venerdì 31 luglio 2015

Lo spettro del passato

Questo articolo di Alternet sulle 'entità' che appaiono ai consumatori di DMT (DiMetilTriptamina), di cui avevo già avuto un assaggio su Erowid, mi ha ricordato il mio unico, indimenticabile esperimento con la Salvia Divinorum (o Maria pastora?) che aveva sortito un malessere generale e un leggero stato di coma cerebrale durante il quale vidi ogni cosa -e tutte le cose- ridotte in striscioline colorate, come stelle filanti che si presentavano allineate in una posizione orizzontale; un moto continuo di linee variopinte, ma orizzontali, è stata la mia Apocalisse della Salvia; la meno "stupefacente", in termini allucinogenici, nella mia lunga carriera di psiconauta, ma anche la più risolutiva e la più influente sul piano pratico, nella mia vita quotidiana; il giorno dopo ero un vegetariano al 100%, e da allora (2002?) la mia condizione è evoluta nel veganesimo;
oltre all'apparente sproporzione tra gli effetti momentanei e quelli a lungo termine, l'altra peculiarità dell' esperienza degna di nota la scoprii solo anni dopo (in effetti la scopro solo ora, quando scrivo una nota a riguardo), quando descrivendo a voce la mia 'visione', ad un amico che aveva fumata della Salvia tempo prima, colui mi disse di avere vista la stessa cosa; "righe colorate"...
Non ho altre simili testimonianze di prima mano, ma per quanto mi riguarda una sola, ma fidata, quella di un amico- è più che sufficiente.

Non è certo un caso per cui l'"arcobaleno" fu scelto da Yahwè in persona come "segno dell'alleanza" tra colui e il mortale giudeo; non soltanto la sua essenza di vapore acqueo rappresenta la vita in termini biologici -dove c'è acqua c'è vita- resa visibile dalla luce del Sole -dove non c'è luce non c'è vita- ma nello spettro solare riflesso sulla sfera celeste vediamo ogni possibile variazione delle frequenze luminose, ovvero tutti i colori che siamo in grado di percepire con questi occhi; e per l'uomo, si sa, la vista è il senso dominante; in pratica l'arcobaleno è la sintesi della condizione umana; effimera, evanescente, "bella" per un istante; non si sa nemmeno se riusciremmo a stancarci di una simile bellezza, perché appena ti sembra di poterla vedere bene svanisce, da un momento all'altro; senza lasciare traccia;
la lettura dell'articolo e la memoria dell'esperimento mi hanno portato a quest'opera immortale, prodotta con Adobe Illustrator (5, ovvero l'ultima release con delle dimensioni "reali" rispetto ad un monitor di media risoluzione come il mio, dalla 6 in poi tutto diventa piccolissimo! come in una fiaba!), che ho intitolata -molto artisticamente- "Spectrum":


"Spectrum" (Adobe Illustrator, jpg)

lo "spettro" che si produce dalla commistione dei tre colori "primari", ovvero quelli percepiti dall'occhio umano, è l'essenza di questa allucinazione perenne chiamata "vita"; non per caso spettro è sinonimo di "fantasma", che pure non è il residuo di un uomo ma il suo spirito (l'assonanza è ovvia), ciò che lo animava e lo rendeva "vivo" prima d'essere "morto"... 

Uno degli argomenti più affascinanti di cui abbia mai letto, e non di meno uno tra i più snobbati nella lettereatura di ogni genere e di tutti i tempi, è quello che riguarda appunto la nostra orizzontalità, o meglio delle frequenze energetiche orizzontali della manifestazione (che nel nostro caso vanno da Est ad Ovest, come il figlio della vedova) una questione che ho ricollegata a quella dell'equilibrio, della "gravità" terrestre -o terrena- e alla nozione di un flusso energetico corrente dal basso verso l'alto (attraverso i chakra);  questo ci rimanda all'eterno enigma della Sfinge, un "segreto di Pulcinella", del quale tutti conoscono la soluzione, ma non di meno l'uomo continua a simboleggiare il proprio mistero, la creatura che ha quattro zampe all'alba, a due zampe a mezzogiorno e a tre zampe al tramonto;
dalla completa assenza di "equilibrio" nell'infante, alla deambulazione sempre più difficoltosa e alla perdita di quell'"equilibrio" faticosamente ottenuto in partenza, tutto quello che possiamo fare tra i due punti è camminare. Finché possiamo.
La vita sembra dunque una trama in cui una presenza, una unità, o entità distinta, si manifesta nel flusso energetico di un determinato "mondo", o "universo" che è a sua volta una unità o entità predeterminata (in senso orizzontale) a partire dal suo Centro, che la fisica quantistica ha ampiamente dimostrato essere l'osservatore dell'esperimento; o almeno questo è tutto quello che sapremo poi dal suo resoconto, dalle parole con cui descriverà la sua propria esperienza; comunque stiano le cose veramente.

La nostra immagine allo specchio ci appare 'rovesciata' lungo l'asse orizzontale, mentre secondo la medicina l'immagine viene percepita capovolta dall'occhio (sull'asse verticale) ed è "riflessa" dal nostro cervello per essere percepita infine come crediamo di vederla; che è poi l'unico modo in cui possiamo vederla; ciò significa che "in realtà" viviamo in un mondo "capovolto", ed è solo la nostra "mente" a mostrarcelo come lo vediamo; il che si può dire riguardo ogni altra qualità di ogni cosa nota all'uomo, a suo modo, che non riguardi solo le caratteristiche tempo-spaziali ma anche quelle fisiche, ovvero le qualità essenziali predeterminate di una condizione particolare, come quella esperita Qui e Ora; 
ma il nostro istinto è di giocare, così come abbiamo imparato a imparare giocando da bambini, e la curiosità infine è l'unica alternativa alla mera sopportazione; sono d'accordo con Camus riguardo la sopportazione, ma Camus faceva lo scrittore, e quindi intanto bisognerebbe utilizzare la mente in maniera creativa e costante come può fare lo scrittore, per sostenere questo tipo di gioco...Che altro?

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