di quelle che ancora ostacolano la decriminalizzazione della canapa; uno tra i più potenti nemici della salute umana a questo mondo. Dare dei soldi a questa gente -pagando il biglietto del cinema- per avere in cambio due ore  di reclusione nell'ombra, e la mera illusione di averle trascorse nel migliore dei modi (se non altro, evitando di fumare sigarette in sala) non è semplicemente un gesto sconsiderato, è un crimine contro sé stessi.
Specialmente se hai sedici anni, e non hai la benché minima idea di quello che stai facendo.

Forse è da questo brutto vizio che viene il detto 'avere la testa tra le nuvole'?

Come dice il mio titolo, da allora ho rimpiazzato il prodotto, ma per il veleno del monopolio qui non c'è alternativa valida; forse è meglio lasciarsi alle spalle le fantasie esotiche della Florida, e puntare sull'Oregon...

Addendum (del 22.07): per smentirmi subito questa, la prima immagine di Google Street View che è comparsa visitando virtualmente la location del film, Lake Worth, FL:


è lo sfondo del mio desktop da allora

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