Questa mattina avrei voluto iniziare la giornata con la buona abitudine quotidiana che ho sospesa da che ho ri-scoperto il caffè d'orzo, una bella limonata calda a stomaco vuoto, che sembra miracolosa; ne ho letto spesso in vari posts degli americani su Facebook, e Ambiente Bio ci dà almeno 10 buoni motivi per prenderla ogni giorno. Così ho aperta la retina dei limoni (che va nella plastica) e ho messo il bollitore sul fuoco, e poi fortunatamente sono stato assalito dal dubbio, perché sull'etichetta di una confezione di limoni non dovrebbe esserci scritto molto, oltre la provenienza; ho recuperata la retina, e ho letto tutto quello che c'era scritto sull'etichetta, a partire appunto dalla provenienza; sulla fascia di plastica è riportato il nome di un' azienda Spagnola, ma la "origine" dichiarata dall'etichetta è Argentina; non che per me cambi molto, dal momento che non è Italiana, qualunque sia, non va bene comunque.
Ma la parte più interessante in assoluto stranamente è anche quella stampata più in piccolo, in caratteri da 1.5 mm., che temo la stragrande maggioranza dei consumatori non consideri affatto degna d'attenzione; forse perché non la vede proprio: questo è l'ingrandimento del micro-testo:
Trattato con pyrimethanil, imazalil, propiconazol, tiabendazolo
Questi quattro composti chimici dal nome minaccioso sono necessari per la lunga conservazione di certa frutta, sono quattro fungicidi; ma non solo; forse il motivo per cui ne usano quattro assieme è perché si dubita della loro efficacia contro le infestazioni fungine, ma da quanto possiamo leggere sulle pagine di pesticideinfo.org si direbbero tutti molto efficaci contro l'essere umano; infatti due sono segnalati come cancerogeni certi, mentre gli altri due sono solo "sospetti"...
Non è il caso di approfondire la loro pericolosità a livello ambientale, in questo momento, perchè è ancora mattina, e non ho nemmeno potuto bere una limonata calda; ma bisogna notarlo, sono tanto dannosi per l'ambiente almeno quanto lo sono per l'uomo.
Così oggi ho scoperto che la frutta fresca, trasportata qua e là e poi conservata nei magazzini dei supermercati non è ricoperta di muffa solo perché è ricoperta di VELENO, e nemmeno i parassiti della frutta la vogliono mangiare; la lasciano agli umani. La cosa davvero drammatica è che nel reparto frutta e verdura dei supermercati il cosìddetto "fresco" in vendita NON ha nessuna etichetta, oltre il nome e il numero dell'articolo da pesare; così ci possiamo mangiare in santa pace tutti i fungicidi del mondo, senza nemmeno sforzarci di dover leggere delle parole piccolissime.
Questa è la minaccia biologica di cui siamo TUTTI vittime, fintanto che non conosciamo chi coglie i limoni dall'albero, se non possiamo coglierli da noi; è una sorta di "sottinteso", che se vuoi comprare qualcosa di estremamente delicato e rapidamente deperibile come frutta e verdura da un rivenditore che ne vende a tonnellate ogni giorno (e magari le importa da un altro continente) è inevitabile che quel prodotto sia stato trattato in modo da non risultare più appetibile o edibile -non senza danni- per nessuna specie animale, a parte il CONSUMATORE, cioè l'umanoide.
Che pur di conservare sè stesso in uno stato di salute ottimale è pronto a consumare quotidianamente il succo di un limone trattato con quattro fungicidi diversi, ma tutti ugualmente nocivi; e ancora, va ricordato, non sappiamo proprio NULLA di quanto è avvenuto prima della raccolta, non abbiamo testi nemmeno microscopici riguardo antiparassitari, anticrittogamici (l'eufemismo "scientifico" per i fungicidi) e altri veleni di sorta utilizzati durante la coltivazione del prodotto. Invece, dovremmo fidarci ciecamente dell'etichetta che dice soltanto "BIO", o addirittura "Biologico", cioè che ha attinenza con la vita anzichè la morte. In un luogo che vende decine di prodotti diversi che sono potenzialmente mortali, probabilmente TUTTI trattati alla stessa maniera -cioè, trattati molto male- con composti chimici simili a quelli scoperti oggi, io dovrei prendere per buona la dicitura "Bio" e scegliere il prodotto che costa più o meno il DOPPIO, solo in virtù di quella etichettatura...
Certo, esiste una legge che tutela il consumatore anche da questo punto di vista, le aziende "bio" sono certificate da misteriosi "organismi di controllo", la cui entità ci è ignota, ma che sospettiamo non essere miceti (o almeno, non eu/miceti); del resto esiste anche una legge contro la mafia. E una legge antitrust...
Etc., Etc., Etc.
Esistono tante leggi, ma ancora le uniche che non possiamo assolutamente infrangere senza conseguenze immediate e inevitabili sono quelle della NATURA; ad es., se ingerisci qualcosa che non è "BIO", molto probabilmente è "Thánatos", ma questo è il genere di etichette che per il nostro lieto "vivere", o per rispetto della nostra beata incoscienza (l'ignoranza è buddha, quindi si tratta di libertà di religione) le industrie agricole preferiscono evitarci...
Così invece del limone oggi ho avuto caffè d'orzo per colazione, di cui ho scoperte solo di recente le molte proprietà salutari; sull'etichetta della confezione dell'orzo si legge: "Ingredienti: orzo macinato".
P.S.: ho deciso di formattare il post con un testo "grande" rispetto al solito, in segno di protesta contro le tante "righe piccole" delle etichette sugli alimentari.
E' UNA VERGOGNA!
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