Immagino che saranno pochi gli spettatori di
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che non conoscono il personaggio di Nick Cave, il rocker Australiano reso celebre nel mondo con la sua performance sul palco nel film di Wim Wenders
Der Himmel über Berlin (
Il cielo sopra Berlino, 1987); pertanto, coloro si potrebbero aspettare di vedere e sentire qualcosa di Nick che non hanno mai vista o sentita prima, altrove. E l'avranno; infatti
20,000 days on Earth è un ritratto estremamente
sobrio, onesto, e anche
modesto, di un serio professionista del mondo dello spettacolo, che dopo una mezza vita passata ai ceppi delle
droghe si è sistemato a Brighton (UK) e ha messa sù casa, con tanto di moglie e due pargoli, con i quali mangia la pizza guardando la TV; il che non è affatto
esaltante, credete a me. Ma se proprio ci tenete ad avere i particolari, il film viene proiettato oggi in 13 sale nel nostro Paese, e quindi se volete sapere chi si divertiva a vestirlo da donna durante la sua adolescenza, o il suo strano rapporto con le condizioni climatiche miserabonde del suo paese adottivo, o con la popstar Kylie Minogue -che appare in un breve cameo- ne avrete l'occasione durante la visione di questo titolo.
Nick qui parla spesso di una trasformazione, che egli persegue fin dalla sua adolescenza di travestista coatto, e bisogna ammettere che chi lo ha conosciuto per l'animale da palcoscenico che di fatto è non si potrebbe nemmeno immaginare un individuo tanto compito e ammodo, ormai quasi Britannico, come quello che si rivela qui dietro le quinte, nell'atmosfera piovosa della cittadina costiera Inglese, tra una seduta psicanalitica e un piatto di pasta con l'anguilla (YUK!). La scena madre del film è quella in cui una luce rossa si riflette sulle gocce di pioggia che imperlano l'automobile di Nick:
magistrale
e l'insistenza delle scene in cui egli appare come automedonte, al volante della sua macchina, non me l'hanno reso meno antipatico -malgrado la mia ammirazione- di quanto non lo fosse di default;
(Ray Winstone, as Himself)
Un film degno di nota è
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tratto dal racconto di R. Heinlein -All you zombies- è un buon film del non-genere "mindfucker", basato sui viaggi nel tempo; la prova di entrambi i protagonisti
Ethan Hawke as Il barista e Sarah Snook as La madre non sposata
è notevole, e la regia dei F.lli Spierig, già elogiati (assieme ad Hawke) per il loro precedente Daybreakers (2009) rende giustizia all'idea di partenza e alle solide radici letterarie, con una storia estremamente interessante che può risvegliare nello spettatore ogni dubbio più o meno lecito sulla realtà del soggetto comunemente definito "tempo"; e ogni altra cosa esperita in questo contesto teorico:
un film denso e avvincente, malgrado -o grazie a- la estrema essenzialità della messinscena, una delle poche buone sorprese della stagione;
anche
☻☻☻
merita una nota, per quanto sia basato su un fumetto e non pretenda di essere altro, malgrado la necessaria abbondanza dell'impianto scenico, se non altro non è il solito fumetto, e riguardo l'originalità dei personaggi, dobbiamo ammetterlo, è piuttosto raro vedere un procione in azione nello spazio interplanetario. Per non parlare dell'uomo-albero, egregiamente doppiato da Vin Diesel, al quale tocca una singola battuta ripetuta in mille modi diversi; c'è qualcosa di divertente qui, che purtroppo non è una qualità troppo scontata in questo genere di divertissment; meglio approfittarne.