venerdì 26 settembre 2014

AGNI-TIONEM

o anche "CHI E' IL DIO DEGLI INGLESI?"


da http://it.wikipedia.org/wiki/Agni (grassetto mio)

Presso la religione induistaAgni è il dio del fuoco, figlio del cielo e della terra (rispettivamente Dyaus e Prthivi), è una divinità vedica che rappresenta le forze della luce; è inoltre un invincibile guerriero ed è il signore del luogo della cremazione e del fuoco della foresta; suo è il "calore" generato nelle pratiche yoga.
[...] È raffigurato in forma di uomo rosso con due teste, quattro braccia e tre gambe, occhi scuri e fiamme che gli fuoriescono dalla bocca, sempre a cavallo di un ariete (infatti, da Agni deriva il segno zodiacale dell'Ariete, che è appunto un segno di fuoco). Nelle mani sorregge gli strumenti per ravvivare il fuoco, e il cucchiaio dei sacrifici. Secondo altre rappresentazioni, il suo aspetto è caratterizzato da sette lingue e capelli di fuoco oppure da un corpo dorato, denti possenti, mille corna e mille occhi.
da http://it.wikipedia.org/wiki/Agnus_Dei


Agnus Dei è un'espressione evangelica in lingua latina che significa "Agnello di Dio" e si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima sacrificale per la redenzione dei peccati dell'umanità.
Con Agnus Dei o agnello pasquale si indica anche una particolare immagine della simbologia dell'arte ecclesiastica: unagnello che porta una croce, e che rappresenta appunto Cristo.

Questo "simbolismo" è tristemente poco simbolico per il blogger vegano, quando si tratta appunto di "Agnello Pasquale", ovvero di una creatura che è realmente, naturalmente INNOCENTE, che non ha nulla a che fare colle simbologie malate dei Gentili, non potrebbe davvero importargli di meno, ma questo non gli evita di finire scannata, fatta a pezzi, cotta e divorata da coloro per festeggiare la loro maledetta festa di morte
questa è una visione parziale e relativa del fenomeno, mentre la relazione diretta dell'Ariete -il maschio adulto della pecora- che è assimilato al vedico Agni, con l'Agnello -il giovane maschio della pecora- che è simbolo del cristo (K-R-S-T) giudeo, è qualcosa di naturalmente inconfutabile; sono la stessa cosa, in due età -tempi, o modi- differenti;
l'apparente contrasto fra il candido agnellino, in Latino agnus, vittima sacrificale della superstizione umana, e la figura descritta e rappresentata in termini alquanto diabolici, con tanto di pelle rossa, corna e fuoco, della divinità Indiana di Agni, considerato un "Dio della Luce" (come Lucifero?), trova una possibile chiave nel ruolo di quest'ultimo come "accettatore" e "ministro" dei sacrifici (http://en.wikipedia.org/wiki/Agni);
Nel Rigveda Agni definisce il personaggio divino e l'energia stessa, rappresentata dal fuoco, che egli impersona; questa distinzione è necessaria nella nostra lingua, mentre ovviamente non lo è nella lingua sacra per antonomasia, il San-scrito, dove le parole hanno un valore e un significato reale e immutabile, corrispondente a concetti tradizionali, eterni, che noi conosciamo solo nella versione "filosofica" -ma niente affatto sacra, al di là del nostro personale amore per il sapere- dell'archetipocome leggiamo ancora su Wikipedia, il particolare tipo di sacrificio dedicato dai fedeli ad Agni corrisponde a quello definito "olocausto" (ovvero completamente consumato dal fuoco) nella versione Greca dell'Antico Testamento;
la ambiguità linguistica, di cui non voglio preoccuparmi oltre, riguarda la ovvia assonanza tra Agni e Ignis, che in Latino è, perlappunto, fuoco; 
Wikipedia Italia prosegue:
"La sua principale manifestazione è "il fuoco che brucia sull'altare dei sacrifici"; brucia i demoni che minacciano di distruggere tali sacrifici ed è un mediatore tra gli dei e gli umani da cui i sacerdoti comprendono molto sulla vita dell'aldilà. In questa divinità persiste anche la concezione di "fuoco universale" che nell'uomo si individua nel calore della digestione (infatti, secondo l'Ayurveda, Agni è il fuoco vitale, che anima tutti i processi biologici, e rappresenta il metabolismo digestivo) e nel moto animico della collera e del "bruciante pensiero"." (Ibid.)

Lascio al mio lettore il piacere della ricerca a partire da questi indizi, mentre il mio post è dedicato ad una scoperta che non lascia dubbi di sorta; "Scripta Manent," e lo troviamo scritto sul sito ufficiale della CEI:

 Apocalisse 11, 8 - I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso
e nella versione Inglese autorizzata della Bibbia di Re Giacomo (Cambridge Edition):
 Revelation 11:8 - And their dead bodies shall lie in the street of the great city, which spiritually is called Sodom and Egypt, where also our Lord was crucified.
(Trad.: E i loro corpi morti giacerannno sulle strade della grande città, che è spiritualmente chiamata Sodoma ed Egitto, dove anche il nostro Signore fu crocifisso)

(enfasi MIA)
Lo stesso libro (Apocalisse/Rivelazione) lo stesso capitolo (11) lo stesso versetto (8) ma non le stesse parole; come se non bastassero le discrepanze tra le versioni antiche, tra il Greco e l'Ebraico e il Latino, quello che separa la versione Italiana moderna da quella Anglosassone "autorizzata" (la King James Version) è un vero abisso, e il fatto che per gli Inglesi il significato di "Egitto" sia SPIRITUALE, mentre per gli italofoni è SIMBOLICO, rappresenta un altro enigma di questo libro di enigmi, l'anima del Mistero Occidentale.
Io non altro da aggiungere a proposito, sono un ricercatore e un osservatore; ho ricercato, ho trovato, e ora osservo ciò che ho trovato con la stessa incredulità del mio lettore:
certo, in un vasto corpus mitologico di scuola cabbalistica, dove ritroviamo intrecciati miti, mitologia, eventi, personaggi, simbologie e simboli tra i più antichi, la cui leggera patina dell'ebraismo, lo zucchero a velo sulla torta, per così dire, oggi rappresenta tutto ciò che è accessibile all'utenza spirituale cattolica, c'è ben altro che meriterebbe tutta la nostra attenzione, come di fatto se l'è meritata durante i tanti anni del mio percorso gnostico; e come si è detto già le questioni che riguardano la translitterazione di certi nomi, epiteti, termini particolari, può impegnare uno studioso di professione per una vita intera; se poi parliamo addirittura di traduzioni, come quella fatta nel 1611 per il Re Giacomo I (e VI, e Figlio di Maria Stuarda, derivata da diverse fonti compresa la Vulgata, si rischia di cadere nel ridicolo profondo, oltre alle eventuali emicranie; infatti, non voglio dilungarmi oltre, riporto solo ciò che troviamo stampato oggi sul "Libro dei Libri", nelle due distinte versioni che a tutt'ora sono le più diffuse, le uniche "bibbie ufficiali" in circolazione in Italia e nei Paesi Anglosassoni. Oltre il dilemma fondamentale che rappresentano questi versi, ovvero quale Signore sarebbe stato crocifisso in Egitto, o a Sodoma, e quale dovrebbe essere il significato, spirituale e/o simbolico di questo duplice nome, c'è il dilemma che riguarda l'appartenenza del Signore stesso; e' il nostro o il loro Signore che fu colà crocifisso? E se questa pare una questione di lana caprina per qualcuno, non possiamo nemmeno immaginare che gli autori, i copiatori, i traduttori di queste parole, abbiano trattata con leggerezza una simile questione; perché il Signore degli ebrei (in teoria) non era quello degli Egizi o dei Sodomiti, e di certo si tratta di un Signore con la S maiuscola. 
Un altro punto (interrogativo) a nostro sfavore.

Nessun commento:

Posta un commento