mercoledì 10 dicembre 2014

La fonte delle meraviglie*

Di K. Vidor (1949)
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Questo "film da ricordare", come dice la locandina qui sopra, è stato più o meno dimenticato da tutti, malgrado il successo della sua fonte letteraria, un romanzo del '43 allora tanto popolare da interessare un regista come King Vidor e una star affermata come Gary Cooper, coinvolti entusiasticamente nella riduzione per lo schermo della celebre, celeberrima opera di tale Ayn Rand, che vediamo assieme a Cooper in una foto pubblicitaria:

la tipica bellezza giudaica

(il colpo di fulmine tra Gary Cooper e Patricia Neal divenne parte della parata pubblicitaria)

Ispirato alla vita e alle opere di Frank Lloyd Wright, il film segue la carriera altalenante e tardiva dell' architetto Howard Roarke, interpretato da Cooper, il quale è l'incarnazione dell'individualismo opposto al collettivismo, un contrasto che prende forma nei suoi progetti "rivoluzionari", realizzati qui grazie alla magia del cinema:


gli strepitosi matte paintings di Chesley Bonestell (lo stesso che fece lo Xandadu di Citizen Kane)


compresi i notturni


la prova di Cooper è fioca, in part. nella interminabile arringa finale che -come scopriamo nel breve making-of in omaggio- avrebbe rimpianto anni dopo, e che in effetti suona assai poco ispirata e molto lettabrillano  invece i due caratteristi Raymond Massey, novello Hearst (ancora)


 e Robert Douglas, uno di quelli che "amerete odiare";


genio e mediocrità, avidità e spirito di sacrificio, alti ideali che ne fanno uno dei rari titoli filosofici e forse l'unico sul tema dell'architettura all'epoca, e in cui due caratteristiche dell'autore si rivelano infine pregnanti nell'insieme: donna, ed ebrea;
è ancora uno spirito femmineo quello che possiede

The Babadook  di J. Kent (2014)

dove la qualità muliebre rappresentata sullo schermo da Essie Davis è aggravata dalla australianità della quasi-esordiente autrice e regista, nell'ennesimo film dell'uomo nero alle prese con i residui di una famiglia (o viceversa?), composta da una infermiera malata di mente con un figlio epilettico. Australiani.
1/10 su IMDB.

*) Il titolo allude a quello della Dist. It., "La fonte meravigliosa"; probabilmente si riferivano al Barolo, ispiratore di tante fantasiose ri-titolazioni nel Belpaese.

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