Che altro fare, se non navigare? Postare?
Oggi il Telegraph pubblica questo articolo di Sarah Knapton dal titolo "Tre ore di televisione al giorno possono uccidere"; la scoperta è annunciata dal prof. Miguel Martinez-Gonzalez, a capo del team di ricerca dell' Università di Navarra a Pamplona, in Spagna;
stranamente, secondo lo studio non si può dire la stessa cosa di chi trascorra tre ore al giorno in "attività sedentarie" diverse, come lavorare al computer o guidare un'auto; questo a mio parere è il nodo gordiano della questione, che non sia tanto la scarsa attività fisica a rivelarsi fatale a lungo termine, ma quella mentale;
la TV, proprio come nei vecchi fumetti di Bonvi, è "l'arma definitiva", e crea ancora (come sempre) danni socio-culturali e psico-fisici che sono perlopiù inimmaginabili dall'Utenza; possiamo forse credere che guardare la TV non sia più o meno noioso e più o meno inutile del navigare (browsing) in internet, ma io personalmente non credo che il nostro organismo sia altrettanto facile da gabbare, e che la sua reazione naturale sia uguale e contraria rispetto alla inenza psichica del telespettatore cronico; si deteriora, e tende a diminuire le sue attività vitali, si ammala; tende a morire; questo studio sembra convalidare la mia intuizione a questo proposito; se non è un film da vedere in compagnia di amici, il quiz serale che stimola lo spirito ludico assieme all'aperitivo, o un cartone animato (trasmettono ancora il buon vecchio Doraemon!) io la evito completamente, e sconsiglierei la scatola della morte a qualunque essere dotato di intelligenza che potrebbe celarsi fra i miei numerosi lettori;
ultimamente, com'è ovvio dai miei posts più recenti, anche la mia carriera di guardatore di films è in declino; ci sono ancora decine di titoli più o meno stagionati nella mia watchlist su IMDB, ma questo tipo di intrattenimento sconfina volentieri nell'acculturamento forzato se riguarda opere datate, e di interesse non-personale, e come ho già ricordato nei miei blogs quella "americana" non è il tipo di "cultura" per la quale anche il più mediocre Europeo possa sviluppare un serio interesse, al di là delle cronache belliche internazionali; fondamentalmente, la cultura "americana" (statunitense) che è rappresentata dall'industria del cinema nei più svariati contesti, attraverso i prodotti delle majors, e attraverso il monopolio ashkenazi(s)ta di Hollywood, è la cultura della mediocrità; lo spettatore è sempre e comunque l'utente medio, al di là delle sue considerazioni personali sull'opera particolare, o sull' intera industria cinematografica; in quest'ottica la star, il "divo" del cinema, è l'incarnazione stessa della mediocrità, è la mediocrità in persona (tenendo a mente l'etimologia del termine persona) e una biografia a base di sesso, droga e rock'n'roll non cambierà questo stato delle cose; anzi, entrerà a farne parte attraverso l'industria editoriale, notoriamente monopolizzata allo stesso modo dagli stessi, così detti, "ebrei";
forse la nozione generale più importante derivata dallo studio di questa "arte commerciale" che è il cinema, riguarda la realtà del dominio dei cosidetti ebrei americani di origine Europea, gli eredi dei Kazari, i sionisti non-israeliti, che fanno letteralmente il bello e il cattivo tempo nel mondo della "finanza", della "politica", della "religione", e della "cultura"; si tratta di un vero e proprio monopolio globale (come si può pensare di lavorare alla WARNER Bros. o alla Metro GOLDWYN MAYER, senza avere un po' di sangue giudeo nelle vene, o almeno uno zio che lavora per Cosa Nostra?) dal principio, dalla fondazione stessa dell'industria cinematografica, dell'intrattenimento, così come della "finanza", della "politica", della "religione" e della "informazione", o "cultura", che infatti oggi sono costretto a dotare di virgolette;
proprio attraverso la mortale televisione questo regime dittatoriale dell'inconscio collettivo oggi crea letteralmente la realtà dell'utenza Gentile, al 99% del tutto inconsapevole di questi fatti; fatti che qualunque "ebreo" così detto (di origine ashkenazita, riconoscibile in genere dal cognome teutonico) si guarderebbe bene dal negare; come sappiamo, infatti, il concetto di chutzpah è un fattore importantissimo nella mentalità yiddish; direi anzi che con questo termine si può comodamente riassumere l'intero microcosmo giudaico in rapporto al mondo Gentile, almeno dai tempi della conversione (il colpo di stato metafisico) di Roma; ma sarebbe altrettanto facile riassumere l'intero fenomeno, né in un blog specializzato in "antisemitismo" né in una intera enciclopedia, né in tutti i libri del mondo; si tratterebbe infatti di analizzare l'intero consorzio umano d'Occidente in ogni singola attività, attraverso la sua evoluzione storica, e questa non è tra le imprese che mi sentirei di definire possibili, almeno per quanto mi riguarda; non di giovedì, comunque;
una sintesi di estrema saggezza -rispetto alla desolante ignoranza cosmica che alimenta il mainstream massmediatico- viene dal gruppo March Against Monsanto, che oggi pubblica questa immagine:
ovvero: "cura malata contro cura salutare -- quale scegli?"
la mia risposta è del tutto superflua, mentre digerisco la mia insalata mista quotidiana;
a corto di films appetibili, mi sono dedicato ad uno dei pochi personaggi devvero interessanti d'OltreOceano, il Californiano Jordan Maxwell; per quanto mi riguarda, il suo "Inglese Americano" perfettamente comprensibile malgrado la sua provenienza è sintomo della sua reale conoscenza, e del suo amore per gli studi che ha dedicato per decenni al Grande Inganno, il "Matrix" a cui siamo tutti in vario grado sottomessi; a quanto pare, l'idea di rispolverare l'inestimabile, e anzi insostituibile termine latino che definisce concetti fondamentali come "materia" e "madre", fu sua, e i Wachowsky non fecero altro che adottarla per farne un successo cinematografico (ovvero, "soltanto un film"); una storia più che verosimile, considerato il cognome dei famosi fratelli cineasti;
questa è la sua conferenza a cui ho assistito ieri sera, e che condivido ora su Facebook e con il mio lettore; l'unico punto debole nelle argomentazioni di Mr. Maxwell mi pare la facilità con cui egli trova delle comode corrispondenze etimologiche e linguistiche di termini antichi, talvolta protostorici, nella sua lingua che è il moderno Inglese; occorre un vero atto di fede per accettare alcune delle sue "relazioni anacronistiche", ma al di là di questo tutto ciò che dice è quantomeno interessante, ed essenzialmente valido; abbiamo appena letto che Wikipedia English non permette la creazione di una voce relativa a questo personaggio; dopo aver seguito un paio delle sue conferenze posso crederci, e questo non fa che aumentare la mia stima nei suoi confronti:
al mio lettore consiglio di cliccare sul nome di Maxwell qui sopra, che porta al risultato della ricerca su Youtube con ca. 153.000 risultati (molti dei quali non relativi ai termini di ricerca, ma è pur sempre una bella cifra);
questa è l'immagine che ho postata ieri su Facebook (cliccare qui per l'ingrandimento):
A questo pro non occorrono altri commenti oltre quello in apertura, non c'è nulla di teorico in questa immagine, si tratti in effetti del semplice accostamento di due immagini scaricate da Wikipedia (agli URL indicati); il fatto che esse corrispondano geometricamente (la croce posta al di sopra del crescente) non lascia dubbi di sorta, poiché questi simboli, come ogni simbolo, rappresentano soltanto sé stessi, e questo è il loro unico significato possibile, quello che essi rappresentano; il valore dei simboli è all'opposto di "occulto" (nascosto) perché ognuno di questi segni simboleggia qualcosa di unico, con un solo, chiaro, singolo significato invariabile nel tempo, come ad es. il famoso Swastika, che significa sempre e soltanto bene-essere, dall'alba dei tempi, malgrado gli "incidenti storici" occorsi; è un valore matematicamente esatto, come quello di un numero, e non può essere confuso in una sequenza ambigua con o una "lettura alternativa", come invece accade puntualmente, inesorabilmente, da sempre, con le parole;
lo studio del Guénon sulla Scienza Sacra (o "simbologia") è stato il mio primo passo verso il cammino gnostico a cui ho poi dedicata gran parte dell'ultimo decennio del secolo scorso, per poi attraversare una fase di romitaggio urbano agli inizi del nuovo millennio; la ricerca prosegue da allora, non ha una fine certa, e non ne prevedo una, ma so di sapere quanto basta in materia per poter riconoscere in questa immagine la conferma della realtà surreale vissuta dall'utenza spirituale d'Occidente, della "religione materialistica" del clero Romano che opprime le anime di intere nazioni, e ammorba l'intero pianeta; non potrebbe esistere qualcosa come un "sistema militar-industriale" senza la benedizione di questo genere di deità, che IMPONE la precedenza saturnina, della materia sulla mente, ai suoi adoratori; non occorre conoscere i retroscena dell'esopolitica internazionale, o indagare le logge massoniche e le loro gerarchie planetarie, quando la "moderna" religione giudeo-cristiana conserva il suo spirito chutzpah originario, per cui tende a ostentare la propria intelligenza sempre e soltanto a discapito della mente inferiore, della plebe, il volgo, la massa umana (Gentile) che corrisponde alla Luna; osservando lo "ihs" ricamato sui paramenti l'umile cristiano vede il filo dorato, il suo luccicare, e a malapena può riconoscere le lettere Greche che lo compongono; nel 99% dei casi, non ha la benché minima idea di cosa significhino; per questo il volgo è causa del proprio male ma non piange mai se' stesso, ha sempre un dio da bestemmiare quando il pregarlo appare fuori luogo; è una sorta di "astrazione" che la psicanalisi definirebbe di tipo "dissociativo"; è la vera origine -quella meta-fisica- della completa follia che viviamo Qui e Ora, fisicamente, nei blogs di tutto il mondo.