sabato 23 novembre 2013

Cavolologia Comparata

Nel mio blog condivido con tutto il mio mondo virtuale ciò che su Facebook condivido con poche centinaia di individui; e oggi condivido il post di Sustainable Man, una piccola, immensa lezione riassunta in poche parole con grande saggezza:

una frase da tradure in maiuscolo:
"CHI MUORE CON MENO GIOCATTOLI VINCE. PERCHE' PIU' COSE SAI, E DI MENO COSE HAI BISOGNO"
Questo è più o meno tutto quello che c'è da sapere del Grande Gioco, e il fatto che abbia usato il termine "cose" -che non appare nella frase originale- per tradurre questo pensiero, è sintomatico; che COSA vogliamo? E di COSA invece abbiamo davvero bisogno? Il fatto che in questa falsa-civiltà si possa ottenere tutto ciò che desideriamo usando dei biglietti di carta  non permette a nessuno di contemplare ragionevolmente questi interrogativi che sono essenziali per tutti noi; possiamo davvero volere qualcosa a tal punto da pagarla con la cosa più preziosa e inestimabile in assoluto, che è il tempo della nostra vita? Il tempo, si sa, è un'invenzione dell'uomo (o degli dèi, se può essere di consolazione) ma nondimeno è l'unica invenzione umana che non dovrebbe avere nessun genere di "costo" o di "prezzo"; la vita quotidiana di qualunque lavoratore dimostra l'esatto opposto, le vite di miliardi di persone sono vendute e comprate ad un costo che è sempre e comunque irrisorio, anzi risibile, perché la vita del  peggiore essere umano al mondo vale molto più di tutti i biglietti di banca e di tutti i gettoni metallici che sono stati coniati dall'avvento del sistema monetario  a oggi; i Beatles cantavano "Can't buy me love", e non si può comprare uno stornello purpureo, come quello pubblicato da Paradise of Birds oggi:

anzi, peggio: SI PUO'
ma invece della pura bellezza di cui soltanto una immagine fotografica può restituirci l'illusione avremo un'altra povera creatura innocente prigioniera a vita; quello è il genere di "giocattolo" che gli umanoidi dovrebbero scordarsi una volta per tutte, questa è la realtà cosmica che annichilisce ogni falso concetto sul valore di ogni cosa, all'interno del nostro Sistema di Falsificazione Sistematica; nel negozio di Anne a Central City (CO) uno dei due stati degli USA  in cui ciò è legale, si vende "marijuana" a "scopo ricreativo", uno dei moderni paradossi che denunciano la condizione FUBAR della logosfera globale, così come il più tristemente famoso "cibo biologico", ovvero frutta e verdura, che gli inglesi chiamano "organic", senza nemmeno aver inventata una molecola di cibo inorganico per giustificare l'aggettivo; dal canto nostro, dovremmo sforzarci di creare del cibo non-biologico, da opporre a quello "biologico", anche se per il blogger vegano una dieta "saprofita" come quella dei carnivori umani è abbastanza anti-vitale (anti-biotica!) da sostenere il confronto; in effetti lo stesso termine "biologia", che è ovviamente composto da due delle parole greche più abusate nella nostra lingua, corrisponde letteralmente a "studio della vita", e per esperienza personale so che nessun esperimento in vivo può essere ritenuto valido senza alcuna riserva, se non che l'autore dell' esperimento sia anche la propria cavia; non solo la "sperimentazione animale" è una inutile crudeltà, ma anche la sperimentazione su un individuo della medesima specie (umana, o quasi, per quanto riguarda il settore farmacologico) si può facilmente rivelare del tutto inaffidabile, perché non esiste un individuo umano uguale all'altro, e non si potrà mai ottenere nemmeno per clonazione; il DNA (associato allo mtDNA) è qualcosa di unico e irripetibile per ogni singola forma di vita, dal virus alla balenottera, e questo vale anche per tutti i singoli abitanti antropomorfi del pianeta, o grandi primati, uomini compresi;
se poi si vuole credere alle castronerie accademico-giornalistiche, al varietà scientifico che viene proposto giornalmente all'utenza alfabetica con ogni mezzo, non ho argomenti altrettanto invalidi e invincibili da contrapporre, ma posso sempre ricordare che le funzioni di quello che fu frettolosamente, ma facilmente -all'americana- battezzato come "junk" DNA è di fatto un enorme mistero in cui giace il segreto dell'umanità -qualcosa la cui conoscenza si tenderebbe "ufficialmente" a dilazionare nel tempo- e la cui soluzione da qui mi appare comunque molto remota, senza almeno un aiutino della Squadra Emergenza Intergalattica di Salvataggio Trogloditi;
sappiamo poco, niente; anzi, meno di niente; questo è l'unico possibile punto di partenza in ogni caso, per chiunque, sempre; questo è anche quello che siamo, alla fine, niente; polvere; di "stelle", o di un "corpo astrale", un pianeta particolare, ad es. "Terra"; abbiamo tutti questa consapevolezza profonda, nascosta da qualche parte; siamo tutti protagonisti unici e assoluti della nostra manifestazione atomica; che come ogni manifestazione popolare si tiene per le vie, sulle piazze delle città di tutto il mondo; sempre, e da sempre; è un grande gioco di parole, quello che giochiamo in fondo ai cieli, in cui la forma delle cose che vediamo cogli occhi della mente diviene quella della illusione materiale, e soltanto un uomo illuminato può discernere il velo di maya che offusca il proprio sguardo; sapere di essere giocati da sé stessi in ogni istante della nostra esistenza terrena, è il primo passo; il Blogger a questo punto prosegue il suo cammino solitario, verso la cucina.
e in effetti, per molto tempo ho pensato che la canzone dicesse "All we are is dust", prima di leggere la versione corretta: "All we are is stars":


quando tutti gli abitanti del mondo ascolteranno i Gorillaz, tutto andrà molto meglio.
-- L'evento epocale di oggi è la riscoperta del cavolo (nero - Brassica Oleracea); non "una" riscoperta del cavolo , ma LA riscoperta di un aroma unico, un gusto inconfondibile che solo oggi dopo -temo- decenni ho ri-scoperto essere legato a tanti momenti dell'infanzia; e, scritto questo non posso non condividere anche la mia foto "bucolica" digitalizzata e postata su Facebool qualche tempo fa:


così finalmente ho "assaggiato" quello che oggi tanti seri nutrizionisti (il popolo vegano, ovvero chi, come il blogger, esperimenta su di sé il benessere cosmico di una alimentazione corretta)  su internet definiscono il migliore tra i vegetali, con il nome generico, quanto anglosassone, di kale; e ho scoperto che proprio quello era l'ingrediente segreto, o meglio perduto, che quand'ero piccolo rendeva la minestra della nonna e della mensa scolastica il mio piatto preferito (un bambino che ama le verdure... c'era qualcosa di sospetto già allora, in me...)  Un vero tuffo nel passato; non solo di verdure. Ho celebrato questo evento nell'unico modo adeguato, con un pranzo e una cena a base di cavolo nero; dal momento che nella mia evoluzione verso l'autotrofia sono per ora saldamente ancorato al fascino esotico e implacabile della wok e alla "mezza misura" verso il crudismo, che ho conosciuta con il nome di sauté, nella mia insalata scottata ho aggiunto peperoncino, zucca, cipolla rossa di Tropea, carota, e quello che fino a ieri ritenevo IL cibo per antonomasia, il germoglio (di fagioli mung); per colmo della misura, a cena ho aggiunta della catalogna, un altro miracolo vegetale già de-cantato da Elio, che nella sua opera descrive una donna ideale:


ovvero, inesistente

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